Può un leone trasformarsi in uno stoccafisso? Può. Si è visto alla chiusura del comizio elettorale della coalizione-detta-di-centrosinistra. Dopo la melina dei vari segretari e presidenti di partito la palla del discorso è passata ad Augusto Rollandin che l’ha padroneggiata come un fuoriclasse. Destreggiata con facilità ha segnato il goal e portato a casa gli applausi. Leone in casa, senza dubbio. Ma fuori? Le partite fuori casa sono più difficili. Non c’è il calore della tifoseria. Bisogna essere pronti al contropiede. La domanda sul perché la Valle d’Aosta non voglia accogliere gli immigrati, ha colto alla sprovvista l’Imperatore. Non si aspettava la presenza in campo del giornalista di Piazza Pulita: la chiusura di un comizio per lui facile facile si è così trasformata in un fuorigioco che lo ha mediaticamente sconfitto. Trovato impreparato, Rollandin ha incassato il goal della figuraccia. Non può, infatti, un Presidente di Giunta rispondere come se fosse un ometto qualsiasi. Non può rivolgersi al giornalista, neppure tanto cattivo, ribaltando la questione con l’orrenda frase: “Li prenda a casa sua! Li ha presi?“, come se il problema dovessero risolverlo i semplici cittadini: ma che li paghiamo a fare i politici!
Il leone avrebbe dovuto mettere in atto una manovra di attacco, una controffensiva come si conviene al re della foresta. Dichiarare che sì, che li avrebbe ospitati volentieri gli immigrati (tanto ci sarà costretto), ma che le persone non sono mobili che si possono ammucchiare in un magazzino. Avrebbe allargato le braccia mostrandosi comprensivo e sarebbe piaciuto a tutti: a chi è contro e a chi è a favore dell’ospitalità, entrambi al momento rassicurati. Invece ha favorito la pessima luce che lo stava investendo con la sua dilettantistica chiusura a riccio. Il gioco di difesa, così caro agli italiani, lo ha dunque trasformato da leone di chez nous in uno stoccafisso made in Italy. Rigido come un baccalà si è allontanato nella notte dei cattivi consigli.