Magazine Cultura

Stardust di Neil Gaiman

Creato il 19 marzo 2016 da Anncleire @anncleire

Stardust di Neil Gaiman

Si dice che sottovalutare le cose grandi e ovvie sia facile quanto sottovalutare quelle piccole e insignificanti, ma che spesso i problemi derivano proprio dall'aver trascurato le cose grandi.

 

“Stardust”  è il primo romanzo di Neil Gaiman che ho preso in mano, dopo averne sentito parlare per mesi, anche e soprattutto dalla mitica Mirya. “Leggi Gaiman!” era diventato un mio mantra, ma è stata una circostanza fortuita, frutto dell'ennesimo trasloco nell'arco di poco meno di un mese che mi ha servito il libro su un piatto d'argento. E meno male, perché mi sono completamente innamorata dello stile dello scrittore dalla prima pagina, non riuscendo più ad uscire dal fantastico mondo che ha creato, e bramando altri suoi scritti.

In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella…

Gaiman è un genio, uno di quegli scrittori che può prendere un banalissimo varco in un muro in una sperdutissima cittadina in età Vittoriana e trasformarlo in un libro tanto intenso quanto magico. Entrare tra le pagine di “Stardust” è assolutamente indimenticabile, in un viaggio che non è solo fisico ma anche mentale. Descrizioni vividissime, una serie di personaggi che superano la pagina e accompagnano il lettore in un’avventura magica. È strano come si possa passare tanto tempo senza conoscere un autore e finire per amarlo solo con un libro.

Ed è questo che succede con la storia di Tristan, che inizia molto prima e si conclude molto dopo. Tristan è un ragazzo come un altro, cresciuto in una famiglia amorevole, un lavoro come garzone in una bottega e un senso critico verso se stesso che lo rende timido e impacciato, innamorato dei romanzi che legge, si scopre alla mercé di un sentimento tanto nuovo quanto ingestibile. Si dice sempre che il primo amore non si scorda mai, e in effetti quello di Tristan resta sedimentato nella sua coscienza. Victoria è la ragazza più ambita di Wall e naturalmente ambire alla sua mano è il desiderio di default della maggior parte dei giovani del paese. Tristan sogna, immagina e si ritrova a prendere una decisione che non si sarebbe mai aspettato. Quella di attraversare il muro. Il muro a guardia di Faerie, il paese incantato che entra in contatto con il suolo inglese solo ogni 9 anni con un fantasmagorico mercato. Tristan deve prendere una stella cadente per meritarsi la mano di Victoria. Un’impresa folle, come solo gli innamorati possono intraprendere. Quello che Tristan non si aspetta è di imbarcarsi in un viaggio che lo cambierà per sempre. Perché non è solo un continuo incontro con personaggi strani, crudeli e desiderosi di mettere le mani su una stella, ma è anche la scoperta di sé stesso, della sua identità, di quello che vale, di quello che è , di quello che vuole per la sua vita. È  un cammino di scoperta, il tipico viaggio di formazione che gli adolescenti devono intraprendere per diventare uomini e donne indipendenti. Il Bildungsroman tedesco, alla scoperta di un mondo interiore e psicologico incredibile. Tristan è un ragazzo generoso, istintivo, che si mette in gioco, ma che soprattutto riesce ad accettare l’aiuto che gli viene offerto via via che si avventura per Faerie e allora penso all’omino peloso, all’albero, all’unicorno… e quella stessa stella che va cercando. E allo stesso tempo non è solo nella ricerca, altre forze più o meno oscure sono alla ricerca di quella stella caduta.

Faerie è una landa incantata, ricca di immagini stupefacenti, navi che pescano saette, bancarelle ricche di ogni bendidio, candele incantate e gesti palpitanti, magistralmente descritti dalla bravura di Gaiman. Leggere equivale a perdersi in un mondo che sembra vivere di vita propria e che insegna a volare e a non arrendersi e soprattutto a non infierire agli sgoccioli di un’esistenza unica.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :