Ritorna con la ottava puntata la mia minirubrica di lapidarie selezioni musicali dell’anno in corso: 3 righe x 5 dischi usciti nel 2015 + link a una canzone per disco, per dar spazio alla musica e non al catechismo del recensore di turno. Stavolta tocca a: Wand, Jim O’Rourke, Natalie Prass, Ghost Culture, Mikal Cronin.
Wand – Golem
Ennesima poderosa band californiana, gli Wand vagano tra garage alla Thee Oh Sees, stoner alla Kyuss e ballate alla Flaming Lips, con melodie perfette graffiate da contorsioni di fuzz e muro sonoro. Qualcuno ha suggerito di immaginare Marc Bolan sepolto sotto il parossismo dei Butthole Surfers, e ha colto la natura di questo disco straripante come ogni gran disco d’esordio.
Jim O’Rourke – Simple Songs
Jim O’Rourke è un genio diviso tra tradizione e sperimentazione che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Torna dopo anni con un album avvolgente di canzoni tra Bacharach e Wilco, indovinando ogni trama melodica, cambio di passo, tocco ad effetto. Un album fin troppo perfetto di “canzoni semplici”, che sono poi tutt’altro, aggiornando lo standard del pop più colto con gusto raro.
Natalie Prass – Natalie Prass
Esordio memorabile per questa ninfa che contamina un gusto pop eccellente con venature soul e jazz deliziose. Azzardando un parallelo si pensi alla controparte femminile di Matthew E. White, produttore del disco, mentre l’eco di Laura Nyro è autentico e si contamina di un gusto barocco nell’arricchire di orpelli nove piccoli miracoli pop, un manifesto del mellifluo in musica.
Ghost Culture – Ghost Culture
Synth-pop che omaggia i New Order più spensierati, si propone talvolta su umori e visioni prossimi agli LCD Soundsystem ed ha un certo gusto nell’esercitare tinte dark rallentate sopra il tappeto di tastiere in fermento. I momenti migliori non sono solo quelli squisitamente danzerecci, transitando con pari maestria dall’estasi da dancefloor (“Answer”) alla trance electro-pop (“Giudecca”).
Mikal Cronin – MCIII
Il power-pop in stato di grazia dentro il terzo disco della controparte romantica di Ty Segall. Melense al punto giusto, queste canzoni sono un frullato di Dinosaur Jr., Teenage Fanclub e Big Star intinte da quella vena hippie-freak che è tipica della scena californiana cui appartiene. Un disco che irradia buone vibrazioni facendo ruggire gli strumenti con un controllo perfetto delle parti.