Still life, natura morta (Jia Zhang-Ke, 2006). Si cercano, viaggiano su un fiume che non ha avuto pietà di case e persone, attraversano pietre, edifici crollati. Si trovano, ma non hanno più niente da dirsi. Si trovano e si lasceranno ancora. Si trovano e non capiscono cosa è successo, cosa ne è stato del passato. Cercano e chiedono aiuto, si parlano, parlano, incontrano, eppure tutti sono sempre troppo lontani, vengono da posti diversi, punti diversi di una mappa nello spazio e nel tempo. Per questo incomprensibili. C’è il caldo, il sudore su canotte bianche sporche di mondo, c’è l’acqua, la polvere, una camicia pulita, liquore, sigarette, te, da offrire in cambio di memoria.