Chi era e chi è Jorge Mario Bergoglio, l’uomo che ha conquistato le copertine delle più importanti riviste del mondo, protagonista di una nuova primavera della Chiesa Cattolica? La Grande Storia, in onda stasera alle 21.05 su Rai3, con un documentario storico firmato da Maite Carpio si propone di approfondire la sua figura, a più di un anno dalla elezione al soglio pontificio e in occasione del viaggio in Terra santa.
Gli amici di vecchia data e le persone che lo hanno conosciuto da vicino raccontano chi è stato questo uomo. I testimoni della sua vita e le parole semplici e ispirate delle sue omelie, delle sue messe, e gli incontri con la gente umile delle periferie, raccontano una personalità insolita e complessa, con tutte le sfumature dell’uomo sincero, forte, anche di comando ma soprattutto un uomo di Dio.
Articolato in tre capitoli, il documentario ripercorre la vita di papa Francesco: la sua infanzia modesta, la grave polmonite che lo costringe al letto ma lo aiuta a trovare la sua vocazione, il rapporto con nonna Rosa, la vita degli anni 50 nel quartiere Flores di Buenos Aires dov’è cresciuto e dove sono nate le sue passioni: il calcio, il tango e l’opera lirica.
La storia dell’Argentina s’intreccia continuamente con le vicende di Jorge Bergoglio. Per capire Bergoglio però, è fondamentale comprendere che lui è soprattutto un gesuita; il suo rapporto con Padre Arrupe, Preposito Generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983, è decisivo nella sua formazione e nella sua carriera.
Nel periodo del suo ministero episcopale, iniziato a Buenos Aires nel 2001, conduce una vita austera, fatta di grande semplicità, la cui attenzione è rivolta ai poveri e agli emarginati delle periferie. Un “pastore d’anime” che viaggia in autobus, che si reca di persona nelle periferie dimenticate della megalopoli, che visita i carcerati e i malati di Aids, che celebra messe per le prostitute, che aiuta e sostiene le famiglie dei desaparecidos e che in pochi anni diventerà un punto di riferimento essenziale per la Chiesa mondiale.
Bergoglio è stato, senza volerlo, misteriosamente apprezzato da buona parte del Collegio Cardinalizio che lo ha identificato come l’uomo del cambiamento.