Martedì 06 Marzo 2012 12:22
E’ allarme rosso, fra i naturalisti, per la scomparsa di due simboli per eccellenza delle Alpi: la genziana e la stella alpina. I profondi cambiamenti climatici che stanno avvenendo a livello planetario e sulla scala locale mostrano i loro effetti anche sull'ambiente alpino, e i due bellissimi fiori d'alta quota rischierebbero di essere soppiantati, nei prossimi decenni, da specie più termofile, cioè adatte a climi più caldi. Secondo una ricerca condotta dal gruppo Gloria (Global observation research initiative in alpine environments), una rete di più di 100 gruppi di ricerca da sei continenti che studiano le regioni montane del pianeta. Dello studio ha parlato anche la rivista Nature.
Gli scienziati hanno analizzato la vegetazione che cresce oltre il limite boschivo su sessanta cime europee tra il 2001 e il 2008, riscontrando una tendenza preoccupante: molte piante adattate al freddo vengono soppiantate da specie più termofile.
A sorprendere i ricercatori non è tanto la tendenza quanto la rapidità con cui le piante “amanti del caldo” si starebbero diffondendo: così stando le cose nei prossimi decenni, molte specie di flora alpina tra cui genziane e stelle alpine potrebbero sparire. Nel 2015 è prevista una nuova survey per controllare l’evoluzione in atto.
La stella alpina (Leontopodium alpinum) è uno dei fiori più rappresentativi dell'ambiente dell'alta montagna. Appartiene alla famiglia delle Composite, si sviluppa fino ad un'altezza di 15 centimetri ed è facilmente riconoscibile per le foglie di colore grigiastro e per la fitta pelosità che serve a rallentare la traspirazione.
Questa pianta è giunta sulle montagne del nostro paese dalla steppe semidesertiche dell'Asia centrale, approfittando di una fase climatica arida durante le glaciazioni.
La sua morfologia è infatti simile a quella di altre piante di regioni calde e aride, e le ha consentito di posizionarsi, togliendo spazio ad altre specie, anche su rocce molto fratturate o su piccoli appezzamenti di terreno che presentano un sufficiente grado di humus.
L'allarme è confermato dalgli studiosi del progetto Manfred (Management strategies to adapt alpine space forests to climate change risks), che ha sviluppato il Programma Alpine Space cofinanziato dell'Unione Europea, studi particolareggiati e misurazioni finalizzati a comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle principali specie forestali dell'arco alpino. Particolarmente significative le misurazioni effettuate sul territorio di Paspardo all'interno di un bosco di larici, che hanno consentito di formulare nuove strategie per una corretta gestione del patrimonio forestale rispetto ai mutamenti in corso delle condizioni climatiche e ambientali.
Un altro gruppo di ricerca internazionale si è dedicato all'analisi delle comunità vegetali a portamento prostrato che crescono a quote superiori a quelle della vegetazione arborea: si tratta del team Gloria, che ha pubblicato su Nature gli esiti delle sue ricerche nel mese di gennaio 2012.
I numerosi ricercatori coinvolti hanno realizzato rilievi su oltre cinquanta vette dei principali gruppi montuosi del continente europeo.
Dall'analisi della corposa mole di dati rilevata tra il 2001 e il 2008 è emerso che molte specie di fiori con capacità di adattamento al freddo stanno subendo la sostituzione ad opera di specie che tollerano maggiormente temperature più elevate.
La prossima campagna di rilevamento partirà nel 2015, ma i tempi duri per le stelle alpine sono già iniziati.
Per colpa dell'innalzamento della temperatura media corriamo il rischio che la stella alpina diventi sempre più rara.
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