Un criminale abile, ambizioso, spietato, che tiene banco sulle pagine di cronaca nera per anni, con colpi efferati, rapine spettacolari, clamorose evasioni. Dall'altra parte della barricata, un gruppo di uomini che per quasi due decenni non smette mai di dargli la caccia, un team di poliziotti che combatte in difesa della legalità e in nome dello Stato.
Una parabola emblematica, che inizia con l'ascesa di un gangster che sembra inarrestabile e si conclude con una sconfitta inevitabile quanto implacabile.
Questa è la storia di Faccia d'Angelo, mini-serie in due parti prodotta da Sky Cinema, che porta sul piccolo schermo la storia romanzata del boss dalla faccia d'angelo, capo della cosiddetta "Mala del Brenta", interpretato da Elio Germano, Palma d'Oro a Cannes 2010 come Miglior attore.
Liberamente tratta dal libro Una storia criminale di Andrea Pasqualetto e Felice Maniero, oltre che da fonti giudiziarie e di cronaca, Faccia d'angelo racconta anche un capitolo della storia recente del nostro Paese che si intreccia con l'ascesa del boss: quello del Nord Est, che da area povera e depressa si trasforma nel laboratorio italiano dell'imprenditoria e conosce un boom economico straordinario. La storia di un territorio che, prima della Mala del Brenta, non aveva mai avuto derive criminali radicate e durature e la vittoria delle forze dell'ordine, che riescono a sradicare definitivamente una vera e propria "holding" criminale.
Siamo nel Veneto contadino dalla fine degli anni '70, allora chiamato "il Sud del Nord". E' in questo scenario che muove i primi passi il "Toso", protagonista della storia romanzata del gangster. Cresciuto in una famiglia di umili origini, in pochi anni costruisce un impero partendo da rapine, sequestri di persona, omicidi.
Abile "imprenditore del crimine", il Toso approfitta della crescente ricchezza dei piccoli centri tra Padova e Venezia e dell'iniziale miopia delle forze dell'ordine, per mettere in piedi una banda potentissima e spietata, subito battezzata dai cronisti la "Mala del Brenta", che conquista il controllo del gioco d'azzardo di tutto il Nord Est fino oltre il confine dell'ex Jugoslavia, allargando lentamente il suo giro d'affari allo spaccio di droga e al contrabbando di armi, e che si lascia dietro una lunga scia di cadaveri.
Parallela alla storia del Toso, c'è quella degli investigatori e dei magistrati, che per anni sono sulle sue tracce e cercano di incastrarlo senza successo. E' solo dalla fine degli anni ‘80 che, grazie ad un meticoloso lavoro di indagini che mette in collegamento i vari crimini nel territorio del Brenta, le forze dell'ordine riescono a perseguire il Toso e la sua banda, con l'accusa di associazione mafiosa, formulata per la prima volta per un'organizzazione non del meridione.
Inizia una vera e propria caccia all'uomo, che tiene banco sulle prime pagine di giornali e telegiornali, fatta di evasioni ingegnose e rocambolesche, come quella attraverso l'antico sistema fognario del carcere di massima sicurezza di Fossombrone, e lunghe latitanze, dalle quali il boss continua a gestire i suoi affari. Fino all'ennesima cattura e all'amaro finale.
Il racconto si snoda anche attraverso gli aspetti privati della vita del Toso, il rapporto con la madre e l'amore per le donne e la bella vita, i tentativi di recuperare il rapporto con il figlio e un desiderio di riscatto che ha radici profonde.
Prodotto da Gabriella Buontempo e Massimo Martino di Goodtime per Sky Cinema, e diretta da Andrea Porporati - autore anche del soggetto e della sceneggiatura assieme ad Elena Bucaccio e Alessandro Sermoneta - "Faccia d'Angelo" è stato girato per 9 settimane nelle zone del Brenta, a Venezia e in Slovenia.
La miniserie in due parti andrà in onda il 12 e 19 marzo alle 21.10 su Sky Cinema 1HD (canale 301).