Magazine Opinioni
Dopo avervi consigliato l'articolo di Jan Fleischhauer, riporto qui ampi stralci dell'articolo di Gian Antonio Stella, L'Italiano (stereo)tipo secondo Berlino, in cui, proprio in risposta all'articolo dello Spiegel Online, si ripercorre la storia degli stereotipi dei tedeschi sugli italiani. L'articolo è uscito su Il Corriere della Sera del 25 gennaio 2012.
Ci ha risparmiato i vecchi nomignoli di «Spaghettifresser» (sbranaspaghetti), «Bolanderschlugger» (inghiottipolenta) o «Zydrooneschittler» (scrollalimoni). Ma certo era difficile mettere insieme tanti stereotipi offensivi contro noi italiani quanti ne ha concentrati lo Spiegel per sostenere la sua tesi: Schettino è l`«italiano tipo». Scrive proprio così, Jan Fleischauer, uno dei columnist dei settimanale tedesco, usando la tragedia del Concordia come spunto per discettare sulla inaffidabilità del nostro paese in vari campi, a partire dall`economia.
...
Unico simbolo della sua idea di «italianità» è Schettino: «Conosciamo tipi del genere dalle vacanze al mare, maschi bravi con grandi gesti, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede.
Certo, l`editorialista sa di avventurarsi su terreni scivolosi.
...
Risultato: «Quel che può succedere quando per motivi politici si ignora la psicologia dei popoli, te lo mostra la crisi della valuta». Ci si può fidare di un popolo di «Schettini»? Insomma, «mettere insieme culture economiche così diverse nella camicia di forza della moneta unica» fu un errore: «per riconoscere che non poteva andare bene non serviva aver studiato economia. Sarebbe bastata una visita a Napoli o nel Peloponneso».
Per carità, gli amici tedeschi possono dire che anche certi italiani, parlando di loro, sono finiti in questi anni troppo spesso sulla birra, i crauti, il saumagen o peggio ancora, come nel caso delle sciagurate battute del Cavaliere sui «kapò» o di Stefano Stefani sui «biondi stereotipati che invadono le nostre spiagge ubriachi da tronfie certezze».
Ed è probabile che siano legati al dito quel titolone sul «Giornale» che, mettendo insieme le indiscrezioni su una telefonata della Merkel a Napolitano e quelle su una spiritosaggine volgare (vera? falsa?) attribuita a Berlusconi, ha spiegato la caduta del governo del Cavaliere come un complotto berlinese: «E stata la culona».
...
Non è la prima volta, però, che il più venduto settimanale tedesco dà libero sfogo a insopportabili stereotipi sull`Italia. Basti ricordare, negli anni, due copertine. La più recente vedeva Silvio Berlusconi seduto su una specie di trono, la faccia torva, con il titolo: «Der Pate», cioè «il padrino». Quella più lontana metteva insieme ancora la mafia (un richia- mo insultante per la stragrande maggioranza degli italiani) con il più trito dei luoghi comuni, la pasta. Ricordate? Un piatto di spaghetti, con sopra, adagiata, una pistola.
...
«In Germania gli italiani vengono sempre considerati stupidi bulli profittatori e maschilisti, come abbiamo recentemente osservato anche in uno spot per un noto megastore di elettronica», ha riconosciuto sul «Berliner Zeitung», Kordula Doerfler. Rileggiamo un articolo del «Sueddeutsche Zeitung» sull`Oktoberfest: «Urlano a squarciagola, cercano sempre un pretesto per far scoppiare la rissa e non lasciano mai la mancia. E poi si ubriacano fino a non capire più nulla».
...
Perfino Mario Draghi, prima di essere sdoganato da un foto-montaggio in cui si ritrovò un elmetto prussiano che accompagnava il riconoscimento che «il nuovo capo della Bce è tanto tedesco» (sic...) era stato preso di mira con gli stessi, identici, intollerabili preconcetti dalla «Bild». La quale, colta in contropiede dalle dimissioni dalla Bundesbank di Axel Weber sul quale puntava per la presidenza della Banca centrale europea, accanto alla foto dell`allora governatore di Bankitalia nella lista dei possibili candidati scrisse: «Per favore, non questo italiano». Perché no? «Mamma mia, per gli italiani l`inflazione nella vita è come la pummarola sulla pasta!». E meno male che, da Goethe in qua, dicono di amarci...
di Gian Antonio Stella
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
“Hic Rhodus, hic salta” – Grecia, Tsipras e la democrazia col culo del popolo
Il titolo dell’Huffington Post del 28/06/2015 “Hic Rhodus, hic salta” [“Qui [è] Rodi, salta qui”. Il senso traslato è “Dimostraci qua e ora le tue affermazioni”. Leggere il seguito
Da Carusopascoski
OPINIONI, SOCIETÀ -
Draghi chiude i rubinetti e Tsipras le banche, non è scontato che l’euro regga
Pur rappresentando in una telefonata con Tsipras, la sua comprensione per la scelta del Governo Greco di indire un referendum perché sia il popolo ad esprimere... Leggere il seguito
Da Blogaccio
SOCIETÀ -
Vincenzo De Luca "sospeso ma non troppo" - L'ultima invenzione del renzismo
Vincenzo De Luca, il "de-caduto in piedi", e il bacio di Giuda Dopo la rottamazione e lo ‘staiserenismo’ dobbiamo a Renzi anche la sospensione-confermativa,... Leggere il seguito
Da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ -
Calvi Risorta in piazza contro la centrale
Di Ivan TrocchiaQualche giorno fa la scoperta del " più grande sito di smaltimento clandestino di rifiuti tossici" a Calvi Risorta, in provincia di Caserta, e... Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Cinema - "E' arrivata mia figlia" - Recensione di Angela Laugier
Recensione del film "E’ ARRIVATA MIA FIGLIA" (di Angela Laugier) Titolo originale: Que horas ela volta Regia: Anna Muylaert Principali interpreti: Regina Case,... Leggere il seguito
Da Tafanus
POLITICA, SATIRA, SOCIETÀ -
Il controverso caso del dott. Andolina
É di pochi giorni fa la notizia (qui, dal sito de La Stampa) dell'arresto del medico triestino Marino Andolina, nell'ambito di un'inchiesta della Procura della... Leggere il seguito
Da Gaetano61
SOCIETÀ