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“Stidda” di Gela 18 arresti Tutti i nomi

Creato il 12 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate

carabinieriBlitz dei Carabinieri  ieri sera Gela, dove sono state tratte in arresto diciotto persone, tra capi storici e gregari  della “Stidda”di Gela.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, detenzione di armi e munizioni. Tra gli arrestati, non sono finiti solo “stiddari”, ma anche un affiliato a Cosa nostra. Nell’ambito dell’operazione “Agorà”, si legge sulla Repubblica on-line gli arrestati sono: Emanuele Palazzo, di 55 anni, ritenuto l’attuale reggente della “Stidda” di Gela, Carmelo Antonuccio, di 23 anni, Gaspare Carella di 49, Carmelo Curvà di 34, Orazio Luciano Curvà, di 22 anni, Giuseppe Andrea Mangiameli di 36, i fratelli Davide e Simone Nicastro, rispettivamente di 32 e di 30 anni, Ettore Nobile di 24, Alessandro Peritore di 20, Giuseppe Alfio Romano di 32, Calogero Orazio Peritore di 28, Pasquale Sanzo, di 30, e Massimiliano Tomaselli, di 32 anni.
I provvedimenti sono stati notificati in carcere ad Armando Giuseppe D’Arma, 58 anni, esponente di spicco di Cosa nostra, Paolo Di Maggio, 52 anni, boss della “Stidda” cui si richiama l’intero gruppo guidato da Palazzo, Giuseppe Alessandro Antonuccio, 34 anni, e Francesco Morteo, 48 anni. Tutti gli imputati sono di Gela.

Secondo le indagine, partite nel maggio 2010, il sodalizio poteva contare sulla disponibilità di armi da fuoco ed esplosivi. Inoltre era loro uso pianificare estorsioni, attentati e danneggiamenti, traffico di droga, controllo della criminalita’ comune e sostentare gli affiliati detenuti e liberi.  L’organizzazione si manteneva pure grazie al controllo di una parte dello spaccio di droga a Gela, movimentando settimanalmente una media di cinque chili di hashish e marijuana. Emersa anche la pianificazione dell’omicidio di un pregiudicato locale colpevole di aver danneggiato gli interessi di un soggetto vicino alla stidda.  Sventato anche un attentato esplosivo ai danni di un commerciante del luogo che si era rifiutato di pagare il pizzo.


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