
Specchio (Photo credit: orsorama)
Volevo scrivere una poesia, in questo dormiveglia notturno che mi lascia perplessa di fronte alla mia malinconia.
Ma sarebbe troppo facile paragonare alla pioggia il sentimento che ho dentro, quel pungiglione di amarezza che corrobora l’idea che io sia uno stereotipo nato solo per imitare il mondo e per non avere una fisionomia mia, propria, un’identità precisa.
Così mi viene in mente l’immagine di una specchio che Sbarbaro utilizza in una sua poesia per spiegare che lui, di suo, non ha significato, ma che riflette ciò che il mondo gli propone, senza opporre resistenza:
‘Io son come uno specchio rassegnato
che riflette ogni cosa per la via.
In me stesso non guardo perché nulla
vi troverei…’ (C.Sbarbaro, ‘Taci anima mia’).
Stanotte anch’io sono così: mi crogiolo nel mio male uniforme e mi lascio andare, in attesa che la vela del sonno mi porti via.
