Si sente spesso parlare di stile “Liberty”, riferito al concetto italianizzato di Art Nouveau. Con tale termine si designa la corrente del gusto moderno in Italia, avente origine dal nome dei grandi magazzini londinesi di Lasenby Liberthy, specializzatisi nella vendita di oggetti quali stoffe e arredi di gusto floreale.
Il movimento storico si verificò esattamente fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. La prima fase del Liberty fu caratterizzata da un aspetto floreale che, comune ad altre manifestazioni straniere di questo stile, in Italia ebbe una connotazione più marcata, tanto che la definizione di stile floreale è quasi equivalente a quella di Liberty.
Rispetto alle parallele esperienze europee, l’adesione dell’Italia ai principi di rinnovamento estetico dell’art nouveau fu solo parziale, e la diffusione del nuovo stile avvenne più tardi a causa delle diverse condizioni sociali, economiche e culturali, dovute anche al ritardo con cui ebbe luogo nel nostro Paese la rivoluzione industriale.
Tale ritardo comportò l’attenuazione del fenomeno della concentrazione urbana e un entusiasmo più contenuto per le nuove tecniche costruttive e produttive. Fu in effetti l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa tenutasi a Torino nel 1902 la prima a diffondere ufficialmente in Italia la nuova tendenza.
Nelle intenzioni dei promotori c’era la volontà di istituire un più stretto rapporto tra arte, industria e artigianato, così come accadeva oltralpe. Sempre nel 1902 venne fondata la rivista “L’arte decorativa moderna”, che divenne uno degli strumenti di diffusione del nuovo gusto. Già dalla metà dell’Ottocento sono sorti in Italia laboratori, spesso a conduzione familiare, per l’esecuzione di mobili e oggetti d’arte.
Ma fu solo con l’età del Liberty che la produzione artistica italiana nei diversi campi delle arti decorative, dal mobilio al ferro battuto, dal vetro alla ceramica, assunse caratteri più ampi e specifici e iniziò ad essere ospitata nelle esposizioni internazionali.
Nel campo della progettazione dei mobili, un rinnovamento fu promosso dall’architetto siciliano Ernesto Basile con gli arredi disegnati per la ditta Golia- Ducrot, e da Giacomo Cometti che si orientò verso le arti applicate dell’industria fondando persino un laboratorio per la realizzazione di arredi, stoffe e metalli da immettere sul mercato a prezzi contenuti.
Tra i migliori esempi di Liberty sono i ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli, che utilizza motivi floreali o animali per realizzare ringhiere o lampade.
Il settore della ceramica si sviluppò in alcuni centri privilegiati: a Faenza, dove in questi anni fu attivo Domenico Baccarini; a Laveno, dove venne fondata la Società Ceramica Italiana; in Toscana dove, accanto alla manifattura Richard Ginori, prese avvio a Borgo San Lorenzo, nelle vicinanze di Firenze, la manifattura fondata da Galileo Chini che creò oggetti di gusto che ottennero grande successo.
Forme sinuose del mondo vegetale che si combinano con elementi di fantasia, questo è, in fondo, lo stile Liberty. Un nuovo linguaggio espressivo, un gusto moderno che impronta di sé tutte le arti.
Written by Cristina Biolcati