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Putrido, peccaminoso, perverso. C’è del torbido. La moralità dell’azione individuale, intessuta dei condizionamenti sociali, si annichilisce al cospetto di un esorbitante ed invasivo predominio dell’istinto, parte stessa dell’afflato della condizione umana. E, talora, la bruta istintività si accompagna ad un raziocinio malato, ossessivo, oppressivo, in grado di pianificare un lucido omicidio e di scalfirne e distruggerne le prove giudiziarie formatesi in itinere ad un processo senza appello. “Il caso Thomas Crawford” è uno scontro, una partita d’azzardo, un confronto eroico head-to-head, eyes-to-eyes, di una sottigliezza enfatica (come ampollosi sono i dialoghi, frutto di un’elaborazione eccessivamente teorica di una sceneggiatura zeppa di metafore proverbiali), tra un uomo attempato, ingegnoso esperto dell’arte della frattura e appassionato di gingilli filo-scientifici sulla perpetuazione del moto, e un ruspante pubblico ministero della procura distrettuale, arrampicatore sociale di un ego e di una saccenteria smisurati, imbattibile, ma con i punti deboli dell’uomo comune (la continua partecipazione all’ideale della vittoria come traguardo personale, yuppie del 2000) e la necessità di un ridimensionamento e di una rinascita morale. I due, impersonati brillantemente dal leggendario Anthony Hopkins, sarcastico, in grado di creare una sorta di maschera bicolore (che oscilla tra simpatia e orrore) del suo personaggio, e da Ryan Gosling, nascente star, dall’aria dimessa, ma dalla grande partecipazione emotiva, si danno battaglia su un campo impari in una lotta intellettiva, a dir poco graffiante, all’ultimo indizio. Molto efficace la tradizionale regia di Gregory Hoblit, che segue da vicino i suoi personaggi. Il film, buono, non raggiunge dei livelli di pathos e tensione, tipici del genere, nè brilla per originalità.La cosa migliore sono i due attori, e se uno è sul viale del tramonto con dei progetti ormai stantii, l'altro, giovane, è ancora nella fase precedente al grande salto, bravo, buon interprete, ma senza film memorabili alle spalle e con quasi esclusivamente scelte indie. L'intero cast è all'altezza, se si fosse osato qualche spunto più opriginale, il film sarebbe stato un must. Invece è un prodotto da guardare, magari in Tv, magari d'estate, magari stasera.
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