A Reggio Emilia, amici e conoscenti sottolineano spesso il fatto che ho la casa paterna vicino a circa 20 km dal mare e lo definiscono “una fortuna”. Quando si vive a cosi’ breve distanza da mare, si da per scontato che questa sia una cosa ovvia. Quando ci si allontana per scelte di vita o circostanza varie, e’ la prima cosa che ti manca. Questo fa si che quando si e’ lontani si ricordano con piacevolezza i momenti vissuti e la facilita’ di accesso ad un mare che, da quando sono nata, ha comunque fatto da cornice ai miei ricordi.
Se torno indietro nel tempo diverse le cose che sono cambiate: costumi, taglie e colori di capelli, compagnie e stato sociale. Una cosa e’ pero’ rimasta (quasi) immutata nel tempo: la frequentazione dello chalet.
Anno scolastico 1988/89: avevo frequentato l’Istituto Magistrale ed era necessario per iscriversi all’università svolgere l’anno integrativo. Esso si svolgeva di pomeriggio presso la sede lungo mare del Liceo Artistico. Partivo con la corriera la mattina, lavorato come segretaria a Fermo presso un ufficio, mangiavo da mia nonna e prendevo un bus fermo/Porto San Giorgio per essere a scuola alle 15.00 fino alle 17.30/18. Un anno di cui a livello di conoscenze credo, onestamente, di non aver appreso nulla. Io e le mie amiche attendevamo con pazienza il passaggio al mondo accademico come matricole.
Se non e’ possibile che io ricordi nulla di cio’ che (forse) ho appreso, nella mia mente e’ ancora ben in evidenza con quanta facilita’, durante i giorni in cui i professori non venivano ad insegnarci qualcosa, maggiorenni uscivamo da scuola e attraversando la strada nei giorno di sole primaverile, passavamo il nostro tempo nello chalet/ spiaggia esattamente di fronte: Poldo e Livia -lo chalet degli artisti-, cio’ recitava l’insegna, sfondo bianco, scritta blu. E blu, lo sfondo del mare, del cielo, delle cabine e di alcuni arredi. Arancioni invece gli ombrelloni come le sedute e il pedalone.
Credo di non aver mai conosciuto Poldo ma fa lo stesso….e’ come non aver mai conosciuto un personaggio storico ma sapere le sue gesta. Al contrario ho conosciuto Livia, fantastica donna che caratterizzava quei pomeriggi pigri che noi trascorrevamo fantasticando sul futuro, le nostra ambizioni e delusioni o piu’ banalmente commentavamo “Beautiful” dove Ridge stava vivendo per la prima volta in Italia uno dei suoi grandi dilemmi: Brooke o Caroline?
“Cocche!! So’ fatto li ‘gnocchiiii…ne ‘volete ‘mocco’?” Trad: “ragazze ho fatto gli gnocchi…ne volete un po’?”. Livia allora era una donna sui 55/60, sempre allegra, solare e sorridente. Ti accoglieva in modo solare sia se ti conosceva che non. Non c’era differenza: chiunque fossi tu eri il benvenuto. I suoi capelli ramati, corti e bigodati erano sempre impeccabili, il suo occhio vigilava e spaziava da una vita dalla cucina al fondo della spiaggia. Conosceva tutti e si ricordava di tutto. Nomi, situazioni e persone. Livia come Poldo non era solo un nome scritto su un cartello. Era quella spiaggia e quello chalet. Amava colloquiare con tutti, sapere e raccontare aneddoti, spiegare cosa bolliva in pentola. Eh si, perche’ una punta di diamante di questo chalet era, ed e’ la cucina. Il pesce veniva e viene cucinato con la semplicita’ necessaria per questo alimento che non richiede molto se non fantasia, essenzialita’, freschezza e cura. Tutte cose che caratterizzano da sempre questo ristorante che affaccia alla spiaggia donando oltre piacevolezza al gusto anche alla vista. Quando si arrivava la mattina presto, spesso si vedeva Livia che era intenta a pulire il pesce da poco pescato e che stava per diventare pasto di molti. A fine giornata raccontata fra le altre cose l’esatto peso di cozze pulite e per quanti coperti. Le sue collane, orecchini vistosi ed i suoi vestiti colorati e carioca rimandavano a paesi esotici e solari. A me, sono sempre piaciuti collane, colori e fiori, e la omaggiavo a volte con complimenti. Lei felice mi sorrideva e mi raccontava da dove venivano le bigiotterie: spesso erano anche regali di clienti che vedendole chissa’ dove pesavano a lei e le facevano un regalo.
Livia parlava spesso del marito, dell’inizio della loro attivita’, dei sacrifici per far studiare i figli che pur avendo altri lavori in estate si prodigavano sempre per lo chalet. La sua passione, oltre i colori e l’allegria era la musica. Mentre portava a tavola amava cantare e allietate i clienti con sleng a volte anche con doppi sensi, ma che, dalla sua bocca e grazie alla sua spontaneita’ a me, non sembravano mai volgari. Erano in abbinamento con i suoi colori, la sua allegria, i suoi sorrisi. Purtroppo Livia e la sua allegria da qualche anno hanno perso il loro bagliore. I fumi nella sua mente si sono appropriati dei ricordi, dei sorrisi e delle canzoni.
L’attivita’ e’ cosi’ ora totalmente gestita da figli, nipoti e nuore, gia’ molto attivi negli anni scorsi. I giovani hanno preso piede ma l’impronta per fortuna e’ rimasta la stessa. Magari non si sente intonare un ritornello scanzonato ogni quarto d’ora, ma la genuina accoglienza e la familiarità’ di questo posto sono rimasti immutati. Il ristorante continua a cucinare, secondo il mio punto di vista, ottimi piatti fra cui gnocchi e chitarrine allo scoglio, mix di antipasti, fritto ed arrosto. Il rapporto qualita’ / prezzo e’ ottimo. La veduta sulla spiaggia completa il tutto. Diverse file di ombrelloni spaziano dal bagno asciuga al ristorante, senza mai soffrire di essere troppo vicini fra loro. Molto lo spazio anche dedicato ai lettini per chi vuole fare a meno dell’ombra. La spiaggia e’ quotidianamente pulita da tutto il personale a cui ci si puo’ rivolgere per qualsiasi esigenza. Luigi, Andrea, Valeria e Rosalba sono a disposizione dei clienti per qualsiasi cosa loro possono fare per offrire un confortevole riposo nell’ampia spiaggia data a loro in concessione da tanti anni. I ragazzi possono giocare a beach volley senza recare alcun fastidio per via dell’alta rete, i bambini hanno un posto dedicato ai loro giochi. Il bar aperto fino a sera gestisce dalla colazione a mini aperitivi. Il ristorante cucina per pranzo. Poi ci sono doccia calda (a pagamento), fredda, bagni per i clienti, rimessa giochi, la piccola biblioteca i giornali quotidiani. La raccolta dell’immondizia e’ differenziata e ben organizzata. Il mare e’ quello tipicamente Adriatico con fondale sabbioso e scogli tanto da renderlo perfetto per la balneazione dei bambini. La spiaggia e’ di sabbia fine pulita e curatissima.
Dal 1988-89 ad oggi sono passati circa 25 anni. Questa spiaggia e la sua gestione e’ un punto fermo per tante persone che, anche se non conosco personalmente, rivedo con piacere ogni anno. Ho tanti ricordi che partono da quell’anno integrativo di scuola, che vanno dai pomeriggi passati qui con i miei amici, a quelli con mia mamma quando venivamo assieme di pomeriggio e si portava da cucire, alle prime volte che mio marito veniva a trovarmi e passavamo tutto il giorno in spiaggia mangiano pesce. Lui lo ritiene un luogo di tranquillita’ e di pace, lontano dallo stress e dai pensieri. Quando veniamo assieme mi dice sempre “ma cosa cerchi…meglio si qui?”
In questo ristorante ho trascorso il pranzo il giorno prima del mio matrimonio, con Nicola e suo padre che, casualmente ha incontrato un suo ex collega di banca di Reggio Emilia, il quale intonava ritornelli allegri con Livia, a conferma di quanto questa sia una piccola oasi sana per chi vuole buttarsi dietro le spalle noie e pensieri vari. Sebbene io sia solita viaggiare, ogni anno, torno in questo luogo, magari per pochi giorni. Se posso invito a venire con me anche amiche/i di Reggio, come questa primavera, in una fuga ai primi di maggio di pochi giorni. Sapere che c’e’ e’ una sicurezza, un porto a cui tornare senza sorprese, e’ un po’ essere ogni volta a casa, essere felice di esserci tornati e ritrovare un po’ di te.
Poldo e Livia
Lungo mare Gramsci Porto San Giorgio (F.M.) 0734679915
Magazine Viaggi
Stessa spiaggia, stesso mare: da Poldo e Livia_Porto San Giorgio (Fermo)
Creato il 17 luglio 2013 da Aloccic1Possono interessarti anche questi articoli :
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