Magazine Società
Stop alla crescita. Prima o poi ci si doveva arrivare...
Da un po' di tempo ripenso ad una frase che spesso si usa (ormai da qualche anno) nelle discussioni relative al futuro dell'economia e della crescita per il nostro paese, ovvero "questa é la prima generazione dopo il secondo dopoguerra che avrà meno possibilità dei propri genitori".
Sarà che sono abituato a pensare così (per alcuni sono pessimista, per altri realista) ma prima o poi doveva succedere, é successo a noi.
Voglio dire... Davvero si pensa che il mondo "sviluppato" e l'occidente possa, potesse, crescere all'infinito....? Riflettendoci meglio si comprende subito come un'idea come questa non fosse sostenibile.
La "crescita" degli ultimi anni si è basata sul nulla, o comunque sul poco, e spesso è stata fatta facendola pagare ai più deboli. Così é ovvio che non si può continuare.
Se oggi mi si chiedesse se sono contento dell'idea di avere le stesse possibilità dei miei genitori risponderei certamente di si. Non di più, mi bastano le loro.
Ma forse la cose a cui tengo di più, senza forse, è avere la sicurezza di crescere in un mondo più giusto. In cui la crescita sia eguale per tutti, e magari non sia solo una crescita economica.
Le minori possibilità sono date da un mondo ingiusto. Non da un mondo che non cresce.
Voglio dire, quello che conta non sono le maggiori possibilità per me, sono le migliori condizioni di vita e le maggiori possibilità di benessere per tutti. Ed il benessere non si misura solo con il pil...
Se si capisse tutto questo forse saremmo tutti più felici e meno cinici.
E se non si capisce dopo la legnata, le legnate che ci arrivano in questo mesi dopo anni di liberismo e di crescita basata sul nulla, forse non lo capiremo mai.
E se non si capisce meritiamo di stare peggio. Ovvia.
Da un po' di tempo ripenso ad una frase che spesso si usa (ormai da qualche anno) nelle discussioni relative al futuro dell'economia e della crescita per il nostro paese, ovvero "questa é la prima generazione dopo il secondo dopoguerra che avrà meno possibilità dei propri genitori".
Sarà che sono abituato a pensare così (per alcuni sono pessimista, per altri realista) ma prima o poi doveva succedere, é successo a noi.
Voglio dire... Davvero si pensa che il mondo "sviluppato" e l'occidente possa, potesse, crescere all'infinito....? Riflettendoci meglio si comprende subito come un'idea come questa non fosse sostenibile.
La "crescita" degli ultimi anni si è basata sul nulla, o comunque sul poco, e spesso è stata fatta facendola pagare ai più deboli. Così é ovvio che non si può continuare.
Se oggi mi si chiedesse se sono contento dell'idea di avere le stesse possibilità dei miei genitori risponderei certamente di si. Non di più, mi bastano le loro.
Ma forse la cose a cui tengo di più, senza forse, è avere la sicurezza di crescere in un mondo più giusto. In cui la crescita sia eguale per tutti, e magari non sia solo una crescita economica.
Le minori possibilità sono date da un mondo ingiusto. Non da un mondo che non cresce.
Voglio dire, quello che conta non sono le maggiori possibilità per me, sono le migliori condizioni di vita e le maggiori possibilità di benessere per tutti. Ed il benessere non si misura solo con il pil...
Se si capisse tutto questo forse saremmo tutti più felici e meno cinici.
E se non si capisce dopo la legnata, le legnate che ci arrivano in questo mesi dopo anni di liberismo e di crescita basata sul nulla, forse non lo capiremo mai.
E se non si capisce meritiamo di stare peggio. Ovvia.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
I suoi ultimi articoli
-
Calcio Aics - Il Chiesina 2010 Paralleloweb torna alla vittoria sul campo del Monte San Quirico.
-
Contributo per congresso sezione ANPI Valdinievole centro di domenica 28 febbraio 2016
-
Calcio Aics Lucca - Il Chiesina 2010 Paralleloweb in cerca di continuità dopo il pareggio col Partizan Borgo a Mozzano.
-
La Chiesina 2010 Paralleloweb batte il Real Guamo per il terzo posto in classificaI ragazzi di mister Natali pronti alla prossima sfida esterna con il Collodi '96