Dopo l’ Assemblea di Padania Acque di ieri vogliamo denunciare l’intollerabile forzatura operata dal presidente Salini e dall’ AATO, mediante la deliberazione assunta qualche settimana fa in merito al modello gestionale della società mista. Non si tratta della prima infrazione allo spirito democratico da parte del presidente, che invece dovrebbe animare il confronto su scelte che superano gli interessi ideologici e sulle quali i cittadini si sono espressi in modo plebiscitario con un referendum.
Ieri sera in Assemblea è stato presentato il Piano Industriale della costituenda società unica di gestione del sistema idrico integrato a livello provinciale. Il consulente di KPMG, il dottor Giampaolo Attanasio, esperto di Utility, ha illustrato puntualmente il Piano Industriale della società e dimostrato in modo inequivocabile la sostenibilità societaria e degli investimenti. Si tratta di un tecnico neutrale, di valore nazionale, incaricato di tutelare l’interesse collettivo e retribuito per conseguire tale finalità.
Il Piano Industriale del triennio 2013-2015 evidenzia un chiaro trend di incremento della redditività, con possibili investimenti di 54 milioni di euro in tre anni e prospettive di tranquilla sostenibilità dei finanziamenti, dietro la garanzia della tariffa, definita dall’Authority e quindi non speculativa, vicina all’interesse degli utenti.
Sostenere, come si ostina a fare il presidente Salini e come più volte ha ripetuto anche il presidente dell’AAto Denti, che il modello di società mista è necessario per potere intraprendere i necessari investimenti sulle reti perché la società pubblica non sta in piedi è un’ affermazione infondata e in chiara malafede. Una posizione in dispregio degli interessi dei cittadini e della logica imprenditoriale, cui gli enti locali dovrebbe essere attentissimi, soprattutto in questo periodo di grave travaglio per le nostre comunità.
A maggior ragione, dopo l’illustrazione tecnica del piano Industriale di ieri sera, acquista maggiore fondatezza, se ce n’era bisogno, la proposta di ordine del giorno da noi presentata in Assemblea, per impegnare l’Ufficio d’Ambito, attraverso il CdA dell’AAto, all’affidamento del Piano d’Ambito della Provincia di Cremona, dall’inizio del prossimo anno, dopo i necessari atti amministrativi, alla costituenda Società Unica.
Tale percorso renderebbe possibile l’immediata operatività del nuovo gestore Padania Acque Gestioni e garantirebbe in tal modo tempi certi di intervento nonché di risposta alle esigenze gestionali ed infrastrutturali del nostro territorio, sviluppando progressivi processi di integrazione ed efficientamento.
Una proposta che ieri sera non ci è stato consentito di porre in votazione e che il presidente Salini ha dichiarato non procedibile. Peccato che la sua percorribilità sia invece stata valutata anche con i funzionari di Regione Lombardia, i quali hanno confermato la possibilità di una assegnazione diretta alla società, in attesa dello svolgimento della gara, piuttosto che di una revisione e regolarizzazione delle decisioni prese.
Una proposta, evidenziamo, che prevede l’affidamento alla nuova società, oggi interamente pubblica, quindi dei Comuni e controllata dagli stessi tramite le società Patrimoniali, tramite un Tavolo di Tutoraggio dei Sindaci e anche tramite gli indirizzi della Conferenza dei Comuni in sede A.ATO, e che per questo non piace evidentemente a chi ha già deciso a priori per il modello misto e per la privatizzazione dell’acqua, con uno zelo che suscita gravi interrogativi, cui cercheremo di dare risposte in ogni sede.
Quella cremonese è una gestione tradizionalmente pubblica, da sempre sana e in grado di fornire ottimi servizi ai cittadini, facendo conto su aziende a misura di territorio e vicine agli utenti.
Un patrimonio che noi sindaci abbiamo il dovere di non disperdere e di non svendere con operazioni assunte in maniera capziosa e non condivise in maniera allargata.
L’ordine del giorno che abbiamo presentato in Assemblea di Padania Acque per impegnare l’AAto all’affidamento diretto alla nuova società sarà votato il 26 o 27 novembre e invitiamo tutti i Sindaci, quale che sia la loro parte politica, a farsi interpreti delle istanze dei cittadini e a scommettere, in questa fase delicata, sull’acqua pubblica e a non farsi intimidire da chi con arroganza e presunzione calpesta gli esiti della volontà popolare espressa in modo inequivocabile con il referendum.
Stefania Bonaldi Sindaco di Crema e Claudio Silla Sindaco di Casalmaggiore