STAY TUNED #3 | 5 dischi del 2015 da non perdere

Creato il 04 aprile 2015 da Carusopascoski

3° puntata per la mia minirubrica di lapidari consigli musicali per l’anno in corso che esce su Memecult: 3 righe su 5 dischi usciti nel 2015 più il link a una canzone per disco, per dar spazio alla musica e non al catechismo del recensore di turno. Stavolta tocca a Jib Kidder, Panda Bear, Liam Hayes, Sufjan Steven e Pond. Enjoy!

Jib Kidder – Teaspoon To The Ocean

Disco di grande freschezza, un connubio eccentrico tra folkotronica (Books) e psych-pop (Byrds) per un polistrumentista col santino di Brian Wilson nel portafogli che si diverte a seminare ogni tipo di suoni nelle sue canzoni. C’è chi l’ha chiamato indie-sun, chi toy-psych eccetera: se Animal Collective e Real Estate facessero un disco insieme suonerebbe così.


Panda Bear – Panda Bear Meets The Grim Reaper

Parli degli Animal Collective e spunta il nuovo disco di Noah Lennox, che è, prevedibilmente, bellissimo. Squarci di cantato hippie lanciati nell’etere elettronico che sospende ogni contingenza: la formula è ritoccata e si discosta dal free folk delle origini (e del capolavoro “Person Pitch”) per ritoccare lo standard dello psych-pop che suonano nel paradiso dei sintetizzatori.


Liam Hayes – Slurrup

Già Plush, nel nome di Alex Chilton e con echi dei più felici che vanno da Todd Rundgren ai Kinks fino ai Teenage Funclub, il disco di Liam Hayes ha una personalità spiccata e recuperando sonorità 70’s ne aggiorna il canzoniere con “rock’n’roll and pranks and magic”. Probabilmente non sarà per nessuno il disco dell’anno, ma meriterebbe di stare nelle cuffie di tutti a lungo.


Sufjan Stevens – Carrie & Lowell

Riuscirà mai Sufjan Stevens a fare un disco non dico brutto, ma anche soltanto non bellissimo? La risposta è no e questo basterebbe a recensire qualsiasi nuovo episodio della sua discografia. Gli ingredienti sono gli stessi, primule folk fragilissime e minimaliste, l’impatto emotivo resta devastante, su soglie toccate solo dai migliori cantautori del pianeta quale lui è.


Pond – Man It Feels Like Space Again

Sulla scia dei primi Flaming Lips e psichedelicamente oltre i Tame Impala, in cui suonano(hanno suonato 3/5 dei Pond, che non sono più il passatempo parallelo dei preziosi aiutanti del cappellaio magico Kevin Parker, ma sono una band matura che attraverso i viaggi mentali di un collettivo eclettico e ispirato innesta la musica del cosmo nello scenario del deserto australiano.

* Articolo pubblicato su MeMeCult – http://www.memecult.it/stay-tuned-5-dischi-del-2015-da-non-perdere-2/


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