[Articolo by Fede]
Gran “baraonda” (tanto per prendere a prestito il nome della loro etichetta discografica) ieri sera a Milano, in Via Cesare Lombroso, civico 54, zona Corsica-Forlanini, a pochi km dall’aeroporto di Linate e dal Parco Lambro, l’attesa spasmodica era tutta per i nuovi “teen idols”, nonché dominatori delle superclassifiche, nonché i fenomeni che da mesi stanno facendo incetta, nel loro settore, di premi, riconoscimenti e trofei di ogni genere, chi se non The Kolors? Potevamo forse non gettarci nella mischia? Certo che no e infatti c’eravamo anche noi. A partire dalle 18.00 c.a., in una città imprigionata in una cappa di calore con punte massime che probabilmente rasentavano i 40°, si accalcava già, davanti all’ “Estathé Market Sound” una folla inizialmente di almeno un migliaio di persone, poi cresciuta progressivamente fino a numeri da “record”, grondante e alquanto impaziente, in attesa che si aprissero i cancelli, che si vociferava potessero essere varcati già a partire dalle 18.30, ma di fatto non si sono spalancati che un’ora dopo, questo lungo intervallo di tempo è stato a tutto beneficio dei venditori ambulanti di bibite e generi di ristoro e delle bancarelle di “gadget”, autorizzate e anche “pirata”, che sono state prese d’assalto da bambini e giovanissimi desiderosi di procurarsi, tanto per completare la “divisa da battaglia”, t-shirt, berretti con visiera, copricapi vari, sciarpe e fascette rigorosamente provvisti dell’immagine dei loro amati. Quando poi abbiamo raggiunto lo spiazzo all’aperto dove era montato il palcoscenico, ci siamo trovati di fronte a un’autentica marea umana, in piedi (i posti a sedere essendo riservati alla stampa e alle radio), il calcolo, anche solo approssimativo, della cui entità, era praticamente impossibile, ci saranno state 5000/6000 persone, di più?Poco più tardi sono iniziati anche gli urletti invasati di “pre-allarme” di qualcuno/a che credeva di aver avvistato sul palco le sagome di uno dei Kolors e immediatamente veniva zittito perché si scopriva che trattavasi nient’altro che di qualche tecnico delle luci o del suono o di un membro dello “staff”. Fra il pubblico, molte famiglie, tanti gruppetti di adolescenti, soprattutto ragazze e di giovani sopra i 20 anni, si era anche formato un “club” di “mini-fans” di Stash, età fra i 5 e i 10 anni, con tanto di cartelloni e bracciali fosforescenti, che a spettacolo entrato nel vivo si mostreranno poi i più “tarantolati” e scalmanati. E infine Stash, dopo essersi fatto sospirare a lungo, è finalmente apparso all’orizzonte, casual-elegante, in giacca grigia di pelle, canotta lunga fin sopra il ginocchio nera e “leggings” dello stesso colore, ciuffo “punk” che è ormai la sua “cifra” alto sopra il capo e naturalmente è successo il finimondo, il “parterre”, soprattutto femminile, ha perso qualsiasi freno inibitore, ma nel corso della serata, oltre ai coretti con il solito “Sei bellissimo”, quando si è sfilato il giubbotto, sono stati scanditi anche dei “Nudo!Nudo!”, ne è stato compiaciuto, ma ha fatto capire che era meglio accantonare il pensiero. Se già vedendolo ad “Amici” l’impressione era che fosse una “forza della natura”, “live” è nitroglicerina pura, scatenamento “elettrico”, un vulcano in eruzione, instancabile, trascinante, capace di correre da un capo all’altro del palcoscenico, di ballare, cantare e suonare ad un tempo, dirigere gli spettatori ed è riuscito a “infiammare” ulteriormente l’atmosfera già arroventata dalle alte temperature. Uno dopo l’altro, ha riproposto quasi tutti i brani contenuti nell’album, doppio platino, “Out”, accompagnandosi con la chitarra elettrica, sulla quale trasferisce rabbia ed energia sferzante negli accordi “rock”, mentre in quelli più lenti si piega sullo strumento sorreggendolo come se fosse una donna abbandonata fra le sue braccia, innegabili le sue notevoli capacità virtuosistiche. Da ricordare l’ospitata del maestro Pino Perris, di “Amici”, che l’ha accompagnato al pianoforte nell’esecuzione di “Me minus you” e l’elogio pubblico di Elisa, sua “coach” nella trasmissione, che non poteva essere presente per il duetto di “Realize”, che ha quindi cantato da solo.
Tante le “cover”, da “Radio Ga-Ga” dei Queen a “Shout” (da brivido) dei Tears for Fears (video di R.Andreoni)
a “Pompeii” dei Bastille, “Maniac” di Michael Sembello, all’originalissimo arrangiamento di “Il Mondo”, già cavallo di battaglia di Jimmy Fontana, che la platea ha intonato spontaneamente con lui, mentre su altri pezzi veniva d’istinto ballare, come è stato. Il risultato si è tradotto in quasi due ore coinvolgenti e piene, reclamati a gran voce dal pubblico con degli “Oooh!oooh!yeah!” dopo che, come tradizione insegna,The Kolors hanno finto di ritirarsi dietro le quinte, hanno concluso con la “hit” “Everytime”. Stash ha detto semplicemente, accomiatandosi, con la mano sul cuore “Grazie, Milano!” e poco prima “Come farò a ripagarvi?”. Non devi fare nulla, Stash, semplicemente continuare a regalare alla gente della buona musica, essere una persona “vera” e il bravo ragazzo che tanti vedono in te.
Stash il frontman dei The Kolors ha poi ringraziato il pubblico del concerto con questo video su Instangram
Ieri sono riuscito ad immortalare questa scena… L'apertura dei cancelli… Voi non mi vedevate, ma io vi osservavo con stupore.. Avevo il camerino che dava proprio sul palco! Penso di non dimenticare mai più quel momento! Grazie… Davvero! #thekolorslive2015 #aperturacancelli #stashers #kolored #thekolors #stash
A video posted by THE KOLORS / Stash (@thekolors_stash) on Jul 16, 2015 at 2:39am PDT