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Steve Jobs (2015)

Creato il 26 gennaio 2016 da Babol81
Prosegue il mio lento percorso di preparazione per gli Oscar e oggi parlerò di Steve Jobs, diretto nel 2015 dal regista Danny Boyle e tratto dalla biografia omonima di Walter Isaacson.
Steve Jobs (2015)
Trama: il film racconta la vita di Steve Jobs a partire dalla sua espulsione dal consiglio d'amministrazione della Apple per arrivare ai rinnovati fasti moderni e la definitiva consacrazione a genio dell'informatica..


Steve Jobs (2015)
Quello biografico è un genere che mi piace molto quando riguarda personaggi di mio interesse ma che tendo un po' ad evitare quando si tratta di persone che non hanno mai solleticato la mia curiosità. Dopo il suo "Stay Hungry, Stay Foolish" chissà perché mi immaginavo Steve Jobs come una sorta di John Keating del mondo dell'informatica ed ero quindi pronta ad una specie di "agiografia" atta a glorificare questa figura fondamentale per l'epoca moderna, conseguentemente a morire di noia. Per fortuna il film di Danny Boyle, sceneggiato da Aaron Sorkin a partire dalla biografia di Walter Isaacson, dipinge uno Steve Jobs insopportabile, geniale ma caratterizzato dagli incredibili, fastidiosi difetti che chiunque lavori come dipendente avrà riconosciuto almeno una volta nei propri capi: impaziente, inconsapevole dei ritmi della realtà che lo circonda, incapace di riconoscere ai suoi sottoposti e in generale alle persone la dignità di essere umani (gli unici due a sottrarsi in minima parte a questo trattamento sono la segretaria Joanna e l'ex mentore John Sculley), bizzoso, maleducato, egocentrico, truffaldino ed egoista, Steve Jobs schiaccia come una pressa tutto quello che si pone davanti al raggiungimento del suo obiettivo e dismette come inutile tutto ciò che non è funzionale ad esso. La pellicola è divisa in tre tempi, anni '80, anni '90 e secondo millennio, e racconta l'ascesa, la caduta e il successivo trionfo del protagonista, teso alla creazione di una società dove i computer fungono da migliori amici dell'uomo, perfetti non solo internamente ma soprattutto per quel che riguarda il design; per Steve Jobs il progresso passava innanzitutto dagli occhi e dal desiderio dell'utente di possedere qualcosa di esclusivo, una "forma d'arte" casalinga impossibile da modificare ed incompatibile con gli altri dispositivi comuni. La sceneggiatura è interamente incentrata sulla sua ossessione verso l'immagine, i mass media e la pubblicità e si snoda partendo dall'acuta citazione di un'intervista ad un esperto ai tempi dell'uscita di 2001: Odissea nello spazio (continuamente citato nel corso del film) mostrando progressivamente l'avverarsi delle profezie tecnologiche dell'intervistato, soprattutto ad opera di Steve Jobs. Lo stesso protagonista viene praticamente descritto come una futuristica macchina antropomorfa, difficile e talvolta pericolosa da gestire, e la rappresentazione della sua "umanità" viene interamente affidata ai confronti (purtroppo spesso mai avvenuti nella realtà) con le figure chiave della sua esistenza, soprattutto con la figlia Lisa, riconosciuta solo all'età di 9 anni e frutto di una relazione assai burrascosa.
Steve Jobs (2015)
La connotazione negativa del protagonista e il conseguente desiderio di capire cosa lo abbia reso perfetto ed immortale agli occhi dei suoi tanti estimatori è ciò che rende Steve Jobs incredibilmente interessante e dinamico, anche grazie a dialoghi vivaci e poco legati all'aspetto tecnico del suo lavoro, capaci di sviscerare la personalità di personaggi che vediamo descritti in un periodo ben particolare della loro vita. Cotanto lavoro di sceneggiatura viene affidato ad attori incredibilmente bravi. Michael Fassbender è un mostro (no, beh, è un figo pauroso ma capite cosa intendo...) e la sua presenza scenica è fondamentale per questa pellicola, anche perché l'attore mescola sapientemente una freddezza teutonica ad un fascino incredibile, che tuttavia spesso soccombono alla palese goffaggine del personaggio, almeno per quanto riguarda le questioni relative alle interazioni sociali. A spalleggiarlo ci sono una brava Kate Winslet (alla quale però non darei l'Oscar. Ora come ora la mia favorita è Rooney Mara ma devo ancora vedere le performance delle altre candidate...), il camaleontico Michael Stuhlbarg (l'unico il cui personaggio cambia radicalmente aspetto fisico nel corso del tempo), il gradevole Jeff Bridges (tornato finalmente ad un ruolo serio e ambiguo, con un personaggio allo stesso tempo abietto ma malinconico, degno di un minimo di pietà) e l'adorato Seth Rogen, per la prima volta alle prese con un ruolo misurato e "ingombrante" come quello di Steve Wozniak, ex socio di Jobs ritiratosi gradualmente dalle scene ma considerato uno dei "padri" degli attuali personal computer: i dialoghi tra Rogen e Fassbender, l'idea di un'amicizia difficile da tenere in piedi e lo scontro tra due personalità che più diverse non si può sono alcuni dei punti più alti del film ma la sequenza che mi ha più emozionata è stata quella che descrive il primo incontro tra Jobs e la figlia Lisa, durante la quale l'odio per il protagonista è salito a livelli insuperati. Buona infine la prova di Danny Boyle, un po' impersonale però agli occhi di un profano: onestamente, se non avessi letto che il regista ha scelto di filmare gli anni '80 in 16 mm, i '90 in 35 e i tempi recenti in digitale, per rispecchiare l'evoluzione nel tempo della tecnologia Apple, non ci avrei mai fatto caso. A parte questa botta d'ignoranza, Steve Jobs è un film davvero notevole, emozionante ed interessante anche per chi come me non si è mai curata troppo di un mito dell'epoca moderna. Che siate appassionati di Jobs o semplicemente amanti del buon cinema, non potete davvero perderlo!
Steve Jobs (2015)
Del regista Danny Boyle ho già parlato QUI. Michael Fassbender (Steve Jobs), Kate Winslet (Joanna Hoffman), Seth Rogen (Steve Wozniak), Jeff Daniels (John Sculley), Michael Stuhlbarg (Andy Hertzfeld) e Sarah Snook (Andrea Cunningham) li trovate invece ai rispettivi link.
Katherine Waterston interpreta Chrisann Brennan. Inglese, ha partecipato a film come Vizio di forma e a serie come Broadwalk Empire. Anche produttrice, ha 36 anni e tre film in uscita tra cui Animali fantastici e dove trovarli e Alien: Covenant.
Steve Jobs (2015)
Il film avrebbe dovuto essere diretto da David Fincher ma la Sony ha rinunciato ad ingaggiarlo a causa degli esosi compensi richiesti e la ferma volontà del regista di avere l'intero controllo dell'opera; Fincher avrebbe voluto Christian Bale nel ruolo di protagonista ma quando è subentrato Danny Boyle il regista ha chiesto la presenza di Leonardo Di Caprio, il quale ha rinunciato per girare Revenant. E' tornato così in lizza Bale ma è stato proprio lui a declinare l'offerta, ritenendosi inadatto al ruolo e spianando così la via a Fassbender. Come ho scritto nel corso del post, alcuni degli eventi salienti del film non sono mai accaduti e purtroppo di questo gruppo fanno parte alcuni tra i più emozionanti, come la sequenza in cui Lisa usa il computer per disegnare, la riconciliazione tra Jobs e Sculley, molti litigi con Wozniak e la scena finale tra Jobs e la figlia ormai maggiorenne, effettivamente la più "posticcia". Detto questo, se Steve Jobs vi fosse piaciuto consiglierei il recupero di Jobs, che pur non ho mai visto. ENJOY!

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