Tonelli fa pensare, fa riflettere e porre dei dubbi, e sembra consapevole di questo suo ruolo umano. Non spiega in modo esplicito le sue fonti, ma lascia immaginare scenari cosmici di contatti, vibrazioni di colori che sembrano sonori, messaggi che gli giungono dallo spazio profondo, oltre le dimensioni del tempo. E poi, in fondo, a modo suo, chiarisce l’origine della sua ispirazione nell’anagramma del borgo toscano in cui vive: Montescudaio, Esco da un Mito.
Mi ha dedicato questa immagine (foto a destra), e io la prendo come un messaggio simbolico. Un astro freddo e luminoso rischiara l’oscurità di una notte che sembra eterna quasi esplodendo armonicamente in una diaspora di miriadi di frammenti di luce, quanti di materia, microparticelle in viaggio verso tutte le direzioni, piccoli mondi, nuclei di universi in potenza. Resti innaturali filiformi e sgraziati come antichi manufatti metallici di una civiltà estinta si risvegliano al giudizio di una nuova Era, mentre una luce, come riflessa dall’osservatore, li mostra nella loro incipiente resurrezione, in metamorfosi verso il nucleo radiante del Sé.