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Still Alice

Creato il 04 febbraio 2015 da Misterjamesford
Still AliceRegia: Richard Glatzer, Wash Westmoreland
Origine: USA, Francia
Anno:
2014
Durata: 101'

La trama (con parole mie): Alice Howland, madre di tre figli ormai avviati lungo la loro strada, moglie felice e linguista e professoressa di grande successo, comincia a manifestare alcuni disturbi della memoria, inizialmente di poco conto e dunque sempre più allarmanti. Effettuate visite ed analisi e scoperta una realtà forse più terribile di quanto si aspettasse - una forma del morbo di Alzheimer che colpisce molto precocemente ed è geneticamente trasmissibile - si prepara, circondata dall'affetto dei suoi cari, all'inevitabile che la attende: i mesi che seguiranno l'inesorabile progredire della malattia saranno i più tristi ma, in un certo senso, anche i più intensi della sua vita, e la porteranno a contatto con le persone che più lei stessa ha amato, dal marito John alla figlia minore Lydia, che dall'essere la più distante finirà per diventare il pilastro di Alice durante la malattia.
Still Alice
Non immagino neppure quanto terribile possa essere una condizione che vede sbriciolarsi la memoria della vita, degli affetti, delle esperienze che abbiamo vissuto, per le quali abbiamo lottato, delle sensazioni che le stesse hanno stimolato.E non voglio sinceramente immaginarlo.Così come non voglio parlare di Still Alice in maniera critica, come se fosse il classico film indie in pieno stile Sundance giunto a furor di popolo alla corte degli Oscar.O dell'interpretazione di Julianne Moore, che seppur interessante, non è a mio avviso tra le migliori della carriera della pur bravissima attrice.Voglio essere pane e salame, come mi è parso questo film, e volergli bene senza riserve, con trasporto, come ho sentito di volergliene minuto dopo minuto, sofferenza dopo sofferenza, squarci di realtà ben precisi uno dopo l'altro portati sullo schermo da Glatzer e Westmoreland.Anzi, volendo essere onesti, devo ammettere che questo film è riuscito nella non facile impresa di riportare alla memoria emotiva del sottoscritto uno dei titoli che più amai nel corso del duemilatredici, Questione di tempo, quasi ne fosse una versione dedicata a madri e figlie, piuttosto che a padri e figli: senza calcare troppo sui tasti del pietismo da malattia degenerativa - e l'Alzheimer è, forse, l'espressione più terribile del concetto - questo racconto intimo riesce ad accogliere il suo pubblico senza illusioni o retorica, appoggiandosi ad uno script molto sentito e ad un'onestà di fondo decisamente invidiabile - clamorosamente credibili i litigi a tavola, splendidi gli accenni alla vita dei figli di Alice all'esterno del rapporto con la stessa madre e la sua malattia, dalla ricerca di un figlio della maggiore Anna al tentativo di uscire dagli schemi di Lydia, fino al legame molto stretto di Tom con il padre - come se fossimo stati invitati ad una cena a casa Howland, pronti a gustare il cibo preparato da Alice prima che lei stessa possa dimenticarsi le ricette dei piatti cucinati per tutta una vita.Una tavolata amara, quella che ci toccherebbe, ma non per questo meno vitale e ribollente di quanto ci si potrebbe aspettare: in fondo, Alzheimer o no, il Tempo resta il nostro avversario più terribile, e per quanto, penso, ognuno di noi si auguri di rimanere lucido e cosciente fino alla fine, il fatto è che giungerà il momento in cui occorrerà deporre le armi, e lasciare che la vita faccia il suo corso.In questo senso, e grazie ad un finale splendido, Still Alice, più che una pellicola incentrata sulla malattia, mi è parsa un'opera ottima per raccontare il legame tra genitori e figli, dai conflitti alle complicità, fino al testimone che i primi, inevitabilmente, finiscono per passare ai secondi.Il crescendo d'intensità che viene a crearsi tra i personaggi di Julianne Moore e Kristen Stewart - forse alla sua migliore interpretazione - ricorda - paradossalmente - quanto dei propri gesti, delle esperienze, dei tratti del corpo e dei difetti venga trasmesso ai nostri figli, e quanto importante, anche nei momenti più difficili, quello stesso rapporto si riveli.Senza dubbio, comunque, il valore della Memoria e quello dell'Esperienza risultano ugualmente fondalmentali, nel corso della visione, ed è impossibile negare quanto ognuno sia definito dal bagaglio accumulato nel corso del proprio viaggio attraverso questa vita: ma c'è qualcosa che va oltre, in Still Alice, e che trova il suo significato più importante e profondo proprio in quello Still.Ancora.E ancora.Come un bicchiere mezzo pieno, o il non volersi fermare.Neanche quando ci si sente persi.Perchè c'è qualcosa, in noi, che vive, e regala brividi che nessuna malattia potrà mai fermare.E che, quando si ha la fortuna di avere dei figli, troverà una nuova strada ben oltre la fine della nostra.Una Memoria esterna, per usare un termine tecnologico e moderno.In grado di superare i confini di una vita, e diventare il punto di partenza di un'altra.
MrFord
"And if I had a boat
I'd go out on the ocean
and if I had a pony
I'd ride him on my boat
and we could all together
go out on the ocean
me upon my pony on my boat."Lyle Lovett - "If I had a boat" - 

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