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Stiamo mangiando noi stessi

Creato il 06 aprile 2012 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA


di Paolo Cardenà - STIAMO MANGIANDO NOI STESSI

Ogni giorno, con preoccupante ritualità, ci giungono dati che certificano, almeno in parte,  la gravità della crisi economica. Tralasciando di commentare il dato che ieri ci ha fornito l'Istat, secondo cui, la capacitàdi risparmio degli italiani, nel 2011, ha raggiunto il livello più basso dal 1995, ciò che conta segnalare, al di là della freddezza dei dati , è che una simile contrazione non potrà essere sostenuta a lungo.Ormai si sta perfino  compromettendo la virtù principale di questo paese: il risparmio delle famiglie. Questo, almeno per il momento, ci ha consentito di superare in modo più agevole di altri Paesi, le crisi che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni. Ma anche quest'ultimo baluardo sembra stia venendo meno. A compromettere questa virtù stanno intervenendo dinamiche che, per diverse ragioni e in diversa misura, contribuiscono  a deteriorare ilrisparmio delle  famiglie.La profonda crisi che ci staattraversando e  che si sta esprimendo intutta la sua drammaticità nella compressione della capacità di reddito e quindidi spesa  di tutti i soggetti economici,è la causa principale del deterioramento del risparmio. In altre parole, lefamiglie stanno attingendo ai loro risparmi per sostenere spese tipiche edordinarie della vita quotidiana, integrando o addirittura sostituendo ilreddito che sta venendo meno  a causadella crisi che genera  contrazione delladomanda di lavoro. Al riguardo, senza dilungarci troppo su taluni  aspetti celati dal tasso di disoccupazione  indicato di recente al 9.3%, occorre tuttaviaprecisare che tale dato, oltretutto, non incorpora i lavoratori in cassaintegrazione che stanno assumendo proporzioni decisamente preoccupanti,soprattutto se i pensa che non è del tutto remota la possibilità che questi sianoin "forza" ad aziende prossime alla scomparsa, consolidando così, alivelli ben più drammatici, il tasso di disoccupazione.A questo si devono aggiungere,  oltre al feroce inasprimento fiscale in atto,  e ai  significativi  fenomeni inflattivi che erodono il potere diacquisto - e quindi anche il valore reale dei risparmi - anche le dinamicheavverse dei mercati finanziari che stanno via via lacerando i portafogli di investimentodelle famiglie, seppur con le dovute distinzioni.A questo impoverimentogeneralizzato deve essere posto un freno poiché l'inerzia, in tal senso, potrebberisultare potenzialmente distruttiva, visto il progressivo deteriorasi delle condizionieconomiche del Paese. Perdurando simili condizioni anche nei prossimi mesi, oaddirittura peggiorando, appare sempre più indispensabile e non rimandabile, perseguiresoluzioni finalizzate ad una forte ridistribuzione di ricchezza e di reddito suvasta scala, tale da ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese,generando così condizioni più favorevoli affinché sia aumentata la possibilitàdi spesa, per effetto di un minor prelievo fiscale sui redditi e sulle pensionipiù basse. Circostanza, questa, che consentirebbe un  progressivo miglioramento dei consumi sostenendola ripresa economica Questo è ciò che si sarebbedovuto fare già all'inizio dello scoppio della crisi, la scorsa estate, poichéun tempestivo intervento attraverso l'applicazione di una imposta patrimonialerobusta e progressiva, finalizzata, oltretutto, a perseguire sia logichedi  maggior equità fiscale, sia programmidi sviluppo e di abbattimento del debito, concertando il prelievo anche con un tagliosistemico della spesa improduttiva. Ciò, avrebbe eliminato fin da subito irischi, successivamente concretizzati, del deterioramento dell'ampia baseimponibile per effetto, sia delle perdite subite dai mercati, che dallepratiche finalizzate ad occultare la ricchezza al fisco. Senza considerare poiche una simile soluzione, avrebbe potuto contribuire ad una stabilizzazione deimercati e della situazione economica, a quel tempo ,meno grave di quellaattuale.  Ma ciò non è stato fatto eforse non si farà mai, fino a quando qualcuno non si accorgerà che avremofinito di mangiare noi stessi. Ma a quel punto sarà troppo tardi.


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