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Stilos – dicembre 2010

Creato il 20 dicembre 2010 da Pupidizuccaro

stilosTra le riviste letterarie più interessanti della scena italiana c’è sicuramente Stilos, prima inserto del quotidiano La Sicilia di Catania, poi testata autonoma dello stesso gruppo editoriale. Stilos spicca per la grafica elegante ed essenziale, la qualità dei contenuti e la cura per le immagini. Lo sguardo dal Sud è una caratteristica del progetto, con un’attenzione particolare per gli autori meridionali, ma c’è da dire che la redazione è ben ramificata in tutta Italia e la rivista offre ogni mese una rassegna esaustiva e aggiornata delle principali novità editoriali nazionali. Nel numero di Dicembre – Andrea De Carlo in copertina – c’è una stupenda intervista di Barbara Caputo a Breat Easton Ellis, l’autore di American Psycho, che parla del suo ultimo Imperial Bedrooms. Parla per modo di dire, in quanto il grande romanziere americano – incontrato al Grand Hotel Imperial di Torino – sembra più propenso al cazzeggio che alla discussione letteraria. Tanto che ad un certo punto rivela una delle sue impellenti curiosità sull’Italia. “Dov’è l’isola delle puttane di Berlusconi? - chiede  di botto – Tutti parlano di questo adesso. Beh, è come una rockstar nonostante i suoi settant’anni. Ma perché non pensano che sia un tipo divertente? Tutti vogliono un paparino, un nonno magari anche, però con i capelli tinti e la plastica”.

Notevoli anche le interviste a De Carlo, De Cataldo, Veronesi e Piperno. Da segnalare inoltre la conversazione “a più voci” su Napoli e la recensione di Aurelio Grimaldo del Romanzo Civile di Giuliana Saladino (1925-1999), leggendaria firma de L’Ora di Palermo, di cui Sellerio ha appena ripubblicato il romanzo più importante.

Spunti interessanti infine dalla recensione sull’ultimo Montalbano, Il sorriso di Angelica. “Camilleri e Montalbano – scrive Gianni Bonina – sono probabilmente in rotta di collisione molto più che Salvo e Livia. Che qui, per la prima volta in maniera palese, quasi davanti al lettore, subisce un tradimento per via di una ragazza molto più giovane di cui Montalbano si innamora con uno slancio di cuore e pancia senza precedenti…Il senso di montante avversione che Camilleri nutre per il suo Montalbano appare dunque tale da avere indotto l’autore a rendere il personaggio odioso al lettore, quasi nell’intento di educare il pubblico a disamorarsi. Segno che la fine annunciata da anni del commissario non è molto lontana, sicché Camilleri non vuole sin d’ora che siano versate lacrime in piazza alla sua prossima scomparsa”. (Nino Fricano)


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