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Stefano Benni | “Il territorio italiano è un bene dell’umanità, anzi del cosmo”

Creato il 09 aprile 2013 da Greeno @greeno_com
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Tenendo fede al suo compito di ‘moderatore’ del convegno interdisciplinare sui temi della comunicazione ambientale, Greeno ha inteso conoscere il punto di vista di uno dei più seguiti scrittori italiani su alcuni argomenti a noi cari. Stefano Benni è un autore da sempre sensibile ai temi della salvaguardia ambientale e del rispetto per le  cose del creato. Lo racconta nelle sue storie, e lo dice lui apertamente. Noi di Greeno lo abbiamo cercato (animale delle foreste) e gli abbiamo raccontato il nostro progetto. Gli abbiamo fatto un po’ di domande sul tema e lui ci ha risposto. Alla sua maniera.

Stefano, in molti suoi lavori il filo conduttore sembra essere il contrasto tra la “natura” dei piccoli borghi in cui vivono i suoi protagonisti e il “progresso”, che sotto la facciata del nuovo benessere nasconde in realtà una depauperazione selvaggia. Esiste una possibilità di dialogo tra i “buoni”, che finiscono sempre per essere gli abitanti della campagna, e i “cattivi” cementificatori che vengono dalla città?

Non tutto quello che viene dalla città è male. Era necessario modernizzare l’Italia. Ma è stato fatto male, in nome della speculazione e dell’avidità, non in nome del miglioramento della vita. Ora tutti se ne accorgono.

Ieri nessuno o quasi s’interrogava sulle conseguenze di una mancata progettazione d’interventi organici e non invasivi sul paesaggio; oggi gli animi si accendono sull’eventuale innesto di grandi opere ‘portatrici di modernità’. Che ruolo ha o dovrebbe avere la Comunicazione nella costruzione di una riflessione ragionata ed inclusiva attorno all’argomento?

Ci sarà sempre una battaglia su questo, ci sono in ballo interessi troppo grandi. E ideali troppo ingenui.

Secondo Lei, il parlare che oggi si fa dell’ambiente è frutto di una moda o siamo di fronte alla nascita di una nuova coscienza ecologica?

In parte è moda, in parte è una cosa seria, bisogna imparare a distinguere tra chi se ne occupa seriamente e chi ci gioca.

Come viene raccontato (quando accade) l’ambiente dalla politica? Durante l’ultima campagna elettorale, per esempio, non se n’è parlato quasi mai (http://www.greeno.it/home/2013/01/la-comunicazione-del-tema-ambientale-nei-programmi-elettorali-di-quale-ambiente-non-si-parla/).

Poco e male. E’ stato tutto sommerso dal disprezzo reciproco.

Nessuna domanda sul suo rapporto con Beppe Grillo e sulle vostre passeggiate in spiaggia. Ma se lei fosse un politico, facciamo anzi il Ministro dell’Ambiente, quale sarebbe il suo primo intervento?

Piano geologico immediato per la salvaguardia dell’ambiente. Giù le mani da quello che resta della bellezza Italiana.

tramontomare

La Costituzione Italiana, all’articolo 9, parla di ‘paesaggio’ (inteso come natura modificata dall’uomo), ma non parla di ‘ambiente’ (inteso come tutto ciò che pre-esiste e prova a resistere all’antropizzazione). Se Stefano Benni dovesse scrivere un articolo della nostra Costituzione dedicato all’ambiente, cosa scriverebbe?

Il territorio italiano è un bene dell’umanità, anzi del cosmo.

Una domanda che poniamo spesso ai nostri interlocutori (che sono economisti e scienziati, artisti e accademici, imprenditori e governatori) riguarda il modo per rendere più presenti ed efficaci i discorsi sull’ambiente. Alcuni rispondono che la comunicazione ambientale ha bisogno di storytelling, altri che ha bisogno di incorporare maggiore quota scientifica, altri che deve essere somministrata forzatamente o addirittura con toni catastrofici, altri ancora che deve far suo un approccio social. Lei quale ricetta suggerirebbe a chi fa comunicazione ambientale?

Non ho nessuna ricetta. Solo di informarsi seriamente su ciò di cui si scrive.

Le sue storie sono popolate da buosauri ormai estinti, cancataloghi e foxfirts, oche più brave dei lori maghi, ictaluri e pesci filosofi, pulci del congiuntivo, serpenti con i pollici, topi cagoni e vermi disici, innocenti pappagalli che congelano in Nuova Zelanda quando in Italia viene preparato un cappuccino, tassi loquaci. Insomma, il mondo animale è il buen retiro della sua fantasia. Nella realtà, come le parlano gli animali? Cosa vi dite e in quale lingua?

Bisogna avere parlato con gli animali, come facevo io da piccolo. Non si può spiegare.

Nel suo ultimo libro Di tutte le ricchezze, il protagonista – il vecchio professor Martin – fa la scelta ‘anti-contemporanea’ di ritirarsi a vita privata al limitare di un bosco, decidendo di estromettersi dalle prose morbose della città e di completare la stagione ultima della sua vita in prossimità di un luogo autentico, quel bosco magico in cui gli animali parlano anche. Possiamo leggere in questo libro un suo giudizio definitivo sull’umanità e sulla sua evoluzione? Ci è parso più rassegnato ed amaro, rispetto ai libri precedenti.

No, lui si ritira ma non vuole essere solo, è ancora in contatto con il mondo. Non è un uomo rassegnato, forse è malinconico, ma si batte ancora per quello in cui crede.

lupo

Si stima che, soprattutto a causa dell’impatto umano sugli ecosistemi, vada estinta una specie animale ogni 12 minuti. Come lo spiegherebbe ad un bambino?

Credo che strozzare cinque gatti in un’ora sarebbe efficace, ma non me la sento.

Che sia sereno il tuo cielo, che sia luminoso e tranquillo il tuo caro sorriso, che tu sia benedetta per quel minuto di beatitudine e di felicità che tu hai dato ad un altro cuore solitario e riconoscente! Dio mio, un minuto di beatitudine! È forse poco questo, sia pure per l’intera vita di un uomo?”

Ne “Le Notti Bianche” di Dostoevskij, il protagonista e Nasten’ka si perdono per sempre. Martin e Michelle, dopo le loro ‘notti bianche’, si scrivono ancora

Penso di sì.

Grazie mille per questa intervista. Il nostro rinoceronte verde pare salutarla  con affetto. Non sappiamo bene in che lingua lo abbia detto, ma siamo sicuri che lei lo ha capito.

Gli dica ” wak hawakami harambe n’tolu”.

www.stefanobenni.it


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