Sarà stato per la sua leggerezza, ma certo il coraggio non le è mai mancato… Viareggio negli anni 60 è uno dei luoghi mitici dell’Italia rampante… I vip di Milano scendono tutti qui per le ferie e i locali notturni sono il fiore all’occhiello della musica più nuova… Fra i giovani cantautori ce ne è uno in particolare … “Con Gino c’incontrammo alla Bussola. In realtà io ero andata lì apposta perché quella sera lui cantava. A me piaceva molto e volevo incontrarlo. Mi ero anche messa un bel vestito verde acqua, con una striscia di raso intorno alla scollatura. Lui mi vide e mi invitò a ballare e siccome ero piuttosto carina, mi stringeva. Poi però mi chiese quanti anni avevo e quando sentì che erano solo quindici si staccò bruscamente….” Invece fu un lungo amore … Lui aveva 12 anni più di lei e una moglie, che trascurava ma non lasciava… Stefania cominciava quasi per gioco a lavorare nel cinema … Lui beveva, era geloso, ma per lei scrive “Sapore di sale” una canzone da giovani, che sa di mare, di estate, di felicità e … invece poco dopo, Gino si punta una Derringer al cuore … “Volevo vedere cosa succede” spiegherà poi… E quel proiettile a Gino Paoli gli rimarrà conficcato dentro… Lei anche se così giovane non si spaventa e non si allontana…
Nel 1964 nasce Amanda… Non era facile andare così controcorrente negli ipocriti anni ’60 dove tutto era lecito e consentito… Purchè non fosse risaputo… Poco tempo prima avevano allontanato dalla televisione Mina, la più grande cantante italiana e una grande showgirl… Aspettava un figlio da un uomo separato dalla moglie, in un Italia dove non c’era divorzio… Ma Stefania non ha paura e di questa maternità contestata, sente solo la gioia infinita… Mentre la carriera di Gino Paoli comincia a entrare in un’ombra lunga, da cui uscirà solo molti anni dopo, Stefania diventa una delle più acclamate dive. Poi la sua storia d’amore con Gino finisce, si trasferisce a Roma, si sposa e avrà un altro figlio…
I suoi registi sono tutti importanti ma i ruoli che le affidano sono sempre trasgressivi… Comincia come giovane ladra ne “Il Federale” per raggiungere subito dopo la fama in un film di forte satira di costume come ”Divorzio all’Italiana” E’ la giovanissima amante del Barone Fefè che per amor suo ucciderà la moglie, facendolo sembrare un delitto d’onore … Altre attrici che, come lei, iniziano la carriera in quegli anni saranno sempre lì a sbandierare i loro interessi culturali, l’impegno sociale o politico, la fedeltà e la famiglia … Stefania non ci prova affatto… Sembra felice dei ruoli che interpretà e non le dispiace affatto che sia circondata da quest’alone di sesso che le gira attorno.. Ma se oggi le si chiede se ha mai provato attrazioni sessuali sul set risponde scherzando “Il set è il luogo meno adatto per un feeling di quel genere. Con tutte le luci addosso, i tecnici e la parrucchiera che ti assesta un capello, ti senti pronta per la vivisezione. Io però sul set riesco a valutare il partner che mi piace e quello che mi lascia freddina”…
Nel 1970 Bernardo Bertolucci ne “Il Conformista” la riveste di una preziosa, sofisticata immagine di giovane signora a cavallo fra gli anni ’30 e ’40… e le affida il personaggio di Giulia, moglie naturalmente amorale che eccita il marito in viaggio di nozze, raccontandogli il suo lungo amore di quindicenne con un uomo di sessanta anni … Per poi subito dopo mettersi a filtrare con una bellissima donna bionda… Giulia è una figura a cui lei aderisce completamente senza paura di compromettersi e di essere identificata con il suo personaggio…
Di film ne ha interpretati 130 compresi quelli per la televisione, un attività addirittura frenetica, senza sosta che solo raramente ha subito flessioni… Con punte di erotismo che hanno fatto scrivere fiumi di inchiostro sulla validità artistica del cinema erotico, le sue differenze e le sue analogie col cinema porno… A Stefania non si pùò toccare questo film… L’ha amato troppo e lei, abituata a buttarsi tutto alle spalle, invece per quel film ci ha sofferto …”Dopo “La Chiave” mi è stata appiccicata addosso l’etichetta di attrice erotica. È stata un’etichetta che mi è pesata…” La Chiave è la storia della rivelazione di una folle passione coniugale, che porterà alla morte uno dei due protagonisti “Un romanzo che mi è piaciuto infinitamente, quando l’ho letto nella sceneggiatura di Tinto Brass… Così non ho avuto paura di spogliarmi, di recitare nuda in un copione valido. Sono stata per molti anni un’eterna ragazza del cinema italiano di volta in volta ingenua, maliziosa, tenera, disponibile. Con La Chiave sono diventata una donna, una madre di quasi 40 anni che, nell’Italia fascista (uso questa parola per esprimere un modello di educazione, una passività femminile di intere generazioni di madri) scopre la propria sessualità repressa…Il nudo, l’erotismo sono forme, modi di espressione. Purtroppo, c’è stato chi ha voluto vederli in un’altra maniera, e così è caduta la distinzione tra erotismo e pornografia».
Ma Stefania non si arrende… Istintivamente ha sempre capito l’importanza dell’Eros nella vita delle persone… La sua è una consapevolezza che riporta alle radici della vita, in un tempo mitico che poco ha a che fare con le sovrastrutture sociali e con l’intermediazione della psicoanalisi… Così l’anno dopo interpreta “Una donna allo specchio”… Viareggio durante il carnevale…Tre giorni di amore insensato e sfrenato, di scoperte e di confessioni. Un’avventura che non si nasconde dietro speranze di futuro e in cui proprio la brevità dell’incontro porta alla ricerca della trasgressione più totale… E seguiterà a rappresentare la trasgressività sessuale anche dopo, quando a 45 anni interpreterà la perfida Conchita che cadrà succube di passione per il possente Raoul…Quando le chiesero se fosse femminista lei rispose «Credo proprio di sì. Ma spero che questo non mi affatichi troppo» Indubbiamente sarebbe stata una grossa impresa spiegare alle femministe il suo modo di essere una donna libera… Ha preferito farlo con un film, cosa che a lei dà gioia e proprio per questo non l’affatica… Alla sua prima prova come Regista chiama, come interprete, sua figlia Amanda e racconta una storia insolita, quella di una poetessa e scrittrice a cavallo fra il Medio Evo e il Rinascimento. Pochi conoscono il nome di Cristina da Pizzano. Eppure Cristina è stata una figura avvincente! Italiana, in Francia fu la prima donna a sopravvivere e a riconquistare la sua dignità scrivendo e pubblicando opere poetiche, erudite e persino scritti in difesa di Giovanna d’Arco. Schiacciata dalle guerre e dalla miseria Cristina riuscì a vincere fame, paura e disperazione grazie alla scoperta di un dono che portava dentro di sé senza saperlo, la cultura che suo padre le aveva insegnato e il talento poetico che le era innato.
Alla prima del film Stefania Sandrelli, sempre schiva delle grandi dichiarazioni, per una volta si lascia un po’ andare e dichiara ”Bisogna fidarsi di più di quella forza femminile… e spenderla… usarla … Riuscire a camminare non davanti agli uomini, perché non vogliamo e neanche dietro, alla pari… Percorrere un po’ lo stesso cammino”
Un piatto di pasta asciutta per Stefania Sandrelli, simile a quello che mangiava in “C’eravamo tanto Amati” un film di rara poesia, sulle disillusioni della gioventù e della politica. Lei è Luciana, la ragazza venuta a Roma per fare cinema che diventerà la donna di tutti e tre i protagonisti, fino alla saggia scelta di quello fra i tre che potrà farla felice…
SPAGHETTI DEL DI’ DI FESTAIngredienti: per 6 persone: 250 gr. di Spaghetti di farina bianca ,250 gr. di Spaghetti Integrale con Omega 3, 4 salsicce, 350 gr di funghi porcini freschi o 50 grammi di funghi essicati, 10 rosette di cavolfiore, 2 spicchi di aglio, peperoncino, pepe, sale, olio extra vergine di oliva, pomodorini, parmigiano
PREPARAZIONE . Pulite il cavolfiore e lavatelo. In una padella mettete un po’ di olio, uno spicchio d’aglio tagliato a metà e fatelo appena rosolare sino a quando diventi madreperlaceo, poi unite il cavolfiore a pezzi e il peperoncino, salate e versate un po’ di acqua. Fate cuocere, aggiungendo acqua di tanto in tanto finché il cavolfiore non si sarà disfatto e ridotto quasi ad una crema. In un’altra padella versate pochissimo olio, l’altro spicchio d’ aglio tagliato a fettine, la salsiccia e i funghi porcini( se usate quelli secchi devono essere messi a bagno in acqua tiepida per 30 minuti circa e strizzati prima di aggiungerli al sugo) salate e fate cuocere a fiamma vivace per pochi minuti, dopodiché aggiungete il cavolfiore e spegnete il fuoco. Mentre cuoce la pasta potrete preparare le cialde di parmigiano e i pomodorini per la decorazione. Per le cialde sarà sufficiente versare alcuni mucchietti di parmigiano grattugiato in una padellina antiaderente calda e attendere giusto il tempo che si sciolga, girarle e poi riporle su un piattino. I pomodorini invece andranno appena scottati in una padellina (un paio di minuti a fiamma alta e senza l’aggiunta di olio). A questo punto scolate la pasta e saltatela nel condimento di funghi cavolfiore e salsiccia unendo una spolverata di parmigiano e nell’eventualità un paio di cucchiai di acqua di cottura. Impiattate con l’aggiunta dei pomodorini e delle cialde di parmigiano come decorazione.