Quando qualche settimana fa mi sono messo a scegliere un po’ di album da recensire: preso dall’immagine di copertina di Bazaar Of Wonders e incuriosito dalle scarne informazioni promozionali, ho cominciato subito ad approfondire l’ascolto di un paio di brani degli Starsoup. Volevo però saperne di più sul loro universo sonoro, così ho contattato il promoter e gli ho inviato una manciata di domande che spero possano mettere in risalto un album avvincente. Buona lettura…
Ciao Alexey ed Andrew. Ho ascoltato Bazaar Of Wonders diverse volte e l’ho trovato davvero interessante. Questo è il motivo che mi ha spinto a mettermi in contatto con voi. Per favore presentate voi e il vostro progetto Starsoup ai lettori di The New Noise.
Alexey: Ciao! Siamo Alexey e Andrew e veniamo da Mosca. Ci siamo incontrati in una band chiamata Crime Of Passion, dove Andrew suonava le tastiere e io cantavo. La band si è poi sciolta, ma volevamo registrare un paio di canzoni che avevamo composto insieme. Starsoup è nato durante questo processo. Abbiamo registrato il nostro primo singolo “Angels” circa due anni fa.
Starsoup è un progetto in studio, ma penso che Bazaar of Wonders abbia le qualità per trasformarlo in qualcosa di più grande. Avete mai pensato di cercare dei musicisti permanenti?
Andrew: Al momento abbiamo un sacco di progetti oltre a Starsoup, alcuni dei quali sono live band che ci impegnano a tempo pieno. Forse, quando la popolarità di Starsoup come progetto in studio sarà aumentata, penseremo di prestarvi la dovuta attenzione, trovando musicisti permanenti.
Alexey: Voglio avere una buona setlist per partire in tour. Questo significa che prima dobbiamo produrre un altro album con molte altre canzoni valide e magari alcuni videoclip.
Il processo di registrazione di Bazaar Of Wonders ha preso più di un anno. Il risultato è un album ben registrato, impreziosito da un suono chiaro e melodico. Pensate che questa tempistica vi abbia aiutato a realizzarlo in modo più rilassato oppure avreste preferito avere la possibilità di registrare il tutto più velocemente?
Andrew: Il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo. Naturalmente ci piacerebbe avere l’opportunità di comporre materiale utilizzando il 100% del nostro tempo. Accelererebbe di molto il processo di produzione. L’anno e mezzo di registrazione è dovuto più agli impegni personali che a un approccio “rilassato”.
Alexey: Se avessimo avuto tutte le canzoni e i musicisti pronti fin dall’inizio, ci sarebbe piaciuto realizzarlo più velocemente. Quindi penso che in futuro scriveremo prima la musica e i testi per l’album, poi troveremo i musicisti e solo dopo andremo in studio a registrare il tutto.
La base dell’album si compone di quattro canzoni che sono state scritte durante la partecipazione di Alexey al progetto Crime Of Passion. Come hanno fatto a venire alla luce le tracce rimanenti? Un paio di queste sono state scritte da altri musicisti, o sbaglio?
Alexey: Ho invitato due miei buoni amici a contribuire con le loro canzoni: “Past Bites” è stata scritta da Lex Plotnikoff (famoso per il suo progetto progressive metal Mechanical Poet) e Dan Mescher (Nazgul Band), che ha presentato la sua ballata AOR “Road To Sunset”. Le altre sono state composte e ri-arrangiate utilizzando vecchie composizioni di Andrew (come nel caso di “Voices Of The Wind”) oppure composte da me durante la registrazione dei primi quattro brani (“The City And The Stars”).
Alcune canzoni includono strumenti inusuali per una band heavy metal quali flauto e sassofono. In che modo avete scelto di utilizzarli per una canzone come ad esempio “Road To Sunset”?
Alexey: La melodia principale aveva bisogno di qualcosa di veramente emozionante e ho pensato che il sassofono potesse adattarsi bene. Per quanto riguarda il flauto, volevo che “Rumors Of Better Life” avesse questo tocco folk, che si è rivelato essere interessante. Non ho mai detto al flautista Oleg Mishin cosa suonare, se ne è semplicemente venuto fuori con questa melodia.
Per favore descrivete i temi di alcune delle canzoni incluse in Bazaar of Wonders.
Andrew: Penso che Alexey possa farlo meglio. Anche se in principio ho composto attivamente alcuni testi, è stato Alexey a raffinarli. Il significato iniziale di alcune canzoni è diventato più profondo, mentre in altre è persino cambiato.
Alexey: I due brani principali (“Angels” e “Cradle Of War”) narrano di un personaggio immaginario, un soldato disperato, creato da Andrew. “The City And The Stars” è basato su un libro di fantascienza di Arthur Clarke, mentre “Road To Sunset” ha fondamentalmente un tema da road-movie che mi piace. “Rumors” parla di gelosia e falsi ideali ed è un’idea di Andrew, mentre “Ain’t No Superman” è una sorta di canzone di protesta politica, scritta da me in un momento di rabbia.
Mi piace leggere libri e allo stesso tempo ascoltare musica. Anche voi fate lo stesso? Quali generi o autori gradite di più?
Andrew: Sì, di solito mi piace ascoltare musica classica e leggere libri fantasy o storici. Si adattano reciprocamente. Ho letto un gran numero di libri, spesso senza distinzioni. C’è un solo criterio: il libro non deve essere noioso. Mi piace la letteratura classica russa, o la narrativa americana tipo Stephen King (fatta eccezione per la serie Dark Tower, che piace molto ad Alexey e che io invece trovo noiosissima).
Penso che la copertina di Bazaar Of Wonders sia davvero accattivante. Volete dire qualcosa al riguardo? Ha un significato particolare legato ai testi o a qualcos’altro cui tenete?
Alexey: Volevo solamente l’illustrazione di una sorta di mercante mistico che vende cianfrusaglie pericolose e magiche e il signor Smerdulak da Praga ha fatto un lavoro meraviglioso raffigurando tutto ciò.
Come siete giunti a firmare un contratto con Sublimity Records?
Alexey: È l’etichetta che ha pubblicato il mio primo progetto (Distant Sun – Sunless Citadel). È stato un ep power metal che ha avuto un successo modesto ma che ha fatto da base per i miei esperimenti musicali. Quindi in realtà non ho cercato alcuna etichetta, ho semplicemente chiamato il ragazzo della Sublimity.
Non sono addentro alla cultura russa, per cui sarebbe fantastico se ci poteste raccontare qualcosa che apprezzate veramente del vostro Paese, magari che vi abbia ispirato durante il processo di scrittura dell’album.
Alexey: Dicono che i russi abbiano un’anima profonda. Penso che l’album suoni allettante, emozionale e un poco triste. Questa è un’immagine che scorgiamo spesso per le nostre strade.
Andrew: Abbiamo una cultura veramente ricca. E parlarne può andare avanti per ore. Ma siccome la musica rock non è un genere tipicamente russo, è difficile dire che cosa abbia avuto il maggiore impatto sulla realizzazione dell’album… forse le ragazze russe!
C’è una grande scena rock/metal a Mosca? Potreste citare alcune giovani band che pensate siano meritevoli della nostra attenzione?
Andrew: Per me la scena metal moscovita è divisa in due parti. Ci sono musicisti con la barba ingrigita che hanno creato buona musica heavy, power metal, progressive… ma loro sono una sorta di specie in pericolo, perché questo tipo di musica difficilmente può sopravvivere in un ambiente come quello del nostro Paese. Poi ci sono band più giovani che suonano nello stile alternative, nu-metal, hardcore, rapcore… attraggono più audience, ma molte hanno un suono e del materiale che non sono paragonabili a quelli dei gruppi europei. Del primo gruppo posso consigliare Epidemiya, Shadow Host , Catharsis, Hieronymous Bosch, Nova Art, Scrambled Defuncts. Del secondo gruppo, 5diez, Psiheya, Lumen…
Alexey: Dovreste ascoltare gli Arkona, che in questo momento sono il gruppo russo più noto. Suonano folk-metal con voce femminile e sono incredibili.
Grazie per il tempo che avete speso a rispondere alle nostre domande. C’è qualcosa che vorreste aggiungere ?
Alexey: Spero solo che qualcuno dia un ascolto o due al nostro album. Fateci sapere la vostra opinione!
Andrew: Ascoltate buona musica! Compresa la nostra.
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