Stefano Benni è sempre una conferma e non delude mai. Quando scrive e quando, com'è successo ieri grazie a il Circolo dei lettori e alla Fondazione del Teatro Stabile di Torino, legge ad alta voce un grande classico come Cent'anni di solitudine, capolavoro di Gabriel García Márquez.
Rinnovando l'appuntamento con le letture di opere di grande letteratura internazionale, illustrate scenicamente, il Teatro Gobetti ha ospitato il noto scrittore italiano accompagnato da una perfomance di live painting di Cosimo Miorelli e dalle musiche di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba.
"L'idea è di restituire allo spettatore una visione globale degli infiniti accadimenti del romanzo navigando di generazione in generazione", afferma la regista Roberta Lena, che ha scelto Stefano Benni come guida di un viaggio suggestivo ed emozionante attraverso l'opera di Márquez. Grazie alla sua ironia, al suo modo di dominare la scena, alla sua vena di follia e alla sua sensibilità, Benni indossa perfettamente gli abiti di un moderno Virgilio che conduce lo spettatore a conoscere e ad affezionarsi ai protagonisti sfortunati di Cent'anni di solitudine.
L'opera (la riduzione letteraria è di Valentina Diana) narra le vicende delle varie generazioni della famiglia Buendía, il cui capostipite José Arcadio fonda alla fine del XIX secolo la città di Macondo. La storia è narrata con uno stile elaborato, costellato da prolessi che anticipano drammaticamente gli avvenimenti ancora da riferire.
Senza mai cadere in momenti di noia, lo spettacolo tiene incollati gli spettatori alle poltrone per due ore in un percorso che segue la straordinaria architettura narrativa del romanzo, tra realismo magico e forza evocativa della parola. Grazie alle musiche, ai bellissimi disegni proiettati sullo sfondo, alla forza esplosiva e alla presenza scenica di Benni, il primo appuntamento della seconda edizione di A VOCE ALTA - Letture a teatro conferma la bontà dell'iniziativa ed il suo meritatissimo successo.