di Grazia Nonis. Renzi aveva promesso, la Madia aveva firmato ma la Corte dei Conti li ha bocciati rispedendo entrambi dietro la lavagna. Poi ha smantellato, inscatolato e chiuso in cantina la riforma che prevedeva di legare i "bonus" dei dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni al progresso del Pil che, visti i risultati, avrebbe omaggiato i destinatari di un nulla o di un misero schichimero. Per esempio, i Giudici della Corte hanno sentenziato che tali indicatori “non sono idonei” a valutare le performance della presidenza del Consiglio perché dipendono da fattori “non correlati a una diretta responsabilità dirigenziale”. Come se il titolare di una qualsiasi azienda privata, ovviamente fuori di melone, decidesse di elargire bonus a go-go ai suoi dirigenti, ignorando del tutto il calo del fatturato, i debiti e i dipendenti da licenziare. Della serie “Stiamo fallendo ma … han lavorato così bene che il premio se lo meritano”.
E così, pronti via gli uscieri di Palazzo Chigi, su ordine dei nostri e lor padroni, han fatto ruzzolare a pedate giù per le scale dei sotterranei dell’edificio la scatola con le foto della Madia in bikini, Renzi col koala e la loro bocciata riforma. Nel frattempo, gli scampati pro-bonus esultano: lingua gocciolante per la fregola dell’arrivo di denaro, sfregatina di mani e un bel machissenefrega alla faccia nostra e all’ennesimo anno di vacche magre per questo paese da burletta. Ricapitolando, l’80% del premio sarà agganciato alla valutazione del lavoro fatto dal dirigente (altroché Pil), ma i nomi degli immeritevoli non saranno certamente resi noti. E noi sappiamo che il numero dei non percettori sarà uguale a "zero"! Il restante 20% del bonus, e questa è una chicca, sarà erogato al dirigente solo dietro invio di mail entro il 31 dicembre contenente una qualsiasi proposta volta a semplificare i Processi di Palazzo Chigi. Che ne so: “Non andiamo a bere il caffè delle dieci così guadagniamo tempo”, “Io scrivo e tu detti”, “ “Io detto e tu scrivi” oppure “Semplifichiamo e acceleriamo i processi arrotolando le missive per poi lanciarcele con le cerbottane”. Caro Renzi, le tue intenzioni sono buone, ma di queste non si vive. Non ce la faremo mai. Troppe teste e troppi interessi cavillano ed interpretano le leggi a proprio uso e consumo. Centinaia di spregevoli burattinai fanno lo sgambetto tirando i fili di questo sconquassato teatrino di questo indegno paese.