Star Wars è un brand intramontabile, uno di quelli che riesce a mandare in visibilio i suoi fan a distanza di anni e anni dal suo primo concepimento. Proprio per questo l’imminente uscita del nuovo episodio cinematografico ha scatenato una febbricitante attesa ed Electronic Arts non poteva esimersi dal cavalcarne l’onda mediatica con un nuovo videogioco costruito interamente nell’universo di Guerre Stellari. I ragazzi di DICE si sono dunque presi una pausa dal consueto Battlefield per concentrare le loro forze su Star Wars Battlefront rilasciando nei mesi scorsi diversi aggiornamenti sullo sviluppo che hanno alzato l’asticella dell’hype anche negli amanti videoludici del brand. Ma lavorare con le licenze non è mai un’impresa semplice, saranno dunque riusciti ad impacchettare un prodotto all’altezza delle aspettative?
Iniziamo con il dire che il nuovo pargolo di DICE è un prodotto interamente dedicato al multiplayer e che per tanto non presenta nessuna modalità storia. Inutile recriminarne la mancanza, la natura del gioco è chiara e l’assenza di un’avventura inedita in cui vestire i panni dei Jedi non è identificabile come un difetto ma solo come una chiara scelta in fase di sviluppo. Per gli irriducibili del single player sono però presenti delle modalità cooperative affrontabili sia online che con l’ausilio di Bot, e quindi in solitaria. Quattro pianeti per sedici missioni totali suddivise in tre diverse modalità tra cui un allenamento che si presta alla funzione di tutorial, una modalità Battaglia che propone una formula simile all’uccisione confermata di altri FPS online, ed infine l’ormai classica modalità “Orda” dove affrontare le ondate nemiche resistendo per quindici minuti. Nonostante le stelle premio una volta completata una missione utili per sbloccare una sorta di collezionabili legati ai personaggi di Star Wars, e sebbene la modalità Battaglia si sia rivelata davvero impegnativa grazie ad un’intelligenza artificiale strategica e ostile, la componente single player o cooperativa di Battlefront pecca di originalità e attrattiva, lasciando alla componente multiplayer competitiva il ruolo di vero cuore pulsante della produzione.
MA IN COMPAGNIA È TUTTO PIÙ BELLOLa forza del multiplayer di Battlefront non è nel numero di modalità proposte, solo nove, né nella loro originalità, visto che per lo più si tratta di variazioni sul tema delle modalità classiche viste e riviste in ogni dove. Deathmatch a squadre, dominio, cattura la bandiera sono tutti qui in chiave Jedi ma in aiuto alla varietà arrivano le battaglie, piuttosto semplicistiche a dire il vero, a bordo di mezzi volanti, come gli Ala-X o gli Interceptor e una modalità eroe dove impersonare alcuni dei protagonisti delle vicende cinematografiche con tanto di poteri legati alla forza, il tutto suddiviso in tredici mappe totali dove si possono scontrare dagli otto ai quaranta giocatori. C’è parecchia carne al fuoco contenutisticamente e pur peccando di fantasia il titolo riesce ad intrattenere il giocatore spingendolo verso la necessaria rincorsa al level up, bloccato ad un massimo di cinquanta.
Il prodotto DICE è chiaramente indirizzato ad un pubblico eterogeneo. Ben distante dai tecnicismi di Battlefield propone una formula semplice, immediata e adatta ad ogni tipo di giocatore. Per fa sì che questo accada il gunplay è minimale con la possibilità di giocare in prima oppure in terza persona, senza vincoli salvo durante l’uso dei famosi eroi come Skywalker o la principessa Leila che si possono impersonare solo con la classica visuale da Third Person Shooter. Non vi sono grandi quantità di armi bensì solo undici suddivise in tre categorie e sbloccabili con l’avanzare dei livelli unito alla spesa di crediti racimolati in battaglia; non vi è nemmeno la classica serie uccisioni atta a regalare ricompense visto che potenziamenti come torrette, cannoni e quant’altro si possono trovare disseminati sul campo di gioco e la ricarica dell’arma è stata sostituita da un surriscaldamento massimo da non oltrepassare onde evitare un tempo di recupero, sistema che in forma alternativa coinvolge anche l’uso di granate ed altri bonus ognuno con un tempo di ricarica a seguirne l’utilizzo.
I giocatori più esigenti di tecnica e strategia potrebbero storcere il naso se non per un sistema di carte sbloccabili, sempre in base al livello raggiunto e ai crediti disponibili, che consente un’articolata e libera personalizzazione della classe senza dover seguire nessuna pre-impostazione. Anche la armi e i power up godono di statistiche da prendere in considerazione e qui viene a galla il più grosso problema della produzione, lo sbilanciamento. Ci sono armi palesemente più forti di altre, power up che avvantaggiano eccessivamente, ed i giocatori più skillati finiscono sempre per avere la meglio. Se l’intento era di dare a tutti la sensazione di essere forti è stato raggiunto a metà perché si è effettivamente forti solo contro i più deboli. Questo difetto compromette in parte l’esperienza ludica sopratutto durante le fasi iniziali dove il numero di morti consecutive potrebbe scoraggiare il giocatore più inesperto invece che spronarlo al level up. La frenesia in tal senso non aiuta: se da una parte regala costanti scariche di adrenalina, dall’altra rischia di stordire chi non ha ancora dimestichezza, ma è per lo stesso motivo che una volta ai livelli più alti il divertimento la fa da padrone, sopratutto nelle vaste mappe piene zeppe di giocatori da uccidere e gli iconici mezzi bellici della saga da cui difenderci.
LA BELLEZZA STA NEL FOGLIAMEL’aspetto che più colpisce della produzione è senza dubbio alcuno quello grafico. Siamo dinanzi al più bel gioco di Star Wars mai realizzato stilisticamente parlando. Ogni dettaglio è al posto giusto ed il Frostbite ricrea magistralmente le location cinematografiche con dovizia di shader e particellari, in grado di enfatizzare la portata scenica degli scontri. Ogni singolo fotogramma che scorre a schermo, sessanta anche su console per altro, è una gioia per gli occhi degli amanti della celebre saga e non solo. Idem per quanto riguarda la riproduzione dei suoni classici del brand, dell’effettistica e della storica colonna sonora che si insinua prepotentemente nelle cuffie o negli home cinema proprio durante i momenti clou delle battaglie donando allo scontro la giusta dose di epicità.