Ricorda Curzio Maltese che Steve Jobs è stato Steve Jobs anche perchè a un certo punto della sua vita decise di lasciare l'università e si iscrisse a un corso di calligrafia. Proprio così, calligrafia: parola che racchiude in sè il concetto del bello, dello scrivere scegliendo la bellezza anche dei caratteri, piuttosto che semplicemente dello scrivere bene.E afferma Curzio Maltese, nella sua rubrica sul Venerdì di Repubblica:
Jobs ricorda a tutti quanto è importante la bellezza nelle scelte della vita e quanto sia al centro del mercato. Senza questa scelta bizzarra e in apparenza futile, Apple non avrebbe avuto caratteri tanto belli
Non è evidentemente solo una questione di stile o di cultura. La bellezza può essere anche utile, non solo futile. Il nostro boom economico degli anni Sessanta fu spinto anche da oggetti che non erano solo moderni e funzionali, erano anche belli, dalla Vespa alla Giulietta, ai frigoriferi e alle lampade made in Italy.
E oggi? Oggi mi sa che la crisi è anche questo, la conseguenza di un paese che ha rinunciato a coltivare la bellezza, nell'arte come nelle città, nel design industriale come nella cura del paesaggio. Abbiamo semplicemente puntato a fare cassa senza intendere che questa poteva essere anche la strada più diritta per finire sul lastrico.
Dice, Curzio Maltese:
A un giovane ambizioso, oggi bisognerebbe consigliare di seguire un corso di calligrafia, invece del master di finanza alla Bocconi per imparare a far soldi in Borsa. Tanto, se andiamo avanti così, presto non ci sarà più niente su cui speculare
Sottoscrivo. A volte è proprio la strada che si dirige più lontano che conduce a destinazione.




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