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Stephen King

Creato il 05 maggio 2014 da Enzo Milano @IlWolfman

stephen_kingSu queste pagine il nome di Stephen King è apparso pochissimo.

Non che questo sia obbligato, per carità, ma ho deciso in questi giorni di dedicargli un post, in quanto il Re del Brivido è stato il primo autore che ho cominciato a seguire “seriamente & serialmente” agli albori della mia passione per la lettura e, non meno importante, per la scrittura.

Ammetto che ormai da parecchi anni l’ho abbandonato, principalmente perché ho fatto sempre più fatica a riconoscerlo a partire da L’Acchiappasogni (2001), Buick 8 (2002) e soprattutto Cell (2006). Però è altresì vero che, a mio avviso, ha firmato dei capolavori che entrano di diritto nella leggenda della letteratura fantastica.

Quali sono?

Parto dal più vecchio, e che tuttavia annovero ancor oggi nel suo Best of. Raramente, infatti, ho letto una storia di vampiri tanto potente quanto Le Notti di Salem (1975). Alcuni suoi passaggi sono strepitosi e spaventosi al tempo stesso, e ricordo ancora con un sorriso quando – più di vent’anni fa ormai – lo leggevo di sera, magari da solo in casa, e poi mi ritrovavo ad alzare gli occhi per guardarmi intorno, a controllare che fosse tutto a posto.

Senza dubbio passo poi a Christine – La Macchina Infernale (1983), meno d’atmosfera del precedente ma non per questo meno riuscito, anzi. Dalla sua ha una trama più originale, sulla scia di quelli che considero due altri capolavori del genere: il film La Macchina Nera e il racconto/film Duel.

Nello stesso anno (1983) King uscì anche con Pet Sematary, che rimane per me la sua opera più aspra, cruda, cupa e negativa che abbia mai scritto. C’è davvero altro da aggiungere? Qui si parla di un fottuto capolavoro che ti fa perdere ogni tipo di speranza già dalle prime pagine. Senza alcuna remora.

Nel 1986 arriva invece It, che viene umanamente riconosciuto come il suo capolavoro assoluto. E’ una storia molto ampia, pure troppo. A memoria credo s’aggirasse sulle 1300 pagine fitte fitte. Non sono in grado di dire se sia la sua storia migliore, ma di certo ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo: la cittadina Derry, la compagnia di protagonisti prima ragazzi e poi adulti e, ciliegina sulla torta, il terrificante clown Pennywise. Un mito, in effetti.

Cover

Per ultimo vado con Cose Prezione (1991), un’ottima variante sul cliché del vendere l’anima al diavolo. Rispetto ai precedenti questo romanzo perde un po’ dello smalto horror, ma il canovaccio c’è ed è più “fresco”, con un altro straordinario antagonista, furbo, perfido e decisamente “reale”: il negoziante Leland Gaunt.

Oltre a questi, che considero proprio i magnifici 5, faccio una menzione speciale per altre due opere di King. Una è L’Uomo in Fuga (1982), divertente romanzo d’azione fantascientifico scritto con lo pseudonimo Richard Bachman. L’altra è l’autobiografia/saggio On Writing (2000) che non saprei neanche come descrivere, se non dicendo che chiunque ami scrivere e il Re del Brivido – ma potrebbe bastare anche solo una delle due cose – dovrebbe assolutamente leggere.

Quindi quanto ha influito King nel mio io narratore? Beh, più di quello che sembrerebbe. A oggi, di fatto, c’è solo il romanzo Tuchulcha a essere chiaramente ispirato da quest’autore. Ma c’è anche da ammettere che leggevo King parecchi anni prima di raggiungere la mia prima pubblicazione e, in generale, il web. Mi ritrovo infatti nell’hard-disk parecchie scribacchiate a tema.

L’idea di una piccola antologia horror personale mi stuzzica già da un po’…

Stay Tuned!

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Il sito ufficiale di Stephen King.



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