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Stasera alle 21,10 su Cielo Le farò da padre Alberto Lattuada

Creato il 16 gennaio 2016 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Le farò da padreplay video
  • Anno: 1974
  • Durata: 115'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alberto Lattuada

Le farò da padre è un film del 1974 diretto da Alberto Lattuada, con Gigi Proietti, Irene Papas, Mario Scaccia, Isa Miranda e Terese Ann-Savoy.

Saverio Mazzacolli è giovane avvocato rampante di Roma, con grandi idee di edilizia speculativa, ma pochi mezzi finanziari. Vorrebbe realizzare nel Salento un villaggio turistico esclusivo per vacanzieri facoltosi e cerca di sfruttare alcune amicizie altolocate e la conoscenza della facoltosa contessa Raimonda Spina, proprietaria dei terreni adatti alla bisogna. L’avvocato si lancia alla conquista dell’attempata nobildonna, sottoponendola ad una corte serrata, allo scopo di impossessarsi della proprietà immobiliare. Disgraziatamente, pur cedendo di slancio alle sue profferte amorose, la contessa si dimostra molto meno sprovveduta di quanto egli abbia supposto e si dichiara disposta a finanziare il progetto di costruzione, però riservandosi la maggior parte dei guadagni. Alla disperata ricerca del punto debole di Raimonda che gli permetta di spuntarla, Saverio crede di individuarlo nella di lei figlia Clotilde, una ragazza quindicenne tanto bella d’aspetto, quanto ritardata mentalmente. Si propone quindi di sposarla con il malcelato intento di ricevere i terreni come dono di nozze, ma la contessa è disposta a cedere la mano della figlia e null’altro. Vistosi incastrato, Saverio tenta un altro dei suoi espedienti e rapisce Clotilde, in modo che la “fuitina” rappresenti un “deprezzamento” della ragazza, da compensare con sostanziosa dote. Durante i giorni nei quali la tiene in custodia, l’avventuriero senza scrupoli s’innamora perdutamente della ragazza e, pur di riuscire a restarle vicino, rinuncia ad ogni pretesa economica.

Un film intelligente e profondo che racconta la passione amorosa di un avvocato intrallazzone (Proietti) per una minorata mentale (Ann- Savoy) sullo sfondo di una Puglia tradizionalista e cattolica. L’avvocato Mazzacolli vuole mettere le mani sulle proprietà di una contessa (Papas) e – aiutato da un nobile locale (Scaccia) – inscena il rapimento della figlia ritardata che aveva chiesto in sposa. La manovra dovrebbe forzare la mano alla contessa, soprattutto per spingerla a concedere l’usufrutto delle proprietà al futuro marito. L’avvocato Mazzacolli si serve di un paio di complici sui quali vorrebbe far ricadere la colpa e la contesa non denuncia niente alla polizia, ma risolve in segreto il problema. Il finale è a sorpresa, anche perché l’avvocato non ha fatto i conti con l’amore, sentimento imprevedibile che modifica idee e situazioni.  Le farò da padre è un ottimo lavoro che fotografa uno splendido spaccato di provincia italiana e racconta una storia torbida senza farsi prendere la mano da eccessivo voyeurismo. Lamberto Caimi dà un buon apporto come direttore della fotografia e certi squarci di costa pugliese a picco sul mare sono stupendi, così come la descrizione delle feste paesane in onore del santo patrono rappresentano un documentario culturale importante. Il soggetto deve molto a Lolita di Nabokov e alla trasposizione filmica operata da Kubrick, ma Lattuada percorre una strada originale per la vecchia storia dell’uomo maturo che perde la testa per una ragazzina. Prima di tutto inserisce il racconto all’interno di una critica alla borghesia di provincia e ne descrive vizi e difetti come l’arrivismo, il malaffare e la connessione mafiosa tra politica ed economia. Il sesso è la parte principale del film, ma è un valore positivo, come amore senza limiti che riscatta e riabilita, che modifica la vita e fa rinunciare a sotterfugi e meschinità. Gli attori sono tutti molto bravi e ben diretti. Luigi Proietti è in gran forma e interpreta il ruolo dell’uomo maturo che perde la testa per la ragazzina con grande credibilità. Mario Scaccia e Irene Papas sono ottimi comprimari di una storia che vede in primo piano soprattutto la strepitosa debuttante Terese Ann-Savoy. Alberto Lattuada è un regista che meglio di altri sa descrivere il corpo della donna, ma il suo modo di presentare il nudo femminile non è certo pornografico, come hanno accusato certi detrattori. Le farò da padre vive ancora oggi soprattutto per la scelta coraggiosa di Terese Ann-Savoy nel ruolo della efebica protagonista, sensuale e maliziosa nonostante gli evidenti limiti intellettivi.

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