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Stefano Guglielmin: blogger

Da Narcyso

Stefano Guglielmin, BLANC DE TA NUQUE, Le voci della luna, 2011


Stefano Guglielmin: blogger
Una nota é necessaria, anche se in ritardo, sul libro antologico che raccoglie il lavoro sulla rete di Stefano Guglielmin. Innanzitutto le ragioni di questa pubblicazione. La prima “é presentare tutta insieme una rosa autorevole ( di poeti) sulla quale continuare a lavorare. (…) La seconda ragione riguarda me (Guglielmin) in quanto autore che ha un’idea di poesia giá espressa altrove, ma che in rete ha trovato una dimensione colloquiale altrimenti improbabile. Il montaggio su carta consentirá di leggere meglio il disegno progettuale”. Il terzo motivo vorrebbe contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di far conoscere la grande vitalitá dei blog che si occupano di poesia in merito a iniziative, sinergie, dibattiti, scambi…
Sono le ragioni che hanno spinto, prima di una fase di stagnazione, o forse di naturale decantamento e selezione, i blogger poeti a farsi critici di poesia e promotori, contribuendo a colmare le lacune di molta critica ufficiale.
Il successo dei blog migliori, e BLANC DE TA NUQUE é uno di questi, si é andato costruendo in questi anni secondo un criterio di innegabile qualitá – apertura verso idee di poesia non coincidenti con la propria, e soprattutto, ultimamente, per un atto di resistenza: “non ha senso parlare di morte dei blog” afferma Mauro Germani in una nota “Dipende da chi li fa, dal suo impegno, dalla sua onestá e serietá. E allora é anche giusto che alcuni blog muoiano”.
La prima parte del libro – meno ricco, afferma Guglielmin, del prececente volume, SENZA RIPARO. POESIA E FINITEZZA, che, fra le altre cose, testimoniava la prima fase di lavoro in rete – si puó anche leggere come diario di alcuni avvenimenti significativi di questi anni, in funzione della creazione di occasioni di frizione tra la rete e gli spazi tradizionali. Guglielmin ricorda per esempio i meeting di Macerata e di Foggia nel 2006, Montefalcone e Bazzano nel 2007, fino agli eventi del 2010, uno da me gestito a Vimercate, LA POESIA NELLA RETE, e l’altro a Verona.
Da queste occasioni e dalle necessarie, senonché storicamente attese polemiche, é nata la realtá di Poesia 2.0, ma si é anche consumata l’idea – causa anche l’avvento, per certi versi funesto di facebook – che il blog fosse un luogo ormai defunto, incapace come ha sostenuto Fantuzzi – poeta blogger fra i piú citati in questo libro e che ha evidentemente scelto altre strade – di portare la poesia alla gente.
Ma il libro rimane, certamente, un grande contenitore di materiale critico per chi lo vorrá utilizzare come fonte di ulteriori sviluppi e sistematizzazioni – tenendo peró in conto quel punto caldo, evidenziato da Guglielmin, tra sfasatura di autori riconosciuti in rete e autori che la rete non la frequentano per niente -.
E’ un aspetto del rapporto tra l’élite che si occupa di Letteratura, e il volontariato spicciolo, ma insostituibile, di cui i bloggers poeti costituiscono una parte consistente – della volontá di andare a leggere a tutto campo, col coraggio di attingere dalla molto variegata realtá della poesia italiana testimoniata anche in internet.
Ma il blog, come si sa, é anche uno spazio informale, in cui é possibile lasciare traccia delle proprie opinioni sugli argomenti piú disparati ed é l’occasione di verificare quanto un poeta sia politicamente allineato o voglia mettere in gioco la propria libertá di pensiero. E’, in fondo, proprio questo, l’elemento piú affascinante della rete. Il libro é dunque anche, e non in ultima istanza, palestra dell’uomo che esprime opinioni e si confronta col mondo, col fuori, disposto ancora a pensare alla poesia come a un nobile fare.

Sebastiano Aglieco


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