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Stereotipo italiano

Creato il 13 dicembre 2010 da Abattoir

 

In Sicilia si dice sempre che noi non abbiamo bisogno di grandi aziende che producano manufatti da esportare, perché noi abbiamo un clima fantastico che ti permette di fare il bagno a mare anche l’8 di dicembre, perché abbiamo il cibo buono e monumenti che appartengono alle più grandi civiltà del bacino mediterraneo fino alle più moderne; però in Sicilia continua ad esserci un alto tasso di disoccupazione e meravigliose spiagge ancora da sfruttare.

Quindi uno si chiede: perché non buttarsi nel business del turismo, visto che ci sono le risorse non sfruttare? Cosa si potrebbe offrire a questi turisti? Cosa si aspettano, per esempio, quando vengono in Italia e in Sicilia?

Per gli stranieri sembra, innanzitutto, che Italia e italiani siano due cose differenti. L’Italia è un posto geograficamente fatto in un determinato modo che ha temperature africane al sud e tedesche al nord, piena di bei monumenti, specialmente di matrice religiosa. In Italia ci sono le tombe dei grandi intellettuali del passato. 
Ecco che cosa è l’Italia per gli stranieri: un museo del passato in cui si ricordano grandi nomi di grandi epoche storiche, quasi nessuno viene a vedere cose contemporanee, mentre noi nel resto dell’Europa ammiriamo sia personaggi che monumenti di epoca contemporanea, che per noi sono di rara bellezza, perché da noi è raro che bravi artisti e intellettuali contemporanei possano ampiamente esprimersi.

Già nel 1911 gli intellettuali nati nell’Italia unita scrivono della loro insofferenza nel vedere i forestieri visitare con entusiasmo questo tipo d’Italia, disprezzando invece gli italiani, vedendo in loro solo camerieri, rigattieri, cantanti, mendicanti lestofanti e briganti. E’ cambiato qualcosa oggi: chi sono gli italiani per gli stranieri?

Leggendo qualche testo che tratta scientificamente la questione e conoscendo un po’ di gente non italiana, scopro che gli italiani sono prima di tutto rumorosi, simpaticoni e provoloni. Più che «santi, poeti e navigatori» ci vedono come «pizza, spaghetti e mandolino»: gli spaghetti sono cucinati dalla mamma, il mandolino è per le serenate d’amore.
L’uomo italiano in particolare è legato alla mamma ed è il classico “provolone”, che, sapendo ben corteggiare le donne, si sente in diritto di corteggiarle tutte, abbondando spesso di machismo.
L’italiano, indistintamente dal suo sesso, ha uno stile di vita buono, che si rispecchia in qualsiasi aspetto, dall’abbigliamento al cibo, sceglie solo la qualità e con buon gusto, anche se a volte tende ad esagerare indossando occhiali o camicie che vanno oltre l’essere fighi.
Tutto questo ci rende però molto simpatici, al limite con i personaggi interpretati da Carlo Verdone e in sintonia con il nostro attuale premier: elegante, gran amatore e scherzoso (quei pochi che ancora si ostinano a vederci come santi, poeti e navigatori invece si chiedono cosa c’entri il premier con gli italiani…).

Mafia: se sei italiano, se sei un italiano del sud, sei mafioso o comunque sai ben conviverci. Infatti, oltre il confine, pensano che in Sicilia si possano vedere quelle scene tipiche di film americani, dove una macchina di lusso rallenta, si abbassa un finestrino e un mitra spara all’impazzata. Una cosa del genere la pensano anche alcuni italiani del nord dall’istruzione medio-alta, a dire il vero.

Vogliamo dire che sono solo stereotipi? Ma da dove nascono se non in un pizzico di verità? Ce ne dobbiamo preoccupare?
Vedo tanti turisti venire a Palermo e certo ce ne sarebbero di più senza lo stereotipo della mafia e ce ne sarebbero pure di più se apprezzassero anche gli italiani anziché considerarli gli “animatori” del museo delle grandezze passate che è l’Italia.

Se vogliamo fare business con il turismo, dobbiamo rafforzare questi punti deboli, dimostrare che gli italiani non sono dei simpaticoni con qualche genio espatriato in un CERN di Ginevra, ma persone educate e degne dei luoghi in cui vivono. Dobbiamo spiegare cosa è la mafia vera, raccontare dei personaggi che hanno dato la loro vita per combatterla e impegnare la nostra stessa vita ad eliminare questa piaga che, se non spara dai finestrini delle auto, ti tarpa le ali e non ti lascia volare in alto.

 

(Il video in apertura è uno spot spagnolo dei supermercati Carrefour, in cui l’associazione di italiani che invade in estate le isole spagnole a caccia di donne, pensa di poter fare conquiste grazie alla fama della pizza italiana, nonostante loro sappiano dire solo “pepperoni”… che per gli spagnoli è la pizza tipica italiana, che non ha i peperoni, come state immaginando, ma il salame).

foto:flickr

 

Stereotipo italiano

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