- Anno: 2005
- Durata: 95'
- Genere: Drammatico
- Nazionalita: Belgio, Francia
- Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne
L’enfant – Una storia d’amore (L’Enfant) è un film del 2005 scritto e diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 58º Festival di Cannes.
Sonia mette al mondo un figlio, ma Bruno, il suo compagno, lo vende di propria iniziativa ad una banda malavitosa nella convinzione di fare una scelta necessaria, dato che la giovane coppia non possiede i mezzi economici per allevare il bambino.
Di fronte alla confessione di Bruno, Sonia ha un malore, viene condotta in ospedale e qui denuncia il compagno alla polizia. Nel frattempo Bruno recupera il bambino, ma i trafficanti lo avvertono che dovrà restituire il doppio del denaro che aveva ricevuto, e lo malmenano per fargli capire che non scherzano.
Sonia viene dimessa dall’ospedale, ma torna a casa col bambino da sola, senza più voler vedere Bruno, il quale cerca di procurarsi il denaro di cui ha bisogno rubando.
Finito in carcere, Bruno riceve la visita di Sonia e insieme a lei scoppia in lacrime.
I Dardenne tornano con il loro stile inconfondibile (questa volta più frenato nell’uso della camera a mano) a raccontare degli “ultimi” della società con un occhio di riguardo per i più giovani. Qui gli “enfant” del titolo sono molti: dal neonato, al ragazzino che ruba con Bruno a Bruno stesso. Ognuno con la propria inadeguatezza al mondo e, Bruno in particolare, con un’amoralità che sfocia nella scena finale in una sorta di catarsi che lascia, come sempre nel cinema dei due fratelli belgi, un margine alla speranza. È un cinema morale e necessario, il loro, che non lascia spazio alla retorica o alla facile commozione ma pone degli interrogativi ai quali non è possibile sfuggire. I fratelli belgi non fanno dell’umanesimo astratto. Non che non ci sia una tesi, non che non si parli di argomenti alti (perdita dei valori, soffocamento dell’etica): ma sono il senso laico (non laicista) della società e delle sue responsabilità, e il senso religioso (non vaticanista) della vita e della sua sacralità, a rendere magnifici l’equilibrio e la trasparenza del film