“Nessuno sa cosa farà Stefano Bollani nel suo concerto .(…) Piano Solo è un grande gioco”. Così recitava la presentazione dell’improvviso concerto di uno dei pianisti italiani del momento (da anni, ormai) e così è stato. Bollani è un mostro di bravura che si permette di tutto sul palco, dall’assolo sublime allo scherzo imperfetto riesce a guadagnare quasi lo stesso volume di applausi. Bollani è uno dei pochi musicisti che viene dal conservatorio e desta accoglienza da pop star senza per questo offendere i propri studi come colleghi di mainstream per pianoforte. Una fama, con la relativa accondiscendenza del suo pubblico trasversale, guadagnata a suon di canzoni e rivisitazioni memorabili e assestata definitivamente con il suo discusso “Sostiene Bollani” andato in onda su Rai 3. E con questa dovuta premessa con cui gran parte del pubblico ha riempito “il più bel teatro che ho visto stasera” (come lo definirà Bollani stesso), l’elegante Teatro Manzoni di Pistoia.
Bollani dà l’impressione di essere una persona frizzante e genuina, eppure strattonato internamente da un’ansia compulsiva di compiacere un pubblico sempre meno interessato a un concerto di piano solo come si dovrebbe, e soprattutto come lui potrebbe come pochi altri, oggi, in Italia. Si prova sovente una malinconia feroce nel percepire forzature nel suo incedere grottesco, poi si è portati a chiudere un occhio perché la risata provocata è ancora più urgente. Resta parzialmente insoddisfatta una richiesta di musica pura solo accennata, quasi fosse un intermezzo tra una gag e l’altra e non l’opposto, un ospite sconveniente, come un vestito tropo bello per recarsi a una serata tra amici (il concerto è stato preceduto da un incontro aperto col pubblico nel tardo pomeriggio) e non il motivo per cui si trova solo, su un palco, con un pianoforte. Un piano solo che dunque ben si accorda alla sua immagine pubblica e meno a un talento sempre più dilazionato tra i più diversi atti della sua carriera eppure ancora decisivo per perdonargli ogni eccesso guascone, una cornice di rara bravura a una serata in libertà concessagli da un pubblico sinceramente amico a cui è stato riservato un concerto facile (per uno come Bollani) ma mai grossolano. Finché riesce a stare su questa sottile linea di confine tra musica e cabaret avanti tutta. Senz’altro stasera ci è riuscito e bene ed è un piacere insolito scriverne.
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