Brad Pitt, protagonista e produttore di “World War Z”, reinventa il cinema di zombie con il kolossal diretto da Marc Foster (regista di “Neverland” e “007 Quantum of Solace”), tratto da un romanzo di Max Brooks (figlio di Mel Brooks e Anne Bancroft).
«Avevo voglia di far divertire i miei bambini» - racconta Pitt - «con un personaggio di eroe che cerca di salvare il mondo. Gli zombie sono una metafora di alcune paure contemporanee, come l'incubo del contagio collettivo, e della disumanizzazione dei rapporti ma, al di là di questi temi, “World War Z” è prima di tutto un film d'azione, con cui vogliamo sorprendere e divertire il pubblico».
«“World War Z” non è solo un ‘disaster movie’, un film apocalittico-catastrofico su un disastro globale che colpisce l'umanità», spiega l’attore. «Il nostro obiettivo era di creare qualcosa di originale, di non ancora visto sugli schermi. Volevamo unire spettacolo, interrogativi fantascientifici e dubbi del mondo della scienza, con la mitologia antica dei morti viventi».
In chiusura, il pensiero di Pitt va all’amico James Gandolfini: «La sua morte rappresenta una grande perdita per il cinema. Era un attore eccezionale: per me aveva il carisma e la forza di Marlon Brando. Le sue performance erano maestose e potenti. Nella vita era un uomo gentile e pieno di calore umano: James mi mancherà molto».