«Tutto il girono la Santa Ysabel, dilaniata dalle pallottole, aveva navigato alla deriva nella Manica: i suoi ponti, armati di uno scarso equipaggio, erano un ammasso di cadaveri. All'avvicinarsi della notte, il galeone, insieme alla navi superstiti di quelle che una volta era la Grande Armada, si preparava ancora a resistere e lottare.
La battaglia fu breve e letale. Di nuovo la piccola nave degli attaccanti inglesi manovrò più agilmente dei goffi vascelli spagnoli. Di nuovo la scarica obliqua di palle incatenate e la grandine di pallottole dei falconi, dei falconetti, e dei moschetti, seminò la distruzione sui tre ponti dell'alto galeone. Gli ombrinali si arrossarono di nuovo durante la scarica di colpi, come se la struttura stessa del vascello sanguinasse. Era l'anno di Nostro Signore 1588. Il giorno era il 9 agosto, e la scena, la battaglia di Gravelines. La battaglia era avvenuta mentre le navi spagnole fuggivano e le inglesi le inseguivano. Medina Sidonia aveva sperato sino alla fine di riunirsi al Granduca di Parma e di avere i rinforzi, ma i brulotti e gli scoppi avevano disperso la sua flotta, e il fuoco mortale dei rapidi vascelli corsari inglesi aveva falciato i soldati delle sue goffe navi piene di truppe. Quei galeoni, che un tempo sovrabbondavano di uomini, ora correvano il pericolo di sbattare contro le scogliere per mancanza di mani abili. La battaglia di Gravelines si svolgeva lontano da Parma. La formazione ad aquila, che era stata tanto utile nella battaglia di Lepanto, veniva ancora mantenuta. I pesanti galeoni costituivano il centro, le navi più leggere - comprese le galeazze - erano le ali, e le navi cariche di truppe fungevano da coda del grande uccello da combattimento.»
Stirpe di lupo
di Harold Warner Munn - (ed. Gruppo Newton)