- Anno: 1970
- Durata: 118'
- Genere: Drammatico
- Nazionalita: Italia
- Regia: Elio Petri
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un film del 1970 diretto da Elio Petri ed interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una nomination per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar dell'anno dopo.
Il capo della Squadra Omicidi di una grande città, soprannominato il "dottore", viene promosso per i suoi meriti a dirigente dell'Ufficio Politico della Questura. Proprio nel giorno della promozione, l'alto funzionario, che sotto l'apparente sicurezza e disinvoltura nasconde una psicologia normale, uccide Augusta Terzi, la propria amante, dalla quale è stato deriso. Anziché preoccuparsi di non lasciare tracce del delitto, l'assassino, certo di essere al di sopra di ogni sospetto in forza della posizione di potere che occupa, si impegna paradossalmente a moltiplicare gli indizi a proprio carico: le indagini intraprese dai suoi collaboratori - come egli aveva previsto - non lo sfiorano neppure.
La comune predilezione per i timbri espressivi dell'iperbole, del grottesco, dello "straniamento di matrice brechtiana", rendono il connubio tra Elio Petri e il musicista Ennio Morricone uno dei più produttivi, quantitativamente e qualitativamente, del cinema italiano. La colonna sonora di Indagine, che pare aver esercitato una notevole impressione sullo stesso Stanley Kubrick, ne rappresenta, forse, il vertice. Qui, la contaminazione tra ambito classico ed ambito popolaresco (ad esempio il mandolino suonato come fosse un clavicembalo) con gli "inserti ritmicamente imprevedibili del marranzano, del sax soprano e del contrabbasso elettrico" risultano perfettamente funzionali nell'accompagnamento dei moti convulsi della psiche disturbata del protagonista.
Uscì nelle sale nel gennaio 1970 a ridosso della strage di piazza Fontana, della morte violenta dell'anarchico Giuseppe Pinelli e dell'arresto di Pietro Valpreda. Accompagnato dal divieto ai minori di 16 anni, era in forte odore di un imminente sequestro, richiesto da alcuni dirigenti della questura di Milano, che avevano lasciato la proiezione prima della fine. Sia per la decisione del sostituto procuratore Giovanni Caizzi - lo stesso che successivamente avrebbe prosciolto Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini -, sia per probabili considerazioni di ordine politico, il film non fu sequestrato.
Per quanto si trattasse di un film complesso, denso di riferimenti culturali e artistici (da Bertolt Brecht a Wilhelm Reich, da Karl Marx a Franz Kafka, dal thriller politico all'americana al grottesco), che furono forse maggiormente recepiti all'estero, l'accoglienza del film in Italia fu fortemente condizionata dai recenti avvenimenti politici interni. Il film, fin dall'inizio, divenne oggetto di confronto politico, nonostante iniziasse con la dicitura "Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale". L'allora periodico quindicinale Lotta Continua lo elogiò, invitando i lettori a riconoscere nel personaggio interpretato da Gian Maria Volonté la figura del commissario Luigi Calabresi, accusato dal movimento extraparlamentare di essere responsabile della morte di Pinelli. La sua sola uscita era stata salutata da Giovanni Grazzini, sulle colonne del quotidiano italiano Corriere della Sera come "[...] un importante passo avanti verso una società più adulta, tanto più sicura di sé e della democrazia da potersi permettere di criticare istituti tenuti per sacri [...]". Ugo Pirro ricorda: "Ci avevano detto che saremmo finiti in carcere: era una tale bomba." L'incombere della minaccia di sequestro ed i recenti avvenimenti politici concorsero a un immediato successo: "L'affluenza del pubblico nelle sale era enorme e in alcuni casi fu necessario interrompere la circolazione dei veicoli, data la lunghezza delle file alle biglietterie. La gente si accalcava perché non credeva ai propri occhi." In seguito a tale successo, una parte della critica di sinistra, quella in particolare che faceva riferimento alle riviste Ombre rosse e Quaderni Piacentini, rivolse a questo, come ad altri successivi film di Elio Petri, l'accusa di spettacolarizzare a scopo economico i processi sociali e politici.
Nel 1970, il film, con un incasso di 1.928.240.000 di lire, si classificò all'ottavo posto tra i film italiani, mentre, considerando i più omogenei dati relativi ai film in prima visione in sedici città capozona, nella stagione agosto 1969-luglio 1970, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto fu sesto in assoluto con un incasso di 690.191.000 lire.