AGCOM ha diffuso i dati dell’osservatorio delle comunicazioni aggiornati al giugno 2015. All’interno del rapporto la sezione sui media fornisce una panoramica molto interessante sui consumi mediatici nel nostro Paese.
Una prima tavola fornisce il dettaglio di accesso ai mezzi di informazione e web.
Emerge che dal 2010 al 2015 la quota di popolazione che dichiara di utilizzare Internet per informarsi è cresciuta di quasi 16 punti percentuali. Una crescita non certamente straordinaria e, come noto, di gran lunga inferiore alla stragrande maggiorana dei Paesi della UE,
Si conferma come tra le fonti di informazione online ritenute più rilevanti vi siano motori di ricerca e social. Se Facebook supera newsbrand di grande rilevanza così non è per il newswire per eccellenza: Twitter, che si colloca all’ultimo posto.
La seconda tavola mostra il trend degli ascolti televisivi e quello delle vendite di quotidiani.
Rai e Mediaset restano ovviamente i due principali operatori in termini di audience, con rispettivamente il 35.2% e il 32.2% di share, in deciso calo rispetto al 2010.
Per quanto riguarda i quotidiani prosegue la tendenza generale di riduzione delle vendite con una flessione di circa 350.000 copie rispetto a giugno 2014. I prezzi dei quotidiani a giugno 2015 crescono del 22.6% rispetto al giugno 2011, segno evidente di politiche di recupero contributivo da cash cow.
La terza tavola mostra l’audience delle principali emittenti radiofoniche ed il ranking per utenti unici di Internet.
Per quanto riguarda le radio rispetto al primo semestre 2014 si evidenzia una maggiore concentrazione degli ascolti verso le emittenti posizionate ai primi posti nella graduatoria.
Nel Web le prime posizioni del ranking sono occupate dagli operatori che forniscono in prevalenza servizi di tipo orizzontale, che spesso svolgono il ruolo di “porte d’ingresso al web”.
Le prime 3 posizioni non presentano variazioni su base annua: in particolare, Google resta stabile al primo posto con poco più del 95% degli utenti che navigano in Internet. Nella “top 10″ spicca la crescita di WhatApp e di Amazon; nessun publisher al suo interno.