Dopo le recenti letture impegnative sentivo il bisogno di storie leggere, senza pensarci ho ripiegato verso il genere fantasy e fantastico di Brandon Sanderson, pubblicato in Italia da Fanucci, una garanzia. Steelheart è un concentrato di adrenalina, un romanzo dispotico dove gli eroi sono cattivissimi, e gli umani semplici umani che cercano di aggiustare la situazione comportandosi da eroi.
Gli eroi verranno… ma potremmo dover dar loro una mano.
In Steelheart la scrittura veloce e ritmata di Brandon Sanderson si concentra non su un mondo fantastico, come ci ha abituato in altre occasioni, ma in un futuro prossimo, il nostro mondo crollato nel caos a causa di persone tramutate in Epici, uomini e donne con super poteri, e caratteristiche impossibili da sconfiggere. Ma, contrariamente agli eroi della Marvel, i super di Sanderson non sono affatto i buoni. I poteri degli Epici infatti, causati da Calamity una sorta di cometa di passaggio, cancellano i sentimenti positivi lasciando solamente rabbia e cattiveria. Distruzione e morte si innescano per il solo divertimento. Città intere vengono distrutte, famiglie sterminate. Uomini e donne cercano di vivere nell’ombra, per non turbare gli Epici sovrani. Non tutti.
David, il protagonista della nostra storia, è corroso dal desiderio di vendetta, Steelheart Epico di Newcago (Chicago) ha ucciso suo padre. Per dieci anni David analizza e conserva ogni dettaglio che riesce a raccogliere sugli Epici, ogni punto debole, caratteristica, abitudine e fobia. David è consapevole di non poter vincere da solo, per questo decide che vuole unirsi agli Eliminatori.
Originale, ricco di colpi di scena, per nulla scontato, Brandon Sanderson riesce a conquistare il lettore e sono certa non deluderà nemmeno gli amanti dei fantasy classici. Ammetto che in alcuni tratti mi ha ricordato Matrix, ma senza eccessi e la cosa non mi ha per nulla infastidita.
In media la gente manca l’obiettivo quando spara da oltre dieci passi… ma non ero sicuro delle statistiche ora che la pistola era a meno di quaranta centimetri dalla mia faccia. Probabilmente non erano così favorevoli per il bersaglio.
La storia funziona dall’inizio alla fine, personalmente amo i racconti dove gli umani sono fallibili e gli eroi pure.
Anche gli altri strumenti tecnologici degli Eliminatori erano straordinari, come i giubbotti che in teoria funzionavano un po’ come un’armatura. Cody, Megan e Abraham indossavano tutti un giubbotto, diverso all’esterno, ma con una complicata rete di diodi all’interno che in qualche modo li proteggeva. Il rabdomante, che rivelava se qualcuno era un Epico, era un altro pezzo di quella tecnologia. L’unico altro congegno che avevo visto era qualcosa che chiamavano ‘il fuoripericolo’, un aggeggio che accelerava le capacità guaritrici di un corpo.
È così triste, pensai mentre Cody andava a prendere una scopa per ripulire la polvere. Tutta questa tecnologia… avrebbe potuto cambiare il mondo. Se gli Epici non l’avessero fatto prima.
Un mondo in rovina non poteva godere di quei benefici.
Attenzione, il finale non è per nulla scontato. Leggere per credere.
Steelheart _ Brandon Sanderson _ Fanucci _ 2014