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Stasera alla 21,05 su Rai 3 Rocky di John G. Avildsen

Creato il 05 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Rockyplay video
  • Anno: 1976
  • Durata: 119'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: John G. Avildsen

Rocky è un film del 1976 diretto da John G. AvildsenSylvester Stallone, allora attore poco conosciuto, ha scritto ed interpretato questo film, grazie al quale è divenuto uno dei volti più amati di Hollywood. Il film vinse tre premi Oscar, tra cui quello per il miglior film e miglior regia. Grazie a Rocky, Stallone diviene il terzo uomo nella storia del cinema, dopo Charlie Chaplin e Orson Welles, a ricevere la nomination all’Oscar sia come sceneggiatore che come attore per lo stesso film. Realizzato con un budget di soli 1,1 milioni di dollari ne incassò al botteghino 225, diventando un successo di pubblico e di critica e dando vita a cinque seguiti: Rocky II, Rocky III, Rocky IV, Rocky V e Rocky Balboa; ed uno spin-off, Creed – Nato per combattere, nel 2015. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al settantottesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al cinquantasettesimo posto. Nel 2006 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nell’agosto del 2015, Rolling Stone lo mette al secondo posto della classifica dei migliori film sportivi della storia del cinema.

Il 24 marzo 1975, Stallone assiste all’incontro di boxe tra il campione del mondo in carica, Muhammad Ali, e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner, organizzato dal manager Don King. L’incontro, sebbene alla fine vinto dal campione, è rimasto famoso nella storia pugilistica per aver visto Ali più volte in seria difficoltà, addirittura al tappeto durante la nona ripresa. Wepner riuscì a resistere fino al K.O. subito durante la quindicesima ed ultima ripresa. Stallone, colpito dalla resistenza di Wepner, ha un’ispirazione e in tre giorni scrive una prima stesura della sceneggiatura di circa 90 pagine che rappresentava, a detta sempre dello stesso Stallone, circa il 10% della sceneggiatura definitiva. Stallone rende il protagonista, ovvero Rocky, un personaggio cupo, un antieroe che era a quel tempo quello preferito del momento. Dopo essersi consultato con la sua prima moglie, Stallone preferì modificare il personaggio rendendolo meno sgradevole, grezzo e impenitente. Durante un provino con i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff, Stallone rivela di essere, oltre che attore, anche uno sceneggiatore e riesce a convincere i produttori a dare uno sguardo alle sue sceneggiature. I produttori rimangono subito colpiti da Rocky e propongono a Stallone un’offerta notevole e una crescente somma di denaro (360.000 dollari).

Il pugile Muhammad Ali ha ispirato Stallone per la creazione, nella sua trasposizione cinematografica, del pugile di colore Apollo Creed, interpretato da Carl Weathers. Inoltre, Ali è apparso alla premiazione degli Oscar accanto a Stallone, improvvisando un breve incontro sul palco con quest’ultimo. Durante le riprese, alcune scene o parti integrali della sceneggiatura originale sono state alterate, altre sono state persino improvvisate a causa del modesto budget di cui disponeva la produzione. Nella prima sceneggiatura, molto più cupa, Mickey era un razzista e Rocky decideva di abbandonare l’incontro per non diventare parte del mondo del pugilato. La scena in cui Rocky vede il suo disegno sul poster con i pantaloncini sbagliati è in realtà un errore della produzione che non poteva correggere l’errore per via del budget. Per questo Stallone fu costretto ad improvvisare la scena. La scena del pattinaggio prevedeva circa 300 comparse e Rocky avrebbe dovuto pattinare anziché correre. Le scene di corsa sono tutte improvvisate, così come il lancio dell’arancia a Rocky durante il film mentre corre nelle vie del mercato italiano. Stallone aveva scritto un finale alternativo, nel quale Rocky e Adriana si abbracciavano e si incamminavano verso lo spogliatoio. Il finale non venne considerato abbastanza soddisfacente da Stallone che decise di scartarlo. Tuttavia la scena fu comunque girata e utilizzata come manifesto del film.

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