Eccoci qui per il nostro consueto appuntamento con gli stilisti della domenica. La settimana è stata lunga e impegnativa (più che altro in ritiro studioso per l’esame di domani mattina), ricca di momenti interessanti, primo fra tutti (e anche unico) il fatto che ho definitivamente iniziato il mio tirocinio presso la fondazione Passoni , dove ho appreso che a luglio ci sarà una mostra alla Reggia di Venaria chiamata ” La moda in Italia. 150 anni di eleganza”, a cui il Passoni parteciperà prestando degli abiti. Spero di poter collaborare anch’io (anche come straccio per pavimenti) visto che, udite udite, sarà curata da Franca Sozzani (direttrice di Vogue Italia) e da Gabriella Pescucci (qui potete farvi un idea di chi è). Se non potrò collaborare ho messo in atto un piano semplice : mendicare un accredito stampa. Se le fashion blogger di tutta italia riescono a entrare ovunque (e non parlatemi di inviti: sono dettagli) alle sfilate, io riuscirò ad avere un accredito stampa (ahahahhahahah io giornalista ahahahaha).
Detto ciò,e lasciando momentaneamente da parte le mie risate isteriche (ahahahah io giornalista) passo subito a presentare il nostro ospite: Jacques Doucet.
Jacques Doucet
Coetaneo di Worth ( nostro ospite la scorsa settimana), Doucet nasce nel 1853 e discende da una famiglia che possedeva una casa di lingerie e accessori, la Doucet Lingerie, situata in rue de la Paix dal 1816. I suoi abiti, caratterizzati da fantastici colori pastello, divennero molto popolari tra attrici, socialites e da membri della famiglia reale. Apre la sua casa di moda nel 1875, e il suo nome, all’epoca, è l’unico che può rivaleggiare con Worth.
vestito da sera, 1914
La moda è parte integrante della sua famiglia: la nonna produceva cappellini, e il padre allargò l’azienda producendo biancheria per gentleman; nel 1871 aprì un Salone, in cui vendeva alle signore abiti da sera, realizzati in pizzo, nastri di seta, piume,e decorati con passamaneria ricamata. Per lui il lusso e la dignità erano più importanti di originalità e praticabilità, e questo portò a una grossa perdita di popolarità negli anni 20; anche i suoi disegni lo testimoniano: carenti sia della semplicità di Vionnet che della capacità di provocare scandali di Poiret, (che lavorò per lui dal 1897 al 1900) si avviarono lentamente ad essere antiquati.
Appassionato collezionista di opere d’arte e di letteratura, mecenate di Impressionisti e appassionato di scultura africana, nel 1909 acquistò il primo dipinto cubista di Pablo Picasso, “Le Demoiselles d’Avignon”. Come ho già detto sopra, ai suoi tempi venne considerato allo stesso livello di Charles Worth e Jeanne Paquin, negli ultimi anni è passato un pò in secondo piano rispetto ai suoi colleghi più famosi, ciò nonostante, era ed è, uno dei grandi “OLD MASTER” dell’alta moda.
Cappa da sera, 1905 circa
Abito da sera, 1890 circa
1914
Esami permettendo, questa settimana cercherò di mettere insieme qualche altro post interessante, anche perchè ho un paio di ideuzze in mente…tra cui una mega sfida tra Huckleberry finn e la famiglia di “Tutti insieme appassionatamente”. Mi sono improvvisamente bevuta il cervello? non del tutto, restate collegati e chiariremo presto il dilemma. (non quello sul mio cervello, ma quello sulla sfida!).
Appuntamento al prossimo post, buona domenica sera a tutti.
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