Steve Howe è universalmente riconosciuto come uno tra i più grandi chitarristi rock (anche se mi pare riduttivo) di tutti i tempi.
E’ stato (forse è, ma ho perso il filo) anche una colonna portante degli Yes , cioè la “ dream band “ per eccellenza.
I miei ricordi antichi mi riportano al film “Yessongs”, pellicola vista a ripetizione, che mi ha lasciato un’immagine preponderante, un giovane e bellissimo Steve che spadroneggia in “Your Is No Disgrace”.
Una cosa che mi aveva particolarmente colpito a quei tempi era l’apprendere (da Ciao 2001) che il suo esercizio quotidiano sulla sei corde si aggirava attorno alle 9 ore.
Un vero maniaco della chitarra, compagna inseparabile, seduta e pagante accanto a lui nei lunghi spostamenti aerei , almeno un tempo.
In tempi recenti sono riuscito a vederlo dal vivo, due volte, 2003 nella mia città, Savona, e 2004 a Voghera.
Del giovane baldanzoso immortalato nel film neanche l’ombra.
Piuttosto un compito signore di mezza età , dall’aspetto persino precario .
Anche le stars invecchiano!
Ma sul palco la sua dimensione musicale evolve, a dispetto della staticità.
Nel lungo filmato che propongo Howe si presenta in mera veste acustica, ma credo valga la pena ascoltarlo.
Gli amanti della chitarra non resteranno insoddisfatti.
Ed ora qualche nota oggettiva carpita dall’enciclopedia di rete.
Principalmente noto come membro dello storico gruppo di rick progressivo Yes, in cui figura anche come autore o coautore di molti dei brani più celebri,Steve Howe ha suonato anche negli Asia e nei GTR e ha al suo attivo una discografia solista piuttosto ampia e numerose altre collaborazioni e apparizioni come guest star in opere di altri artisti, da Lou Reed ai Queen.
Virtuoso di ogni genere di chitarra (elettrica,spagnola,classica,steel guitar,mandolino e via dicendo), Howe ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo contributo all'evoluzione della tecnica della chitarra moderna.
La Gibson, casa produttrice della sua prima chitarra, ha detto che Howe «ha elevato la chitarra rock al rango di forma d'arte» e «ha contribuito a definire il nuovo stile musicale noto come Prog>>.
La Gibson ES-175, lo strumento preferito di Howe, è stato prodotto nel 2002 in una edizione limitata recante la sua firma.
Allo stesso modo la sua predilezione delle chitarre Martin, in campo acustico, lo ha portato ad essere una specie di testimonial per il modello 00-18. Così anche la Martin intorno al 2000 ha prodotto una serie limitata di chitarre Steve Howe Signature, modello noto con la sigla Martin 00-18SH.
Un ragazzo prodigio .
Stephen James Howe nacque nel quartiere di Holloway nel nord di Lonfra il giorno 8 aprile 1947, ultimo di quattro fratelli.
Fin da giovanissimo mostrò un grandissimo interesse per la musica di ogni genere, ma soprattutto per le registrazioni di orchestre jazz.
A dodici anni ricevette in regalo dai genitori la prima chitarra, che imparò a suonare da autodidatta. Ragazzo prodigio, a sedici anni suonava già in un gruppo semiprofessionista di nome "The Syndicats", che si esibiva in cover di brani rhytm'n blues e arrivò a incidere diversi singoli.
Il giovanissimo Howe si trovò presto a essere molto richiesto presso le band emergenti di Londra.
A diciotto anni entrò nel gruppo "The in Crowd", e collaborò come session man alla hit "Excerpts from a Teenage Opera" di Mark Writz.
The in Crowd, divenuti poi Tomorrow, incisero alcuni singoli e un album, venendo indicati dalla critica come una delle band più rappresentative del neonato rock psichedelico inglese.
All'età di ventun anni, ancora alla ricerca della propria collocazione ideale, Steve fondò il gruppo Bodast, con cui si esibì dal vivo su numerosi palchi, "aprendo" per band già famose come The Who. I numerosi brani incisi dai Bodast, però, non giunsero alle stampe se non parecchi anni dopo, in seguito all'enorme successo che Howe avrebbe riscosso con la sua band successiva.
Gli anni d'oro degli Yes
Mentre ancora i Bodast tentavano di sfondare, prima i Jethro Tull e poi i The Nice di Keith Emerson offrirono ad Howe il ruolo di chitarra solista. Entrambe le offerte furono declinate, e nella primavera del 1970, Howe fece il suo ingresso negli Yes, un gruppo che aveva alle spalle già due album di discreto successo, allora formato dal cantante Jon Anderson, il tastierista Tony Kaye, il bassista Chris Squire e il batterista Bill Bruford.
L'ingresso di Howe, che sostituiva il precedente chitarrista Peter Banks, portò una vera rivoluzione nel gruppo. Il primo album degli Yes con Howe alla chitarra, “The Yes Album” del 1971, consacrò immediatamente gli Yes come membri dell'Olimpo del rock progressivo.
Il contributo di Howe a quest'opera fu enorme; coautore della maggior parte dei brani (in alcuni dei quali ripropose frammenti del materiale Bodast mai pubblicato), nell'arco di quaranta minuti scarsi di musica Howe esibì un vasto repertorio di tecniche chitarristiche, dalle inedite soluzioni rock di “ Yours Is No Disgrace”, all'indiavolato ragtime di “The Clap”, al mandolino romantico di “Your Move”.
Dopo quest'album, per la prima volta, gli Yes partirono per un tour mondiale (Europa e Nordamerica).
Gli anni successivi rappresentarono l'apice della storia del gruppo, con album acclamatissimi come “Fragile, Close to the Edge, Tales from Topographic Oceans” e “ Relayer”.
È impossibile sopravvalutare il contributo di Howe a questi lavori; in particolare, il suo sodalizio compositivo con il cantante Jpn Anderson diede alla luce gran parte dei brani considerati pietre miliari della discografia del gruppo.
Con l'ingresso di Rick Wakeman alle tastiere (e nonostante l'abbandono dell'eclettico avanguardista Bruford, sostituito da un più misurato Alan White), gli Yes vennero presto identificati dalla critica e dal pubblico come un supergruppo, un sodalizio di virtuosi dei rispettivi strumenti.
Nel 1975, mentre gli Yes erano all'apice della loro carriera, su suggerimento di Anderson ciascuno dei membri diede inizio a una propria parallela carriera solista; Howe incise il suo primo album “Beginnings”, a cui fece seguire un concerto solista al Jazz Festival di Montreux, in Svizzera.
Poco tempo dopo incise il secondo album,” The Steve Hpwe Alnum”.
Entrambi questi lavori ebbero un discreto successo commerciale. Dal 1977, Howe vinse per cinque anni consecutivi il riconoscimento come "Best Overall Guitarist" dalla rinomata rivista tecnica Guitar Player, diventando tra l'altro il primo chitarrista rock a entrare nella "Hall of Fame" della rivista.
Abbandoni e ritorni
All'inizio degli anni 80, gli Yes entrarono in un periodo di crisi e subirono numerose defezioni, fino all'abbandono dello stesso cantante Jon Anderson.
Nell'album “Drama”, dell'80, gli unici membri "classici" ad apparire sono Howe e Squire (unico membro del gruppo ad apparire in tutte le pubblicazioni ufficiali). Nonostante il buon successo commerciale di Drama e del successivo tour, gli Yes si sciolsero ufficialmente nel 1981.
In questo periodo Howe intensificò le collaborazioni con altri artisti e, nel 1982 fondò gli Asia, un altro supergruppo composto di reduci delle più importanti band progressive degli anni 70 John Wetton dei King Crimson, Geoff Downes degli Yes,Carlo Palmer degli ELP).
Nonostante il notevole successo commerciale ottenuto da questo progetto, Howe abbandonò la propria "creatura" appena dopo il secondo album, partecipando ai successivi solo occasionalmente come guest star.
Un altro progetto di questo periodo fu GTR, un duo di virtuosi della chitarra fondato da Howe assieme a Steve Hackett (exGenesis); l'album omonimo è del 1986, e viene considerato spesso (anche a causa della presenza anche di Downes), una sorta di spin.off dell'esperienza Asia.
Nel frattempo, gli Yes si erano ricostituiti (senza Howe), pubblicando nel 1983 l'album di grandissimo successo commerciale, “90125”.
A livello compositivo, questa nuova formazione vedeva l'egemonia del chitarrista sudafricano Trevor Rabin, e viene identificata dai fan degli Yes con il nome "Yeswest" (poiché il gruppo aveva la propria base negli Stati Uniti). Lo stesso Anderson partecipò al progetto per alcuni anni ma, verso la fine del decennio, decise di tentare una sorta di "ritorno alle origini", chiamando a raccolta alcuni fra i membri fondamentali degli Yes degli inizi: Wakeman, Bruford e lo stesso Howe. Ne nacquero una band nota come "Anderson Bruford Wakeman Howe", o "ABWH", un album omonimo, e un tour mondiale dal nome “An Evening of Yes Music Plus”, in cui vennero suonati principalmente brani degli "Yes classici".
Gli anni successivi videro una "reunion" degli Yes, con la fusione di Yeswest e ABWH, che diede luogo all'album significativamente battezzato ”Union”.
La carriera solista
A questo punto Howe riprese le fila della sua carriera solista, abbandonata al secondo album, iniziando a pubblicare opere proprie in modo abbastanza regolare (più o meno una all'anno). Nel 1991 uscì il terzo album “Turbulence”, a cui seguirono in breve successione “Not Necessarily Acoustic”, “The Grand Scheme of Thiongs”,” Pulling Strings” e “Mothballs” (una raccolta dei lavori incisi da Howe con i gruppi della sua adolescenza, dai Syndicats ai Bodast). Nel 1991 collaborò con i Queen con un memorabile assolo di chitarra nella canzone "Innuendo".
Nella metà degli anni 90, allontanatosi Trevor Rabin, gli Yes tornarono a ricostituirsi nella loro formazione classica (Anderson, Squire, Wakeman, White e Howe). La pubblicazione di nuovi album degli Yes (a partire dai due “Keys to Ascension” fino all'ultimo “Magnification” nel 2001) con i relativi tour mondiali, tuttavia, non ha rallentato la produzione solista di Howe.
Il suo ultimo tour solista, con la "band" Steve Howe's Rhemedy, formata dai lui stesso e i due figli, ha coperto nel 2003 gran parte dell'Europa.
In gioventù gli veniva attribuito il nomignolo di “uomo con la chitarra in testa”, proprio perché il mondo degli strumenti a corda affollava massivamente i suoi pensieri; non a caso è diventato uno dei massimi collezionisti di strumenti a coda del Regno Unito e del mondo. La sua collezione di strumenti di pregio è arrivata a contare fino a 160 pezzi, inclusi pezzi d'epoca (anche del 1700) e prestigiosi pezzi di produzione e custom; particolarmente cospicua la presenza di modelliGibson e Martin, ma anche Fender, Gretch, Danelectro, etc.
La collezione, testimoniata dalla pubblicazione del 1994 " The Steve Howe Guitar Collection " , include molte tipologie di strumenti, inclusi mandolini, steel-guitars, chitarre a risuonatore (Dobro), e molte altre tipologie.
Negli ultimi anni ha rivenduto alcuni dei suoi pezzi.
Stili Musicali e peculiarità stilistiche
Fondamentalmente i tratti stilistici in cui ha rappresentato l'eccellenza riguardano la sua tecnica fingerstyle su chitarra acustica, il suo senso melodico ed originalità. I suoi pezzi non sono mai semplici da riprodurre, anche quando la linea melodica lenta suggerirebbe apparentemente una semplicità esecutiva. Il fatto è che a livello compositivo egli ha sempre inseguito la melodia, mentre la tecnica necessaria ad eseguire il pezzo ne è risultata la conseguenza. Qesto modo di procedere lo ha portato ad inseguire tecniche nuove e passaggi non "intuitivi". In pratica il suo approccio compositivo è piu "purista" rispetto alla gran parte degli altri chitarristi (che invece vanno solo dove li porta la tecnica strumentale già acquisita).
Un'altra caratteristica fondamentale che lo ha reso molto amato dagli estimatori del genere progressive-rock riguarda la determinazione a rendere i propri pezzi dei "classici", cercando di riprodurli senza un eccessivo spazio all'improvvisazione.
Da mettere in evidenza poi che è stato uno dei pionieri (conDavid Gilmoure dei Pink Floid) nel portare la steel guitar nel rock europeo aprendo le frontiere di questo sorprendente strumento. Howe stesso ci dice in alcune interviste che la steel guitar ha costituito in molti casi lo strumento ispiratore di molte composizioni.
A livello timbrico, per quanto riguarda le chitarre elettriche, ha utilizzato per gran parte della sua carriera amplificatori Fender usando limitatamente suoni "distorti". Essendo un appassionato di strumenti musicali ha sempre cercato di manipolare poco i suoni delle sue chitarre, cercando invece di mettere in evidenza la loro anima timbrica.
Ed ora guardiamolo ed ascoltiamolo in un set acustico, dopo che Jon Anderson gli passa il testimone.