Stefano Borgonovo è un ragazzo di Giussano che sogna di fare il calciatore perché ama il calcio. A 18 anni esordisce in serie A con la maglia
Nel 2005 iniziano i problemi di salute, inizia la partita più importante di Stefano. L’avversario è forte, fortissimo: la sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come SLA. Stefano scende in campo senza paura, pronto a correre e a lottare fino all’ultimo minuto, come ha sempre fatto. Ma la Sla incalza, cresce, si fa strada nel suo corpo, lo paralizza: Stefano è inchiodato a un letto, può parlare solo grazie ad un sintetizzatore vocale. Ma la partita non è affatto conclusa e Stefano è tutt’altro che immobile: organizza partite di beneficenza, l’incasso viene completamente devoluto per la ricerca su questa malattia. Va addirittura in curva Fiesole ad assistere alla semifinale fra la sua Fiorentina e l’Inter. Il 27 giugno 2013 l’arbitro fischia la fine della partita con la SLA, Stefano può finalmente ritirarsi negli spogliatoi da vincitore. Le parole più belle sono quelle del suo amico Roberto Baggio: “Caro Stefano, l’impresa più bella che sei riuscito a costruire negli anni è stata quella di trasformare il veleno della malattia in medicina per gli altri”. Stefano lascia il campo tra gli applausi commossi del pubblico e le lacrime della sua famiglia, lascia il campo da vero campione. Ha appena vinto il Pallone d’Oro per la vita.