Ho perso la vena poetica.
O forse ho perso la bussola.
Mi sento un po’ sospesa in un limbo. Mi sembra di non-vivere. O di vivere una vita che non è la mia.
La vedo scorrere, passare. Vedo i giorni sul calendario che cambiano, che si rincorrono con tanta tanta fretta.
E vedo me, sempre allo stesso punto, sempre affannata e con la sensazione di non muovermi mai di un passo.
Mi vedo correre, correre e ancora correre. Dalle 6 della mattina a mezzanotte. Di continuo. Mai tregua. Mai respiro. Mai svago.
Se non è lavoro, sono i bimbi, la casa, le lavatrici, la spesa, i cani, stirare, pulire, cucinare.
Non c’è “divano + coperta + bel film”, non c’è “cena romantica” o “aperitivo con le amiche” o “pomeriggio shopping”.
Delle 6 a mezzanotte è la normale routine senza nessuna occasione di svago nel mezzo.
E così, io, non ce la faccio.
Perché così, io, penso che non sia “vivere”.
E perché così, io, credo che sia sbagliato.
Arrivi a sera che non hai fatto felice nessuno: non i tuoi bimbi, che hai visto di corsa e a cui non ti sei dedicata come avresti dovuto, perché dovevi fare altre mille cose; non tuo marito perché non hai più nemmeno il tempo di parlarci ormai; non i tuoi cani, a cui ormai riesci a fare solo due coccole ogni tanto; non la tua casa perché non la curi come vorresti; non il lavoro perché per quanto ti sforzi, non riesci mai a rendere quanto vorresti.
Non te stessa. Perché ciò che farebbe felice “te stessa” non sai nemmeno quando potrai di nuovo concedertelo.
E allora, pensi che sia ora di cambiare qualcosa.
Perché questo tempo non te lo restituirà mai nessuno.
E le cose che ti perdi ora, te le perdi magari per sempre.
E perché non è giusto che il dono della vita venga sciupato così, perché oltretutto hai altre due vite che hai generato e che meritano il meglio della loro mamma, non solo i residui di quel poco che le resta da dare.
Ho perso la bussola.
Ma è tempo di rimediare…
In fondo, la mia Stella Polare so sempre dove trovarla…
“La vita è come un’eco. Se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii.” James Joyce