Stelle e baci
di Iannozzi Giuseppe
Stella
QUANT’ERI STELLA
Allora,
il mio bacio lo darò alle stelle:
quant’eri bella, quant’eri stella
non te l’ho detto mai
perché sempre potessi essermi gioia
e un sorso di rossa malinconia
dentro al cuore, dentro al mio inutile
lamento, in questo momento.
Ma ora non piangi né dormi:
e io sto a contare inutili stelle
volgendo l’occhio al cielo nero
troppo profondo
perché in esso possa affondare
completamente.
Ci proverò:
il mio bacio lo darò alle stelle
che non si lasciano contare, amore,
perché quant’eri bella, quant’eri stella
non te l’ho detto mai, mai e poi mai.
Però sempre t’ho amata più di me,
più della mia giovinezza buttata via.
Ma dove non so, dove non so.
I PASSI DI EURIDICE
ridicolo, credevo il destino in questa mia mano
chiusa a pugno, e invece già stavo morendo in te
nello sguardo che troppo presto allontanasti da me
ridicolo, l’amore è ridicolo, non è bello come te
sapere che ci sei e scoprire che non ci sei
euridice
i tuoi passi feriscono, son sassi scagliati nell’infinito
ma il ritorno è debole eco sconfitta
dalla mia ansietà mentre stringo la tua assenza
fino a farla sanguinare tutta – per una poesia
fino a farla rossa nel pallore delle nocche
perché ridicolo è l’amore, non è bello come te mai
ridicolo, credevo la nostra vita nelle mie mani
- aperte come tenere ali di colombe in volo -
ed invece scopro quanto grande la mia illusione
ed invece scopro l’interminabile silenzio dei tuoi passi