Non ci vuole certo un premio Nobel o un genio dell’alta finanza per capire che se gli stipendi restano fermi, legati al palo dell’entrata in vigore dell’Euro, allorquando sono stati dimezzati nel loro potere d’acquisto, la gente poi non ha di che spendere! Senza benzina nel motore la macchina non cammina, resta ferma! E i “soliti noti” - salassati dal fisco - non hanno più le forze necessarie per scendere e mettersi a spingere la "carretta italia". Ma oggi, il problema non è tanto il lavoro che manca, quanto i soldi per ricompensarlo. E il fatto grave è che negli ultimi anni si è pensato (male) di risolverlo con la riduzione drastica degli stipendi. Risultato: crisi nera, recessione allo stato puro! Secondo i dati Istat le vendite al dettaglio a giugno restano ferme rispetto a maggio, registrando una crescita zero, mentre scendono del 2,6% su base annua. Quindi anche nel primo mese del pieno godimento del bonus Irpef di 80 euro, incassato a fine maggio, il commercio continua a dare segnali di sofferenza. Tant’è che gli italiani a busta paga risparmiano su tutto, non solo sulla salute, ma persino sul mangiare! Da un’analisi di Coldiretti emerge che due italiani su tre (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola. E rispetto allo scorso anno emerge un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari (-5%) ma addirittura anche nella grande distribuzione alimentare (-1,4%), mentre si salvano solo i discount (+0,5%). Le difficoltà economiche hanno obbligato gli italiani a tagliare anche la spesa, con tre milioni di famiglie costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all'inizio della crisi. A cambiare non è solo la qualità dei prodotti acquistati, ma nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa si è ulteriormente svuotato con una flessione degli acquisti per latte e formaggi (-5%), e per l'ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. Un segnale di difficoltà confermato dal fatto che - sempre secondo la Coldiretti - più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall'inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. Forse è anche per questo che gli italiani si tengono i governi che gli passa il Quirinale!
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Non ci vuole certo un premio Nobel o un genio dell’alta finanza per capire che se gli stipendi restano fermi, legati al palo dell’entrata in vigore dell’Euro, allorquando sono stati dimezzati nel loro potere d’acquisto, la gente poi non ha di che spendere! Senza benzina nel motore la macchina non cammina, resta ferma! E i “soliti noti” - salassati dal fisco - non hanno più le forze necessarie per scendere e mettersi a spingere la "carretta italia". Ma oggi, il problema non è tanto il lavoro che manca, quanto i soldi per ricompensarlo. E il fatto grave è che negli ultimi anni si è pensato (male) di risolverlo con la riduzione drastica degli stipendi. Risultato: crisi nera, recessione allo stato puro! Secondo i dati Istat le vendite al dettaglio a giugno restano ferme rispetto a maggio, registrando una crescita zero, mentre scendono del 2,6% su base annua. Quindi anche nel primo mese del pieno godimento del bonus Irpef di 80 euro, incassato a fine maggio, il commercio continua a dare segnali di sofferenza. Tant’è che gli italiani a busta paga risparmiano su tutto, non solo sulla salute, ma persino sul mangiare! Da un’analisi di Coldiretti emerge che due italiani su tre (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola. E rispetto allo scorso anno emerge un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari (-5%) ma addirittura anche nella grande distribuzione alimentare (-1,4%), mentre si salvano solo i discount (+0,5%). Le difficoltà economiche hanno obbligato gli italiani a tagliare anche la spesa, con tre milioni di famiglie costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all'inizio della crisi. A cambiare non è solo la qualità dei prodotti acquistati, ma nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa si è ulteriormente svuotato con una flessione degli acquisti per latte e formaggi (-5%), e per l'ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. Un segnale di difficoltà confermato dal fatto che - sempre secondo la Coldiretti - più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall'inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. Forse è anche per questo che gli italiani si tengono i governi che gli passa il Quirinale!
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