Stellicidio: gli astri, Proust e l’amore ad agosto

Creato il 19 luglio 2011 da Sulromanzo

Ariete: il buon Marcel prima di andare a dormire poteva permettersi di bere un quarto di bicchiere di acqua di Vichy. Una quantità anche leggermente maggiore gli avrebbe rallentato la digestione, appesantito lo stomaco, scombussolato la circolazione delle gambe e distrutto definitivamente il sonno. Forse anche, tu caro Ariete, devi trovare la quantità giusta (o la tua lavanderia di fiducia: Marcel mandava il suo bucato esclusivamente da blanchisserie Lavigne, dove utilizzavano l’unico sapone che non gli procurava delle reazioni cutanee), quella che può consentirti di continuare a vivere in maniera ipocondriaca le tue relazioni e nel contempo darti modo di gioire di quella quantità centellinata d’acqua accuratamente scelta. Potrai essere una sorta di Valentina Cortese – molto simile a zia Léonie – che pur non avendone clinicamente bisogno andava in giro seduta su una comoda sedia a rotelle: dopotutto per te l’amore deve essere fondamentalmente comodo.

Toro: la tua luna, come nelle pagine della Recherche, fa la sua comparsa nel cielo nel tardo pomeriggio e si comporta come un’attrice salita sul palco anzitempo rispetto al suo spettacolo, dunque spera soltanto di non essere notata; si muove lenta e prova a confondersi con qualche nuvola bianca e perduta. Speri che il liquame del cielo ti assorba dando per perso qualsiasi tentativo di raggiungere l’iperuranio dei tuoi motivi ispiratori. Eppure un animo nobile può permettersi la commistione tra il sublime e l’estremamente terreno: di tanto in tanto, malgrado si trovasse in uno dei ristoranti più sofisticati di Parigi – Chez Maxime o al Ritz – , Marcel ordinava il suo piatto preferito che altro non era che pollo arrosto, accompagnato poi da oceani di birra gelata. Caro Toro non puoi continuare a crogiolarti tra le note proustiane di Sergio Endrigo che ricorda una mitologica estate il cui ricordo scivola talmente indietro che potrebbe  non essere mai esistita. Ordina il tuo pollo senza temere l’appesantimento postprandiale nella calura agostana.

Gemelli: le idee più avanguardiste del design per interni stanno sperimentando delle modulazioni che consentono ai commensali di un tavolo di ristorante di cambiare posto ad ogni portata al fine di stimolare la socializzazione e il flusso di idee. Lo stesso vezzo impreziosiva le cene in casa Proust dove tutti gli invitati erano concordi nell’apprezzare le raffinate ed eccentriche qualità del loro ospite: al cambio di ogni portata, al sopraggiungere di una nuova bottiglia sul tavolo, Marcel cambiava postazione e dava prova della sua rinomata capacità di mettere a proprio agio gli ospiti, ascoltandoli innanzitutto, operando quell’oblio di sé che lasciava all’interlocutore tutto lo spazio e la libertà di esprimersi, e nella eventualità questi mostrasse qualche reticenza di troppo il buon Marcel con il giusto sprono, lo sguardo curioso ma non impertinente, la compostezza rilassata del corpo, aveva la capacità di trasformare la consumazione di un piatto di lombo di coniglio farcito con erbette in un momento di amicizia. Eppure lo stesso Marcel, con spirito denigratorio, diceva di sé che avrebbe saputo stringere amicizia anche con un divano, senza registrare la differenza. Forse questa duplicità potrà essere un problema per te caro Gemelli, il non sapere distinguere un divano da uno sgabello e intrattenersi troppo a lungo con un appendiabiti che alla piacevolezza estetica non accompagna il giusto apporto di funzionalità. Dopotutto l’amore deve pur servire a qualcosa, almeno in una fase iniziale, quella che poi ci si rimangia con pentimento a capitolo chiuso.

Cancro: nel 1900 componendo il 29205 dall’altro capo del telefono avrebbe risposto Marcel Proust. Se la linea rimaneva occupata per più di un’ora voleva dire che era in azione il servizio in abbonamento grazie al quale, senza muoversi da casa, Marcel ascoltava i concerti e le opere di cui aveva appreso controllando regolarmente le colonne Morris sugli Champs-Elysées. In pochi anni lo strumento telefonico aveva preso piede impossessandosi di trentamila abitazioni parigine, e tutti, Marcel compreso, lo ritenevano uno soprammobile indispensabile: bastava trovare il numero della sartoria occupato per spazientirsi e lamentare un disservizio. Caro Cancro per te il telefono è emblema e perfetta metafora delle tue disfunzioni affettive che lamenti alla sera sorseggiando il tuo Vodka-Martini e come Stefania Sandrelli in Io la conoscevo bene provi a canticchiare Se telefonando. Il telefono e il gerundio, pur aiutandoti nella messa in scena di pose di sicuro charme, compromettono l’efficacia della tua comunicazione amorosa: il miocardio sta tremando, ma nascosto dietro la smartphone lancia solo segnali neutri.

Leone: il caro Marcel di tanto in tanto, ma senza strafare, si concedeva di trascorrere alcune ore presso il bordello maschile Ballon D’Alsace gestito da Albert Le Cuziat, personaggio fortemente disapprovato da Celeste Albaret che ha speso nastri di interviste e pagine di memorie per smontare qualsiasi ipotesi sulla non ortodossia della sessualità del suo padrone. Malgrado ciò le notizie e i pettegolezzi e i verbali della polizia sono giunti fino a noi, e anche la testimonianza di un giovane prostituto lasciata al memorialista Marcel Jouhandeau, testimonianza confermata dall’indole portinaia di Jean Cocteau che ha integrato il gossip con audaci interpretazioni di alcuni passaggi della Recherche. Con la scusa dell’indagine antropologica Marcel si recava spesso al bordello di Le Cuziat, dove da spioncini e vetri camuffati da specchi assisteva alle più svariate possibilità con cui il desiderio carnale si esprimeva. Con minore frequenza si lasciava anche intrattenere da qualche giovane prostituto che gli si masturbava di fronte mentre lui se ne rimaneva sotto le coperte, lontano da qualsiasi contatto carnale. Non sempre riusciva a raggiungere l’orgasmo, e in quei casi Le Cuziat provvedeva a fare arrivare in camera due gabbie, ciascuna con un ratto affamato che per saziare la sua fame si avventava sull’altro… mentre Marcel continuava la sua attività onanistica sotto le coperte, osservando la lotta a cui veniva fatta partecipare anche una foto della madre: mères profanées chiamò Cocteau questo rituale. Povero Marcel, probabilmente avrebbe dato qualsiasi cosa affinché questo dettaglio delle sue abitudini rimanesse segreto, ma la vita è infingarda e tu Leone devi capirlo, inoltre attenzione: l’11 gennaio del 1918, durante una retata al Ballon D’Alsace, il povero Marcel venne schedato dal tenente di polizia Tanguy.

Vergine: l’archetipo unico per ogni questione miocardica riguardante te, cara Vergine, è da rintracciarsi, come per il Marcel/Narratore e Albertine, nella storia di Swann e Odette. Non è l’amore in te ad essere razionale, ma la sua costruzione. Come Swann attendi seduto sulle comode sedie imbottite di un salotto che una sonata per pianoforte e violoncello (quella a cui fa riferimento Proust era ispirata a Debussy) folgori l’andamento regolare delle tue pulsazioni; che tra i tendaggi morbidi e le piante ornamentali del suddetto salotto una immagine e le sue traslazioni botticelliane portino all’accelerazione delle particelle della tua immaginazione. All’indifferenza segue l’ossessione; la costruzione rigorosa e creativa di momenti topici dà prova della tua eccellenza; la gelosia obnubila la razionalità. Tutto è un climax, una crescita vertiginosa all’interno dell’impossibilità di realizzazione che alimenta il tuo fuoco. Ma, come Swann, quando Odette sarà infine dalla tua parte la quiete trapassa facilmente nelle noia e nell’indifferenza, e in quegli attimi, come un giovane e rauco Paolo Nutini, ti chiedi perché non sia possibile avvolgere il nastro e tornare indietro. A te, un po’ più che agli altri, pensava Marcel mentre scriveva che quelli che amano e quelli che sono felici non sono le stesse persone.

Bilancia: un pomeriggio Marcel stava per comprare un fenicottero rosa. A chiederglielo era stata l’adorata nipote Suzy. L’acquisto non andò in porto, dopotutto Suzy aveva espresso soltanto un vago desiderio di avere un fenicottero in giardino, ed esaudire un desiderio così debole voleva dire rovinarlo. Alla stessa maniera Madame de Guermantes aveva rovinato la sua passione per gli abiti alla moda. Il suo patrimonio le consentiva di non fare seguire alla formulazione di un desiderio un vaglio sulla sua realizzazione. Il risultato era un guardaroba dalle dimensioni spropositate che neppure il cast di Sex & the city avrebbe saputo gestire. Eppure Madame de Guermantes, a conti fatti, non conosceva uno solo dei suoi capi, aveva solo provato un capriccioso desiderio guardando i modelli nella sua sartoria di fiducia. Al contrario Albertine, resa più accorta dalla miserevolezza del suo patrimonio, pur amando anch’essa la raffinatezza dei capi d’alta moda, era costretta a covare il desiderio per un abito per un lungo tempo: alla fine però quel vestito era per lei non solo una conquista, ma la conquista di qualcosa la cui bellezza è conosciuta in una quantità di sfumature e tonalità che Madame de Guermates non ha mai saputo vedere in nessuno dei suoi abiti. Cara Bilancia cova il tuo desiderio, lascia che la fame cresca, solo dopo avrà senso mangiare; lascia che la stanchezza conosca ogni fibra muscolare, poi sarà più riposante dormire; desidera qualcuno prima di dividerci il letto e il piacere postorgasmico sarà come la prima cena fuori dopo un mese di degenza in ospedale.

Scorpione: a volte le cose sono inaspettate, non previste ed estremamente coinvolgenti. L’autista, Alfred Agostinelli, sua grande passione, era morto; la guerra in corso richiamava al fronte gli uomini non ancora arruolati, così Marcel, abbattuto nello spirito e sempre più martoriato negli affetti, pubblicò un’inserzione sul giornale per ricercare personale di servizio che potesse rimpiazzare le assenze. Rispose all’inserzione tale Ernesto Forssgren, diciannovenne alto un metro e novanta, biondo (alla sua maniera anche lui un wrong blond), di origini svedesi. La neutralità politica della Svezia, quindi la considerazione che una nuova chiamata alle armi non gli avrebbe nuovamente tolto gli inservienti, fu la motivazione che spinse Marcel ad assumerlo. In breve il rapporto di fiducia fu tale che Ernesto lo aiutava nel disbrigo della posta personale, nei lavori di messa a punto del romanzo e si spartiva le confidenze con Céleste. Durante il viaggio che in estate li conduceva a Cabourg si fece valere prendendo il suo padrone in braccio nel bel mezzo di una calca alla stazione ferroviaria e nel frattempo dispensando attenzioni e aiuti ai bisognosi incontrati per strada. Infine però anche lui fu richiamato al fronte dalla sua patria. Negli anni successivi, dagli Stati Uniti dove era andato a vivere, scrisse a Marcel regolarmente, ma senza mai ricevere risposta. Nel 1922 si trovò a Parigi e inviò un biglietto al suo ex padrone. Una sera tornando in albergo il concierge gli consegnò una missiva che uno strano signore gli aveva lasciato dopo averlo atteso per tre ore. Qualche giorno dopo Ernesto si recò in Rue Hamelin da Marcel, ma lo trovò moribondo: una misteriosa uscita nel cuore della notte tre giorni addietro aveva aggravato le sue pessime condizioni di salute. Entro la fine della giornata Marcel se ne andrà definitivamente. Caro Scorpione il tempismo è tutto come ben sai, ma devi riprenderti la fiducia nelle possibilità combinatorie dei tuoi accadimenti, pur sapendo che è del tutto inutile.

Sagittario: intere lunghe pagine della Recherche si dilungano nella descrizione di alcuni fiori nel tentativo coraggioso e disperato di catturare e descriverne il profumo e la costellazione di sensazioni che da questo si propagano. Un’impresa questa che ha del prodigioso, soprattutto tenuto conto del fatto che il povero Marcel era affetto da una grave forma d’asma che lo costringeva a privarsi, oltre che dei soggiorni in campagna, della presenza di fiori in casa e anche di una passeggiata al Bois de Boulogne. Viveva in un ambiente completamente asettico con pareti foderate di sughero e vapori d’acqua distillata per riscaldare e umidificare l’aria della sua camera: ai giorni nostri, probabilmente, avrebbe seguito l’esempio di Michael Jackson e si sarebbe fatto costruire una camera iperbarica. Però caro Sagittario non possiamo nasconderci dentro i malanni e gli impedimenti che il destino ci inchioda nel dna. Il quadro più famoso di Marcel è quello dipinto da J. E. Blanche; in questo dipinto Proust viene raffigurato con un fiore appuntato al bavero della sua bella giacca. Il fiore in questione è una camelia la cui particolarità consiste nell’assenza di odore e pertanto è l’unico fiore possibile, quello che gli consente di aggirare l’asma e che si fa carico di rappresentare e costituire l’elemento fisico su cui fare poggiare il ricordo di tutti i fiori e gli odori ai quali non può più avvicinarsi. Una camelia per te caro Sagittario, per aggirare la privazione.

Capricorno: cos’è il rifiuto, il sentirsi sminuito, avere spesso l’impressione di non essere compreso, erano tutte emozioni e stati d’animo che Marcel conosceva assai bene. Già da liceale si era trovato a dover giustificare alcune epistole troppo intense indirizzate a dei compagni di classe coi quali sperava di dar vita a una amicizia di impronta greca, in cui la comunanza di spirito e l’amore per la bellezza rendevano intime due persone. Però essendo state queste intenzioni scambiate per una disdicevole lussuria borghese, il povero Marcel s’era trovato a doversi giustificare e difendere: che tristezza la stupidità umana che troppo spesso prende il sopravvento. Da adulto, poi, com’è risaputo, il maestro André Gide rifiutò il manoscritto del primo volume della Recherche; lo stesso fratello, Robert, riteneva che quel libro fosse illeggibile a meno che non ci si ritrovasse a letto con una gamba rotta o costretti a un tedioso viaggio sulla Transiberiana. Quando infine il primo volume finalmente trovò un editore, Marcel ne inviò copie omaggio agli amici, ma ben pochi risposero, tra quelli che lo fecero Madame de Caillavet, la quale, nel biglietto di ringraziamento, scrisse che soprattutto aveva amato il passaggio con il racconto della prima comunione. L’unico problema era che nel libro non c’era nessuna scena del genere: la gentildonna aveva bluffato. Caro Capricorno, è facile lasciarsi sopraffare dall’idiozia umana, questo sconforto ti porta a vivere con un eccesso di leggerezza le tue frequentazioni; il problema è che se non sei il primo a dare serietà a qualcosa, difficilmente lo farà qualcun altro.

Acquario: la figura della “passante”, emblema di flânerie e facilità del desiderio, è fondamentale sia nella storia di Marcel che in quella Baudelaire: una ragazza vista per caso mentre attraversa la strada, rimanendo del tutto sconosciuta, nel vorticoso avvolgersi di alcuni minuti, è in grado di suscitare una passione che il pensiero, completamente aggiogato da essa, dipana e porta ad un livello di tensione iperbolico: i dettagli del viso, un certo modo di inclinare la testa, la sfrontatezza con cui certe sillabe vengono fatte scivolare tra le labbra, i collegamenti con figure dell’arte rinascimentale italiana che illudono l’autore di conoscere un po’ di più quell’essere sconosciuto. Tutto prende le mosse come un gioco, ma uno di quei giochi il cui coinvolgimento è tale da non riuscire a distinguerlo dalla realtà. Poi la sconosciuta si allontana, un altro oggetto o situazione si impossessa dei collegamenti sinaptici e la passante tornerà ad affacciarsi tra i pensieri soltanto a fine giornata, in un momento di vuoto tra le lenzuola, sospinti da quel desiderio che cova perenne anche sotto la cenere. Sta a te caro Acquario scegliere che cosa fare della tua passante: Baudelaire ci scrisse sopra un unico poemetto, Marcel la utilizzò come spezia per condire a più riprese le migliaia di pagine della sua Recherche.

Pesci: dopo il colpo di grazia rappresentato dalla morte della madre nel 1905, Marcel si risolse ad affidarsi a delle cure mediche che avevano come obiettivo principale, almeno dichiarato, la cura dell’asma, ma che nel complesso avevano l’intenzione di correre in aiuto anche dei mali del suo animo. Si ricoverò dapprima in rue Blomet presso la clinica gestita dalle suore di Sainte-Marie de la Faille sotto le cure del dottor Dejerine che gli prescrisse una cura di isolamento. In un secondo momento cambiò approccio e passò alle cure del dottor Paul Sollier, studioso dei problemi della memoria, presso cui rimase in cura per sei settimane. In entrambe le situazioni terapeutiche fu Marcel a mettere in difficoltà la medicina. Il dottor Dejerine operava attraverso l’isolamento che rendeva il paziente più suggestionabile e disponibile a lasciarsi guidare verso la via d’uscita dal proprio male. Anche il dott Sollier, pur senza l’ausilio dell’isolamento, era dell’idea che solo un rapporto forte tra medico e paziente potesse sortire degli esiti terapeutici positivi. In entrambe le relazioni medico-paziente fu Marcel a gestire il rapporto, in più occasioni sono stati i medici ad essere posti sotto interrogatorio dal paziente confermando la sua superiorità intellettuale a scapito di una guarigione mai raggiunta. Adesso, caro Pesci, puoi anche tu far valere il tuo senso di superiorità e mettere in difficoltà chi vuole semplicemente starti vicino, ma a meno che tu non abbia in programma la costruzione di una cattedrale narrativa come quella di Marcel, sarebbe il caso di tacere e ascoltare.


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