- Anno: 1976
- Durata: 118'
- Genere: Fantascienza
- Nazionalita: Gran Bretagna
- Regia: Nicolas Roeg
L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) è un film di fantascienza del 1976 diretto da Nicolas Roeg, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. Il ruolo di protagonista è ricoperto dal cantante rock inglese David Bowie al suo esordio nella recitazione.
Da un pianeta sconosciuto, sul quale una spaventosa siccità ha quasi cancellato la vita, giunge sulla Terra in cerca di salvezza per la propria famiglia (che non lo ha seguito), uno dei pochi superstiti. Adottate sembianze umane, assunto il nome di Tomy Newton, questi riesce in breve tempo, sfruttando nove brevetti che ha con sè, a impiantare una potentissima multinazionale elettronica: la World Enterprise. Accumulata un’immensa fortuna, assolda uno scienziato, Nathan Brice, cui affida il compito di costruire un’astronave capace non solo di ricondurre Newton al pianeta d’origine, ma anche di trasferirvi l’energia necessaria a farlo rivivere. Benchè soltanto tre persone (il presidente della multinazionale, Oliver Farnsworth, Brice e Mary-Lou, una cameriera d’albergo innamoratissima di Newton) conoscano piu’ o meno il suo segreto, questo trapela, per cui gli interessi minacciati dalla strapotenza della World Enterprise provocano l’intervento della CIA. Sequestrato Newton, gli agenti lo consegnano a un’èquipe di medici perchè lo facciano oggetto del loro studi. Malgrado i tentativi per salvarlo compiuti da Mary-Lou e da Brice, Newton esce dalle mani degli scienziati trasformato per sempre.
Nicolas Roeg, conosciuto soprattutto come direttore della fotografia (per citare un altro film di fantascienza, Fahrenheit 451 di François Truffaut) scelse il romanzo di Walter Tevis fra centinaia di possibili soggetti di fantascienza. L’uomo che cadde sulla Terra non si basa su mirabolanti effetti speciali: Roeg cambia il punto di vista del classico film di genere, si pone cioè nei panni dell’alieno per raccontare la solitudine, i timori e le sconfitte della civiltà d’oggi. Il film vede l’esordio cinematografico della rockstar David Bowie, già noto per l’immagine androgina (si esibiva in concerto nelle sembianze di un alieno umanoide) che in questo caso presta a Thomas Jerome Newton conferendo al personaggio uno sconcertante spessore, una credibilità che è data da un’aura di mistero e da una problematicità che ne alimenta il carisma a discapito dell’azione, al punto da diventare il centro di gravità del film stesso. Il protagonista sembra ricalcato su Walter Tevis, l’autore del romanzo da cui è tratto il soggetto: un uomo schivo e solitario che utilizzò il ritratto di se stesso come metafora della condizione esistenziale dell’uomo moderno. Newton gli somiglia nel fisico, nel carattere e nella dipendenza dall’alcool, nel rapporto doloroso con gli ospedali e i ferri chirurgici, nella constatazione del lento deterioramento del corpo dall’interno (Tevis morì di tumore dopo avere trascorso buona parte della vita a Haneyville, la città in cui arriva dallo spazio l’uomo che cadde sulla Terra). Il film di Roeg affronta da una diversa angolazione i temi del romanzo di Tevis, l’angoscia della solitudine e l’alienazione del diverso, moltiplicandone l’interesse.