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Stelle, specchio degli affetti. Invito a leggere nella notte dell'anima e dei cieli

Creato il 08 gennaio 2012 da Colorefiore @AmoreeDintorni
Stelle, specchio degli affetti. Invito a leggere nella notte dell'anima e dei cieli

 

Stelle, specchio degli affetti. Invito a leggere nella notte dell'anima e dei cieli


A Firenze André Barbault, il grande astrologo amico di Jung
Intervista di Sara Maggi - a cura di Enzo Barillà
 
In data 23 maggio 1994, André Barbault tenne una conferenza a Firenze presso la Sala dei Convegni della Cassa di Risparmio, il cui testo fu poi pubblicato sulla Rivista " Klaros" n. 1-2 giugno-dicembre 1995. In quella circostanza, il Maestro fu avvicinato da una giornalista a cui concesse la seguente intervista, apparsa sulla pagina "Società e Cultura" del quotidiano "Il Giorno" del 31 maggio 1994 (E.B.).
 "Smentisco nel modo più assoluto che sia stata istituita una cattedra di astrologia alla Sorbona, e tantomeno che io ne sia il titolare. Ho un nipote che insegna lì, dovrei essere il primo a saperlo...". Ridendo dall'alto dei suoi 73 anni, André Barbault demolisce l'ultimo mito della comunità astrologica: l'accettazione definitiva da parte del mondo della scienza con tanto di riconoscimento accademico.
D'altra parte, non è per il (mancato) titolo che quasi tutti, "credenti" e non, chiamano con l'appellativo di "professore" questo signore originario della regione francese della Jonne, attualmente numero uno dell'astrologia mondiale. Molto più probabilmente il prestigio viene soprattutto dal carteggio intrattenuto con Carl Gustav Jung, che per primo aveva considerato l'astrologia come sistema di simboli archetipici e non come semplice superstizione.
Il grande psicoanalista scriveva a Barbault nel maggio del 1954: "È certo che l'astrologia ha molto da offrire alla psicologia, ma ciò che quest'ultima può offrire alla sorella maggiore è meno visibile". È sicuro, comunque, che Barbault ha fatto sua la visione junghiana e attualmente si dedica quasi esclusivamente alle pubblicazioni - iniziate nel 1961 con il noto "Dalla psicoanalisi all'astrologia" - e alla ricerca, tralasciando i consulti ad personam.
Di passaggio a Firenze, invitato dal gruppo junghiano che edita la rivista "Klaros", Barbault parla volentieri, dribblando con eleganza i questuanti che tutto vogliono sapere sul "nodo lunare" o sull'immortale quesito "cosa porterà l'era dell'Acquario".
 "C'è realmente, secondo lei, un terreno comune all'astrologia e alla psicologia del profondo?"
"L'essere umano conosce sé stesso in maniera imperfetta. Conoscersi meglio significa riuscire a tuffarsi nella propria notte interiore per far venire alla luce la verità. È facile capire che l'informazione astrologica e la psicologia del profondo sono dimensioni analoghe: farsi interpretare un tema astrale dal punto di vista della psicologia analitica significa proprio far emergere ciò che è più importante nella coscienza, sollevare un velo e andare più lontano nella conoscenza di sé stessi.
Ho visto qualcuno che dopo una mia consultazione ha avuto una crisi di fegato: avevo detto involontariamente qualcosa di brutale che la persona non voleva accettare. Al contrario, ho visto qualcuno con una paralisi isterica al braccio esserne liberato durante la consultazione, perché avevo spiegato quali situazioni, quali fatti avevano provocato la malattia."
 "Alla luce di tutto questo, allora, che peso dobbiamo dare, secondo lei, al concetto di predizione?"
"L'astrologia non predice, ma permette ed autorizza la previsione. Che differenza c'è? La predizione è l'annuncio di un avvenimento preciso, la previsione è l'annuncio di un clima psicologico, di una situazione affettiva, mai di un fatto. È un vissuto personale quello che l'astrologo percepisce. Possiamo prevedere felicità per una determinata epoca, ma non sappiamo come si verificherà e perché. Una tendenza venusiana riguarda gli affetti, ma possiamo sbagliarci sull'oggetto dell'amore."
 "Allora le polemiche sull'ascientificità dell'astrologia sono inutili?"
"In generale gli scienziati che criticano l'astrologia non la conoscono. Sicuramente sono dei sapienti, ma in questa scienza sono degli ignoranti. Faccio astrologia dal 1934 e io stesso sono ancora completamente ignaro di molte cose."
 "Lei si occupa soprattutto di astrologia mondiale. In cosa consiste?"
"L'astrologia del collettivo è l'astrologia dei fenomeni della società e forse della nazioni. Abbiamo dei temi natali per le nazioni, ma il cosmo che ci circonda dà conto delle tendenze globali dell'universo. Se il cielo è dissonante, anche l'andamento delle cose sul pianeta è dissonante; se il cielo è armonico, così è anche per il pianeta.
Nel sistema solare quando i pianeti si allontanano si verifica una contingenza positiva che al contrario è negativa quando i pianeti si avvicinano. A livello mondiale possiamo quindi essere abbastanza precisi. Ma l'astrologia delle nazioni ancora non è perfettamente a punto."
 "L'ultima allieva di Jung, la nota psicoanalista Marie-Louise von Franz, ha parlato della relazione tra modello precostituito della coscienza e margine di libertà, che consiste proprio nella presa di coscienza di questo modello..."
"Non posso che essere d'accordo. Se prendiamo dieci persone nate nello stesso luogo, nello stesso giorno, alla stessa ora, quindi con lo stesso tema natale, vediamo che le differenze tra le loro vite sono notevoli. L'uomo non è il suo tema natale, che si limita a descrivere le potenzialità che si riflettono in noi dall'universo. Ma tutto poi passa attraverso la coscienza: la percezione della nostra natura ci permette di elaborare il nostro futuro durante tutto l'arco della vita."
 
 Testo di  Enzo Barilla'  - tutti i diritti riservti 
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